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L’Accademia nazionale di agricoltura inaugura il 217° anno

N. 88- Aprile 2024

 

 

 

L’Accademia nazionale di agricoltura inaugura il 217° anno

Nel Palazzo dell’Archiginnasio di Bologna (dove nacque, nel 1807) si è inaugurato il 217° Anno Accademico dell’Accademia Nazionale di Agricoltura. La cerimonia è stata aperta dalla relazione del Prof. Giorgio Cantelli Forti, Presidente Accademia Nazionale di Agricoltura dal titolo “L’eccellenza dell’Agricoltura italiana è ancora un valore?”.

Quasi a rispondere ai quesiti del Presidente, il prof. Angelo Frascarelli, della Facoltà di Agraria Università degli Studi di Perugia, ha tenuto la Prolusione sul tema “Politiche europee, approvvigionamenti agricoli e prezzi di mercato”. Il Prof. Frascarelli ha trattato il tema della politica agricola comune, nata nel 1962, e adattata nel tempo ai bisogni economici e sociali dell’agricoltura e dei territori rurali dell’Unione europea. Nel 1962, la PAC è nata come sostegno al mercato, in particolare ai prezzi, poi si è trasformata in un sostegno al reddito diventando, nell’evoluzione più recente, un sostegno finalizzato alla remunerazione dei beni pubblici ambientali prodotti dall’agricoltore. Oggi la PAC persegue tre obiettivi generali quelli economici, ambientali e sociali e, nonostante abbia messo in secondo piano la politica dei mercati, nell’Unione Europea il tema degli approvvigionamenti agricoli e alimentari rimane ancora molto attuale, soprattutto dopo il conflitto Russia-Ucraina.

Foto di Emkey Group

 “Dobbiamo prendere atto che non si possono proporre gli strumenti politici del passato. Già dagli anni ‘80, l’Unione Europea è un esportatore di prodotti agricoli e alimentari ed è quindi autosufficiente a soddisfare il fabbisogno alimentare dei cittadini europei. Durante le prime fasi del conflitto Russia-Ucraina è stata enfatizzato il rischio di approvvigionamento alimentare. Da più parti – ha sostenuto il Prof. Frascarelli – è stato affermato che l’Ucraina è il granaio d’Europa e i cittadini europei correvano rischi di approvvigionamento alimentare; questa affermazione non è vera, forse lo era nel passato, oggi il granaio d’Europa è l’Unione europea stessa, in particolare la Francia. Non ci sono preoccupazioni per l’approvvigionamento alimentare, tuttavia emergono due problemi rilevanti: la volatilità dei prezzi e la perdita di potere negoziale dell’agricoltura lungo la catena del valore. Per queste ragioni la politica dei mercati è ancora attuale, ma con obiettivi e strumenti totalmente diversi rispetto al passato: favorire la resilienza delle imprese agricole, con strumenti di gestione del rischio, diversificazione, adattamento ai rischi climatici e attrarre valore lungo la filiera differenziando i prodotti, con l’economia contrattuale e l’associazionismo”.

Al termine della prolusione inaugurale il Gen. C.A. Francesco Paolo Figliuolo, Comandante Operativo di Vertice Interforze e Commissario straordinario per la ricostruzione post alluvione in Emilia Romagna è stato insignito del titolo di Accademico Onorario, con la consegna della medaglia accademica e della pergamena celebrativa. da parte del Prof. Giorgio Cantelli Forti, Presidente dell’Accademia Nazionale di Agricoltura. Il Gen. C.A. Francesco Paolo Figliuolo ha poi illustrato lo stato dell’arte della ricostruzione post alluvione.

 “Sono qui – ha ricordato il gen. Figliuolo- anche per la firma dell’Accordo di collaborazione tecnico-scientifica tra Accademia e Struttura commissariale che riguarda, in particolare, la stesura del piano speciale per le situazioni del dissesto idrogeologico, che è imprescindibile per lo sviluppo degli altri quattro piani speciali che saranno approntati nei prossimi mesi. Ora – ha spiegato il Gen. Figliuolo – andremo nel dettaglio del piano che vede i rappresentanti di ministeri, degli enti territoriali, delle università e anche dell’Accademia per avere un focus sui lavori di medio e lungo periodo e le progettualità che dovranno essere realizzate sul territorio. E’ necessario ripensare a infrastrutture, manutenzioni straordinarie e di messa in sicurezza del territorio perché abbiamo compreso, che questi sono eventi eccezionali che si potranno ripetere e, i contributi di tutti coloro che sono stati coinvolti nel Gruppo di lavoro ci saranno utili per capire ed applicare quei paradigmi che ci aiuteranno a ricostruire bene il territorio. A fine giugno faremo la stesura definitiva del Piano e confermo che le risorse economiche ci sono. Ricordo che in Italia il 94% dei comuni è in zone del territorio a rischio, più di 8 milioni di persone abitano in aree ad alta pericolosità e l’Emilia-Romagna è la regione col valore più elevato di popolazione che vive in aree a rischio frane e alluvione. Dati che non possono passare inosservati per la ricostruzione futura, che dovrà tener conto sia dell’economia del territorio, ma anche della sostenibilità ambientale e sociale”.

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