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Quanta musica attorno a Shakespeare

N. 88- Aprile 2024

 

 

 

Quanta musica attorno a Shakespeare

Nel 1623 a 7 anni dalla morte di Shakespeare, John Hemings ed Henry Condell, raccolgono il paziente lavoro di alcuni attori che erano stati i protagonisti delle sue tragedie, per farli pubblicare. Numerologia e magia erano motivo d’interesse per il drammaturgo (che non a caso nacque il 23 aprile 1564 e morì il 23 aprile 1616), del quale ricorre il 460° della nascita. Fu Stratford, la piccola cittadina rurale a 130 km da Londra, nella Contea di Warwich, a dargli i natali; la stessa che lo cullerà nel trapasso.

Stratford upon Avon ha solo 1500 abitanti, all’epoca, ma tra questi vi era il poeta più grande tra i grandi, nato da John, autorevole balivo e assaggiatore di birra, e dalla blasonata gentildonna Mary Arden.

William Shakespeare

Sino al 1557 l’Inghilterra aveva subito la Guerra dei 100 anni e quella delle 2 Rose e numerose altre guerre civili. E’ facile immaginare, in questo periodo, la marginalità nella quale era relegato il mondo degli intellettuali. Sino all’avvento della “Golden Age” di Elisabetta I (salita al trono nel 1558), erano i dotti italiani e francesi a dettar legge nell’Europa che considerava il popolo inglese “barbaro”.

Nel 1592 a Londra– narrano le cronache –Shakespeare è attorniato da amici-nemici, poiché egli è già un famoso attore di teatro. Molto influirono sulla sua vena poetica le letture italiane del Bandello e del Machiavelli. Anche la Regina ama il Teatro e la Musica e anticipando la Corte francese si contorna di un’orchestra di corte formata da 18 trombette, 7 violini, 6 flauti, 6 cornamuse e 10 coristi. Un lusso non da poco che creò dissapori ai quali la Regina seppe tener testa.

Sempre il 1592 a Londra arriva la “morte nera”, sbarcata dalle stive dei velieri che avevano solcato i mari, per portare carichi di beni preziosi, provenienti da terre lontane. Insieme alle ricchezze anche i topi e le pulci! I conservatori, che con difficoltà riuscivano a comprendere come avveniva il contagio, avevano imputato alle rappresentazioni teatrali l’infestazione della pestilenza, poiché le recite venivano considerate “peccaminose”.

Roberto Devereux

Un personaggio particolarmente interessante si affianca alla vita del padre di Shakespeare, John. Questi è nientemeno che Roberto Devereux il favorito della Regina e appoggia William. Egli è il secondo Conte di Essex, che assetato di potere, lascerà la testa sul patibolo. Il Devereux, per reciproca stima nei confronti del poeta e del padre si adopera per far ottenere a John Shakespeare (il cui cognome, tradotto, suonerebbe Scuotilancia o Crollalanza) lo stemma nobiliare che recherà il motto: NON SANS DROICT. Questo personaggio storico le cui gesta spavalde e vanagloriose erano perdonate davanti a tanta ammaliante bellezza fisica, furono messe in musica da Gaetano Donizetti nel 1837, nell’opera lirica in 3 atti a carattere tragico “Roberto Devereux

La prosa shakespeariana fu oggetto d’ispirazione per molti librettisti e musicisti. I testi più attraenti erano quelli ispirati all’antico mondo mediterraneo come : Tito Andronico, Coriolano, Giulio Cesare musicato da G.F. Haendel https://youtu.be/dUzP_liWx2g?si=BCZj_lyL_ineUy2Z

 e Antonio e Cleopatra.

Proprio quest’ultimo lavoro, ambientato nell’antica Roma è stato messo in pentagramma nel 1966 da Samuel Barber (1910-1981) ed ha visto la regia di Franco Zeffirelli https://youtu.be/jwie7uLZ184?si=QShRmETuaMZ7_Ij0

come pure il Romeo e Giulietta del 1968 con musiche di Nino Rota. La Commedia degli errori, Pericle Principe di Tiro, il Sogno e Timone d’Atene si dipanano nel mondo greco e, durante l’assedio di Troia, trova spazio Troilo e Cressida. Nell’800 si vide il rifiorire dell’idillico pensiero shakespeariano per merito di Rossini e del suo Otello e di Giuseppe Verdi, il quale amò smisuratamente la sua decima composizione, il Macbeth.

