Presepe di patate all’Ecomuseo
Un Natale così non si era mai né visto né immaginato. Ma la pandemia non cancella la tradizione popolare del Presepe. Limitazioni a non finire: negli spostamenti, nel turismo, negli acquisti, nelle feste e nei momenti conviviali, persino nei riti religiosi e negli scambi dei doni.
Ma c’è una tradizione che non verrà cancellata, quella del Presepe popolare, che si faceva nelle case, anche le più modeste, e che continuerà, anche se pochi potranno visitare in presenza queste invenzioni di fede e di creatività, di artigianato e di riuso dei materiali più poveri e scartati.
Contro la pandemia e il pericolo di contagio ci vengono incontro le nuove tecnologie applicate – chi l’avrebbe mai detto o solo pensato un anno fa! – anche ai presepi che si faranno lo stesso e molti verranno “scambiati” e ammirati in rete. Attraverso i motori di condivisione virtuale ci sarà anche chi accompagnerà i volonterosi creatori di ambientazioni ispirate alla natività di Gesù, a realizzare le loro opere con patate di varie forme e dimensioni, stecchini di legno, cortecce, rami, foglie, sassi, ritagli di stoffa, carta, cartone, bottoni, tappi…
E’ il caso dell’Associazione Ecomuseo delle Erbe Palustri di Villanova di Bagnacavallo (Ravenna) che, attraverso la piattaforma Google Meet, ha insegnato a realizzare un “Presepe di patate”, creativo e originale, recuperando la tradizione dei bambini di una volta quando non si potevano acquistare le figurine. Partecipazione gratuita, e conclusioni affidate ad una favola narrata da Nonna Giromilda.
Roberto Zalambani