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Irrigare, valore aggiunto ambientale

N. 87- Marzo 2024

 

 

 

Irrigare, valore aggiunto ambientale

L’autorevole istituto di ricerca Nomisma  attesta il valore anche economico dei servizi complementari svolti dall’irrigazione per l’ambiente: uno studio, presentato recentemente a Bologna, stima, in almeno 2.700.000 euro i benefici ecosistemici apportati al territorio felsineo, dove il Consorzio di bonifica Renana irriga circa 20.000 ettari; si tratta del 25% dei suoli coltivati e potenzialmente irrigui nel locale bacino del fiume Reno,  dove il valore economico dell’agricoltura “bagnata” è stimato in 18.900.000 euro, cioè  ben il 40% del valore complessivo della produzione primaria del territorio.

“Il lavoro, che ha sperimentato un metodo di valutazione economica dei servizi ecosistemici – precisa Marco Marcatili, Responsabile Sviluppo e Sostenibilità di Nomisma – dimostra come i 4 milioni di euro, investiti dalla Bonifica Renana per l’irrigazione, generano almeno 2.700.000 euro in termini di benefici multipli, quali biodiversità, habitat, paesaggio per tutta la collettività bolognese”.

“L’attestazione di un accreditato istituto di ricerca è quanto mai importante, perché c’è ancora scarsa consapevolezza sul legame tra attività irrigua e benefici ambientali – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Per superare questo gap vanno segnalate  la crescente diffusione dei bilanci ambientali fra i Consorzi di bonifica ed irrigazione, nonché la certificazione Goccia Verde, voluta da ANBI per attestare la sostenibilità idrica delle produzioni agroalimentari”.

Tra i benefici ambientali dovuti all’agricoltura irrigua ci sono la ricarica diffusa delle falde freatiche ed il ritorno della risorsa idrica nel ciclo naturale, ma anche la fitodepurazione, il contrasto alla subsidenza, la regolazione del microclima locale e la riduzione dell’effetto “isola di calore”, la conservazione del paesaggio rurale storico e la permanenza delle colture irrigue tradizionali.

Specifica Paolo Pini, Direttore del Consorzio di bonifica Renana: “Degli 80 milioni di metri cubi di acqua, distribuiti dal reticolo idraulico consortile, l’85% è derivato dal fiume Po attraverso il Canale Emiliano Romagnolo; almeno 35 milioni di metri cubi di risorsa idrica sono fruiti direttamente dagli ecosistemi e dalle zone umide, connessi al reticolo dei canali irrigui”.

“Nell’area metropolitana bolognese – spiega Valentina Borghi, Presidente dell’ente consortile – ci sono 2.500 ettari destinati a valle o area umida, la cui biodiversità è garantita dal mantenimento di adeguati livelli idrici, nonostante la siccità in annate come questa. Si tratta, quindi, di una funzione ambientale svolta direttamente dal sistema irriguo consortile”.

“Lo studio di Nomisma – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – conferma che senza acqua (e quindi irrigazione) non solo non può esserci agricoltura, ma muore pure la natura. Da qui, la necessità di incrementare le riserve idriche attraverso la realizzazione di invasi multifunzionali come i 10.000, in collina e pianura, previsti dal Piano Laghetti proposto insieme a Coldiretti”.

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