 Verdi insieme a Otello e Falstaff (ma stava pensando di musicare anche le tragedie di Amleto, Tempesta e Re Lear) fa rivivere i personaggi storici valorizzandoli scenicamente per mezzo di una linea melodica convincente. In molta della sfruttata produzione verdiana, si ravvisano altri personaggi shakespeariani. In Rigoletto si identificano Cordelia e l’amore paterno di Re Lear, Troilo e Cressida spiccano ne La Forza del destino. Shakespare – cigno di Avon, Rossini – cigno di Pesaro, e Verdi – cigno di Busseto, furono uniti da un’affinità d’ intenti e d’ intelletto.

Alle soglie dell’800 Nicola Antonio Zingarelli (1752 -1837), mette in musica Romeo e Giulietta https://youtu.be/3YiYpXIMYls?si=dDgnvY-F7Vznvo0E E’ il 1796 ma produce anche il Montezuma posteriormente a Vivaldi. Pare che quest’opera sia stata composta in soli 8 giorni. Il modello compositivo di dramma tragico, proposto dal binomio Zingarelli – Foppa librettista, fu d’esempio anche per Giulietta e Romeo, composta da Nicola Vaccaj (1790-1848) nel 1825. https://youtu.be/pbUHQWkCrvI?si=kjAjacLHDVG4MSLs; come pure per i Capuleti e Montecchi di Vincenzo Bellini(1801-1835) del 1830 https://youtu.be/Fi56g0HtHes?si=Lzf042u9fbMZKFlw

 Per un ventennio trionfò questo prototipo di dramma, suffragato dai soprani Maria Malibran e Giuditta Pasta, le quali avevano spodestato i predominanti castrati. Altro compositore – librettista che attinse dall’opera di Shakespeare, fu Richard Wagner (1813 – 1883).

L’opera Liebes verbot (1836) https://youtu.be/oBAB40dO1xU?si=qhK1PIj5yz_rqTJe

ovvero il Divieto d’amare, ossia La novizia di Palermo, trae spunto da Misura per misura ed è l’unico approccio di Wagner alla cultura anglosassone.

Per il compositore francese Hector Berlioz (1803-1869) la struggente Sinfonia drammatica

Romeo e Giulietta (1839) https://youtu.be/5YVM9qHGqpk?si=EJz_jmv50GIWX7Ih

 e Beatrice et Benedict (1862) https://youtu.be/gaGNqZqwNXc?si=8xbnYG-dB5p5Q1KI

 sono tratti da Shakespeare. Il secondo titolo da Molto rumore per nulla.

Del 1865 èil Romeo e Giulietta di Charles Gounod (1818-1893) https://youtu.be/4hyy_2BwxPI?si=qcFGQVFELk1twDko

Enrico VIII (1883) è la quinta opera di Camille Saint – Saens (1835-1921) https://youtu.be/yMobCJ9S4YA?si=HB62lTts4zexFqQF

Taluni trovano similitudine tra il Don Carlos verdiano e quest’esempio di grand’opéra francese ma, nell’analisi della partitura, si riscontra un influsso wagneriano; ciò non è difficile perché Wagner, morì proprio nel 1883, tre settimane prima della prima del 5 marzo.

Vito Frazzi (1888 – 1975) musicò l’opera Re Lear (1939) https://youtu.be/kTzH4fJOoUc?si=FhHOkj7nCaR25tql

su testo di Giovanni Papini, il quale si era ispirato sempre alla mitologia britannica shakespeariana. In questo caso non siamo di fronte ad un partitura, bensì ad una riduzione per canto e pianoforte, denominata spartito. Un altro capolavoro è firmato da Paolo Rosini compositore e chitarrista ferrarese vivente che ha musicato i versi originali della forse più importante tragedia di Shakespeare, Re Lear https://youtu.be/meyGn5Nmclw?si=hfdtpMAIuGSlazoA

 La prima mondiale si è tenuta al Teatro Comunale di Ferrara. Ad eseguirla fui proprio io, il Soprano Mirella Golinelli, curatrice di questa ricerca.

Mirella Golinelli

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Reg. Tribunale di Bologna n. 8115 del 09/11/2010

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