Tra golosità e simbolismi, buona Pasqua!
Abbiamo solo l’imbarazzo della scelta: con cioccolato al latte o fondente, con nocciole o pistacchi, firmate o solidali, decorate o semplici, di pasticceria o della grande distribuzione, grandi o piccole. Di uova di Pasqua oggi ce n’è per tutti i gusti e il mercato si prepara con largo anticipo a questa dolce kermesse, che riempie le vetrine delle pasticcerie e i supermercati dei brillanti colori delle confezioni, conferendo una nota di allegria primaverile alla nostra spesa. La tradizione delle uova pasquali ha radici che si perdono nei tempi, infatti già nell’antichità l’uovo veniva considerato come qualcosa di sacro e fortemente simbolico, in quanto fonte di nuova vita. Per i Persiani, lo scambio delle uova all’inizio della primavera era visto come gesto augurale, mentre egizi, greci e romani usavano sotterrare nei campi da coltivare delle uova, talvolta dipinte di rosso, quale auspicio di fertilità e di un buon raccolto. Con l’avvento del cristianesimo, lo scambio di uova venne associato alla festività della Pasqua come modo per celebrare la rinascita di Gesù Cristo e la speranza di vita eterna. Il cristianesimo quindi riprende le antiche tradizioni e le reinterpreta in una nuova prospettiva: l’uovo che in precedenza era associato all’arrivo della primavera che ritorna a far fiorire il mondo, ora diventa il simbolo della Resurrezione del Cristo. L’usanza di regalarsi uova in occasione della Pasqua si diffonde soprattutto a partire dal Medioevo, in Germania, dove le uova venivano bollite avvolte in foglie e fiori in modo che si colorassero naturalmente.
Tra i nobili e gli aristocratici dei vari paesi europei si diffuse invece la più costosa abitudine di creare delle uova artificiali rivestite con materiali preziosi, quali argento e oro, da donare nel periodo pasquale.
Ma chi per primo ebbe l’idea dell’uovo di cioccolato? Secondo alcune fonti bisogna tornare indietro fino al Settecento e precisamente alla corte di Luigi XIV di Borbone, il famoso il Re Sole, che richiese la realizzazione di un uovo di cacao al suo chocolatier di corte per celebrare la Pasqua. Ma anche altri ne rivendicano la paternità: gli inglesi indicano quale inventore dell’uovo di cioccolato John Cadbury che, nel 1842, modellò del cioccolato a forma di uovo come dolce dono pasquale e, alla fine dell’800, iniziò la produzione in serie e la commercializzazione della versione con sorpresa.
Già, e la sorpresa? Chi ha inventato l’uovo “ripieno” di un regalo? Se oggi nell’uovo di Pasqua troviamo una sorpresa è forse merito di Fabergé che, nel 1883, venne incaricato dallo zar di preparare un dono speciale per la zarina Maria. L’orafo creò per l’occasione un uovo di platino smaltato di bianco, contenente al suo interno un ulteriore uovo in oro che conteneva a sua volta due doni, ovvero, una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino d’oro, cosa che contribuì a diffondere la tradizione del dono all’interno dell’uovo. Ma non tutti su questo concordano, perché ci sono fonti che riportano come già nel Settecento a Torino ci fosse l’usanza di inserire un piccolo dono dentro le uova di cioccolato: potrebbero essere stati quindi proprio i piemontesi, maestri nell’arte del cioccolato, i primi a lanciare la moda delle uova pasquali con sorpresa!
Dopo esserci gustati questa storia sulle origini e storia dell’uovo pasquale… immagino che non vediamo l’ora di gustare il nostro uovo di cioccolato! Non dobbiamo aspettare, la Pasqua è vicina, ma ricordiamo sempre che questa dolce delizia non si ferma al palato, ma nasconde anche un profondo significato simbolico che raggiunge il nostro cuore, riempiendolo di gioia e speranza in un giorno speciale, la Pasqua.
Patrizia Masoni