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Il fascino ambiguo delle cere

N. 88- Aprile 2024

 

 

 

Il fascino ambiguo delle cere

Forma artistica scarsamente indagata dal circuito accademico, per l’antico pregiudizio verso una materia metamorfica considerata priva di valore estetico e una tecnica in bilico tra arte e artigianato, proprio nel capoluogo emiliano, durante il XVIII secolo, la ritrattistica scultorea in cera ebbe un ruolo di primaria importanza godendo di fortuna e apprezzamento come rappresentazione congeniale ad una triplice funzione: la trattazione delle discipline scientifiche avviata nella rinomata scuola di anatomia umana dell’Università, la raffigurazione del potere e la devozione religiosa.

Promossa dai Musei Civici d’Arte Antica di Bologna in collaborazione con il Museo di Palazzo Poggi del Sistema Museale di Ateneo – Università di Bologna, l’esposizione Verità e illusione. Figure in cera del Settecento bolognese, allestita al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, è prorogata fino al 10 aprile 2023.
Curata da Massimo Medica, Mark Gregory D’Apuzzo, Ilaria Bianchi e Irene Graziani, essa intende far conoscere al pubblico e rivalutare in una giusta prospettiva l’indubbia qualità di quanto ancora sopravvive di una produzione che, secondo le fonti documentarie, fu assai ricca e vide impegnati abilissimi scultori. A ricondurre con piena dignità questo patrimonio nel clima della gloriosa civiltà figurativa del Settecento bolognese fu lo storico dell’arte Andrea Emiliani, che in un saggio del 1960 riconobbe una “realizzata unità fra imitazione, anzi super-imitazione del vero, e fantasia ricreante”, in grado di evocare “un’allusione sconcertante all’umano”. Il saggio di Emiliani è riprodotto nel Catalogo (Silvana editrice) che accompagna la rassegna.
A partire dal nucleo di opere conservato al Museo Davia Bargellini, il progetto espositivo traccia un ampio e dettagliato panorama dell’officina ceroplastica a Bologna riunendo per la prima volta 18 opere, di cui 16 figure in cera e 2 terrecotte,di notevole fattura presenti in raccolte museali ed edifici di culto cittadini, potendo inoltre godere del prestito straordinario di pezzi appartenenti a collezioni private e dunque raramente visibili.

Allestimento mostra “Verità e Illusione, figure in cera del Settecento Bolognese” al Museo Civico Davia Bargellini (Roberto Serra / Iguana)


I manufatti esposti, di cui 3 visibili per la prima volta, documentano le principali tipologie compositive in voga al tempo – dal ritratto offerto alla devozione popolare a quello ufficiale intriso di elegante mondanità fino alla “testa di carattere” o “testa d’espressione” trasferita verso lo spirito borghese – e recano le firme dei ceroplasti più virtuosi: da Angelo Gabriello Piò a Giovanni Battista Bolognini, da Ercole Lelli a Filippo Scandellari, da Nicola Toselli a Luigi Dardani.

Il percorso espositivo si estende anche nel Museo di Palazzo Poggi dove si trova la “Camera della Notomia” dell’Istituto delle Scienze con la serie di otto statue in cera progettate ed eseguite tra il 1742 e il 1751 dal pittore, scultore e architetto Ercole Lelli su commissione del Cardinale Prospero Lorenzo Lambertini, asceso al soglio pontificio nel 1740 con il nome di Benedetto XIV.

Anna Morandi Manzolini, Autoritratto


In una temperie di rinnovato fervore della vita culturale cittadina per impulso dell’ecclesiastico bolognese, la presenza di una fiorente scuola di studi anatomici favorì l’affermazione di Bologna come capitale della ceroplastica scientifica, con la formazione della prima vera scuola di modellatori in cera. Le prerogative di questa tecnica, tali da imitare la consistenza ed il colorito anche delle membrane più sottili e quasi invisibili, ne fecero, infatti, uno strumento assai efficace per scopi didattici.
L’impegno strettamente connesso al mondo della scienza medica del capostipite della scuola bolognese Ercole Lelli venne in seguito assunto dai celebri coniugi Giovanni Manzolini e Anna Morandi, creatori di decine di preparazioni anatomiche in cera, anch’esse conservate nelle collezioni storiche dell’ateneo bolognese. Il loro fondamentale contributo all’avanzamento delle conoscenze di anatomia e di fisiologia, grazie alla rappresentazione di parti del corpo umano di raffinatezza e minuzia tecnica del tutto straordinari per l’epoca, fu ammirato in tutta Europa.

In alto: Nicola Toselli, Ritratto del conte Paolo Patrizio Zambeccari

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