La fotografia inonda Reggio Emilia

La natura cela il suo sapere ai nostri sensi, ma rivela la sua potenza in modi talvolta distruttivi, talvolta delicati. Si può intendere come un processo tra essere e divenire. Come esseri umani cerchiamo il carattere essenziale delle cose: di animali, piante, rocce, fiumi e sistemi meteorologici, nel tentativo di scoprire la natura e comprendere noi stessi e il mondo intorno a noi. Dalla riflessione sulle parole della scrittrice contemporanea Daisy Hildyard parte l’edizione 2024 di Fotografia Europea, la grande iniziativa che permea ed attraversa, fino al 9 giugno, la città di Reggio Emilia. L’edizione in corso ha per titolo “la natura ama nascondersi” e – spiegano gli organizzatori – “si propone di catturare la natura esplorando le interconnessioni fra occultamento e scoperta. La ricca e variegata serie di fotografie riunite per questa edizione tematizza il senso del doppio o della coesistenza come parte di tutta la vita sulla terra. Il contesto è quello dell’Antropocene e le storie si snodano da un lato su una scala iperlocale, dall’altro sul palco planetario, per parlare delle idee di simbiosi, sostenibilità e di emergenza climatica. La selezione vuole anche evocare le azioni positive o di trasformazione che gli esseri umani possono intraprendere, uscendo dall’asse di controllo dominante che la nostra specie esercita. In questo processo si scopre l’individuo, e insieme si celebra la coscienza ecocentrica, immaginando nuove narrazioni, forme e interpretazioni, presentando i vari modi in cui i concetti di natura sono stati rappresentati, e in alcuni casi destabilizzati, attraverso la fotografia e il cinema della contemporaneità”.

La rassegna prende il via da Palazzo Magnani (con la prima retrospettiva mai presentata in Italia di Susan Meiselas, fotografa americana nota soprattutto per il suo lavoro nelle aree di conflitto dell’America Centrale), dilaga nelle sale dei cinquecenteschi Chiostri di San Pietro, si sposta alla scoperta di Palazzo Da Mosto nella recondita via Mari e arriva a sfiorare la circonvallazione con il gioiello liberty di villa Zironi. In ogni contenitore, decine di opportunità, che è meglio studiarsi preventivamente sul sito https://www.fotografiaeuropea.it/
Ulteriori esposizioni accompagnano il visitatore nei luoghi simbolo della cultura reggiana: la Biblioteca Panizzi, i Musei civici, il più recente Spazio Gerra, gli ambienti (un tempo industriali) della Collezione Maramotti. Non manca inoltre un cartellone di convegni ed eventi, abbinato ad un Circuito off di mini-mostre, che spaziano per tutta la città, con un’attenzione speciale ai giovani e alle scuole.
Lisa Bellocchi
La foto in alto è “Cinema of elements”, di Pierre Zandrowicz, 2023.