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La musica e l’arte al tempo di Marconi

N. 94- Novembre 2024

 

 

 

 

La musica e l’arte al tempo di Marconi

In tutti i campi, la voglia di essere liberi e comunicare prende il sopravvento. Corre l’anno 1874 e questo smisurato bisogno di indipendenza coinvolge molti pittori, come Pissarro, Renoir, Cezanne, Monet che, insieme a Degas, Sisley e Morrison, danno vita ad un nuovo movimento, detto impressionista.

Nel contesto musicale è un altro francese a portare con la sperimentazione, una vera rivoluzione, azzardando accordi e forme inusuali. Questi è Claude Debussy che volle far arrivare all’ascoltatore le proprie emozioni – anche controverse – che prima, sino a tutto il romanticismo, venivano prodotte attraverso schemi e tonalità che mai sarebbero usciti dalla logica formale. A Debussy https://www.youtube.com/watch?v=WNcsUNKlAKw e Ravel https://www.youtube.com/watch?v=q9tcHoD6r0c si affiancarono anche Lili Boulanger, Alexander Scriabin, Erick Satie, Karol Szymanowski e Ottorino Respighi, mentre Strauss componeva Die Fliederhaus.

In un periodo ricco di fermento (tanto che, a Bologna, la rivista “Ancora” riporta una cospicua serie di atti criminosi che mai prima si erano verificati), nasce Guglielmo Marconi.

150anni fa l’Italia diede i natali al maggiore scienziato e osservatore di tutto il XX secolo, dalle cui considerazioni si produssero finalità evolutive, ancora in uso oggi. Gli studi, che lo avevano portato nella Toscana fiorentina e livornese, gli consentirono a soli 21 anni, di perfezionare le ricerche del fisico tedesco Rudolf Hertz (1857 – 1894) e farle proprie. Nella sua breve vita Hertz (37 anni) aveva dimostrato oltre all’esistenza delle onde elettromagnetiche o hertziane (parametri musicali) anche i raggi ultravioletti.

Rudolf Hertz

Le onde hertziane nella musica, sono il numero di volte da (16 a 20.000) che in un secondo una forma d’onda produce un’onda sonora. Il nostro udito ne percepisce una vasta gamma, ma ci sono frequenze che sono più consone al nostro animo. 417 e 432 sono criteri tipici della musica antica, 440 è quello standard per accordare gli strumenti; anche se alcuni direttori d’orchestra a Berlino nel 1859 regolarono il Diapason a 451; invece a Vienna venne innalzato sino a 466. 528 sarebbe la frequenza per “far innamorare”. L’852 curerebbe la paura mentre la 963, rappresenterebbe la frequenza della perfezione, degli Dei, atta alla protezione della ghiandola pineale situata tra i due emisferi del cervello.

Con la scoperta di Hertz, furono raggiunti risultati scientifici inaspettati per merito di Marconi, poiché li seppe sfruttare. Un filo isolato a terra e uno nell’aria collegati da un generatore di oscillazioni elettriche, trasmettevano onde elettriche a 2 Km. Questa fu la scoperta di Marconi appena arrivato a Pontecchio, il quale aveva messo un ricevitore anch’esso collegato a un filo isolato nell’aria e a terra.

Guglielmo Marconi

Plausi e sostegno ricevette Marconi, dopo esser riuscito a dimostrare la valenza della sua scoperta – anche a Londra – brevettandola.

La Carlo Alberto, nave della Regia Marina varata nel 1853, ospitò nel 1902 Marconi, il quale vi compì importanti esperimenti sulla qualità della trasmissione, utilizzando il detector magnetico anche questo di sua invenzione. Con il 1903 hanno inizio le comunicazioni transatlantiche, grazie alle sue scoperte. Nel 1909, visto che furono posti sulle navi i primi servizi di radiocollegamento, fu possibile, salvare passeggeri ed equipaggi che si scontrarono a Nantucket, nell’oceano Atlantico. Sempre nello stesso anno gli fu assegnato il Nobel per la Fisica, con la scoperta della radio. Con essa fu possibile salvare un gran numero di passeggeri del Titanic che affondò nel 1912. La scoperta di Marconi fu molto utile alla popolazione inglese, poiché permise di collegarsi alle lontane colonie, per mezzo delle onde corte, le quali, collegate radio elettricamente, univano immense distanze. Sempre Marconi consentì agli abitanti della Città del Vaticano di comunicare con Castelgandolfo.

Alla figura di Marconi furono resi omaggi da tutte le Nazioni del mondo, dopo la sua inaspettata dipartita nel 1937. Tutti gli Stati gli conferirono diplomi e onorificenze. Quell’uomo, genio italico, per ben 14 anni -dal 1923 alla morte- compì i suoi esperimenti sullo yacht Elettra. Fu nominato Senatore del Regno nel 1914 e, ricevette dal Re il titolo nobiliare trasmissibile di Marchese. Il Duce lo fece Presidente della Reale Accademia d’Italia. Cambridge e Oxford, gli donarono lauree ad honorem, come pure la sua Bologna. Ogni grande città italiana gli ha dedicato una via. Egli si prodigò pure affinché la scoperta dell’altro illustre italiano, Antonio Meucci, potesse ritrovare la luce. Meucci, fiorentino di Firenze (1808-1889) ospitò addirittura Garibaldi!

Giancarlo Menotti

L’unico telefono ormai in uso dalla seconda metà del XVII secolo era quello acustico; di grande aiuto tra il personale addetto al palcoscenico e alle scenografie del Teatro alla Pergola di Firenze. Ebbene nel 1933, Marconi organizzò l’Esposizione Universale di Chicago, nelle vesti di Presidente del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) ed incaricò le Officine Galileo di ricostruire i due telefoni di Meucci del 1857, dando onore ad Antonio Meucci, il quale solo nel 2002 vide riconosciuta la sua epocale scoperta. La genialità di questi due ciclopi della comunicazione trova riscontro nell’opera lirica. Giancarlo Menotti (1911-2007) ideatore del Festival dei 2 Mondi di Spoleto, compose nel 1947 l’opera Il Telefono ossia L’amore a tre https://www.youtube.com/watch?v=XD-c3GmOapw

Questo titolo rappresentato perlopiù in coppia con La Medium, steso un anno prima fu rappresentato anche al Metropolitan Opera nel 1965 ed in questo 2024, centenario pucciniano, è equanime ricordare la produzione operistica e librettistica di Giancarlo Menotti, considerato il suo erede.

Mirella Golinelli

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