Ninfa, da borgo fortificato a monumento naturalistico
Ninfa, sovrastata dalla rupe su cui sorge l’abitato di Norma, da cui si gode uno scorcio magnifico, era in origine un tempio dedicato alle ninfe. Da cui probabilmente sorse, nel VIII secolo d.C., la città di Ninfa. Una città che, nel medioevo, fu uno dei più fiorenti centri del Lazio. Prima ancora che venisse fondata l’attuale Latina, da cui dista 23 km.
L’importanza di Ninfa, oltre all’abbondante presenza d’acqua, era soprattutto legata alla sua posizione. Da quando venne abbandonata la Via Appia a causa del terreno ridotto a palude, mancò la principale via di comunicazione per il sud. Le merci e le persone dovettero passare così per Ninfa che, ben presto, divenne un agglomerato di case e poi, per proteggersi dalle scorrerie saracene, una città fortificata.
Nel 1159 a seguito del decesso di papa Adriano IV (che nel 1155 aveva incoronato imperatore Federico Barbarossa) venne aperto a Roma il conclave. La cui conclusione portò ad una doppia elezione: Rolando Bandinelli, che prese il nome di papa Alessandro III e Ottaviano da Monticelli che prese il nome di Vittore IV. Alessandro III venne cacciato da Roma e fuggì nel basso Lazio rifugiandosi a Ninfa, dove avvenne la sua consacrazione a Papa nella Chiesa di Santa Maria Maggiore.
L’elezione di un papa fuori le mura di Roma suscitò le ire dell’imperatore Federico Barbarossa che, nel 1165, mise a ferro e fuoco la città di Ninfa.
La ricostruzione completa della città avvenne solo nel 1297 sotto il pontificato di Bonifacio VIII. Suo nipote, Pietro Caetani, acquistò infatti il feudo e vi fece erigere la torre vicino al lago, poi vennero costruite chiese e abitazioni ed anche una diga per la raccolta delle acque.
Ninfa divenne presto ricca di chiese e torri. Venne costruita una doppia cinta di mura per la sua difesa e al suo interno si contavano sette chiese. Vennero realizzate opere per l’approvvigionamento idrico e per gli attracchi fluviali. La vita si svolgeva con vitalità nelle numerose piazze tra botteghe artigiane e di commercio e tra il romantico specchio d’acqua.
Ma nel 1378 ci fu lo Scisma d’Occidente, l’autorità papale di Urbano VI, eletto a Roma, venne messa in discussione dalla nomina dell’antipapa Clemente VII, eletto a Avignone, dividendo l’Europa cristiana in due correnti rivali. A cause delle lotte fratricide che ne risultarono, nel 1381 Ninfa fu brutalmente saccheggiata, incendiata e distrutta da parte di Onorato Caetani conte di Fondi. La carestia e la malaria fecero il resto: in pochi mesi della ricca e florida città rimase solo un insieme di rovine ricoperte di erbe e rovi. La città non fu più ricostruita.
Riprese vita solo nel XVI secolo, grazie al cardinale Nicolò III Caetani che, amante della botanica, creò a Ninfa un “giardino delle delizie“.
Alla fine dell’Ottocento i Caetani ritornarono sui loro possedimenti in precedenza abbandonati. Onorato Caetani aveva sposato l’inglese Ada Bootle Wilbraham, la quale si occupò di Ninfa creandovi un giardino in stile anglosassone. Vennero bonificate le paludi, estirpato gran parte delle infestanti che ricoprivano i ruderi. E vennero piantati cipressi, lecci, faggi e rose in gran numero. Vennero restaurate alcune rovine, fra cui il palazzo baronale (municipio), che divenne la casa di campagna della famiglia.
Successivamente, nel 1921, Gelasio Caetani iniziò a far piantare diverse specie botaniche che portava dai suoi viaggi all’estero e che a Ninfa, grazie al clima favorevole, ben si sviluppavano. Il giardino proseguì il suo sviluppo, tra i circa 8 ettari, con Roffredo Caetani, sua moglie Marguerite Chapin e la loro figlia Lelia Caetani. Nel giardino si trovano oggi il noce americano, l’acero giapponese e l’acero a foglie bianche, il faggio rosso, il melo ornamentale, il cedro, il melograno nano, il ciliegio pendulo, il pino dell’Himalaya e il pino messicano, il banano e tante altre piante e fiori. Intorno al giardino, è nata nel 1976 un’oasi del WWF. E nel 2000 tutta l’area di Ninfa è stata dichiarata monumento naturalistico.
Il giardino di Ninfa si trova magicamente immerso tra vari corsi d’acqua e ruscelli e un piccolo lago con al centro un isolotto. Dove vi era un piccolo tempio di epoca romana dedicato alle Ninfe Naiadi. E da cui origina il nome del giardino.
Vincenzo Basili