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Paolo Assalini, chirurgo delle armate di Napoleone

N. 89- Maggio 2024

 

 

 

Paolo Assalini, chirurgo delle armate di Napoleone

Una vita avventurosa e geniale, quella di Paolo Assalini, reggiano (quasi) ignoto ai concittadini, ma famoso nel mondo tra coloro che si occupano di chirurgia.

Nato nel 1759 in quella che non è ancora la città del Tricolore (lo sarà soltanto nel 1797), fuggito dopo un duello in cui uccide un collega, Assalini ebbe importanti incarichi chirurgici a Tolone, al Cairo, a Parigi e a Milano. Animo inquieto e ricercatore instancabile, Assalini esercitò l’arte medica seguendo le armate francesi che per decenni conquistarono l’Europa agli ordin di Napoleone. La sua storia è ripercorsa, con passione e ricchezza di documentazione storica, da Valeria Isacchini, esperta di storia militare ed autrice di altri apprezzati volumi.

“Paolo Assalini – scrive Anna Anna Maria Folchini Stabile nella prefazione a “Col ferro e col fuoco”, TraccePerLaMeta Edizioni- è un personaggio che esprime in pieno la figura dello studioso cosmopolita settecentesco, proiettato verso il futuro; il ricercatore espressione di un nuovo modo di esercitare la professione medica, capace di creare nuovi strumenti e nuovi modi operativi, contribuendo a trasformare la chirurgia da pratica quasi primitiva a scienza nuova e con un nuovo modus operandi che può salvare, curare e migliorare la qualità della vita. La sua figura umana e professionale incarna l’ideale dell’uomo “moderno” e pragmatico: conosce molti popoli, parla e scrive in molte lingue, sa tenere in considerazione e anche adottare le conoscenze mediche locali, ha una cultura medica scientifica, poliedrica e approfondita. Stimato e rispettato in tutto il mondo sanitario europeo del suo tempo, è patologo, chirurgo, ortopedico, ostetrico, oculista e, inoltre, attento e abile innovatore delle modalità relative al primo soccorso, sperimentando sui campi di battaglia. Gli strumenti chirurgici da lui inventati non solo hanno suscitato ammirazione nel mondo scientifico a lui contemporaneo, ma sono stati utilizzati nella pratica chirurgica fino ai primi decenni del Novecento”.

Di lui si ricordano un astuccio contenente lo strumentario chirurgico indispensabile per operare sui campi di battaglia ed un forcipe ed un pressarterie che portano tuttora il suo nome. Fu un precursore nella lotta per il miglioramento delle condizioni igieniche generali dei pazienti e a lui si deve il cosiddetto “gabinetto a trabocco”.

Tra le tante testimonianze della sua avventurosa vita: nel 1809 Assalini fu fatto prigioniero e condotto a Kopomak, piccolo villaggio dell’Ungheria; fu rimesso in libertà dopo soli dieci giorni per avere operato due donne rese cieche dalle cataratte, restituendo loro la vista.

Lisa Bellocchi

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