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Emilia-Romagna “imperdibile”, garantisce Le Figaro

N. 87- Marzo 2024

 

 

 

Emilia-Romagna “imperdibile”, garantisce Le Figaro

Secondo l’Enit, l’Agenzia nazionale per il Turismo, nel 2020 in Italia sono arrivati 57 milioni di turisti in meno rispetto al 2019, un dato inevitabile nell’era Covid, che ha significato una perdita di 71 miliardi di euro, in larga parte provenienti dal turismo estero. Ipotizzare una ripresa da questa débacle è un po’ come guardare dentro la sfera di cristallo, ma gli esperti concordano su un ritorno a livelli pre-Covid nel 2023, più probabile 2024.

Secondo il presidente Enit Giorgio Palmucci, i primi turisti a tornare saranno quelli dei Paesi di prossimità, cioè quelli che possono raggiungere l’Italia in auto, Francia e Germania in primis, ma anche la Gran Bretagna (molto dipenderà ovviamente dall’andamento del Covid e della vaccinazioni con le conseguenti regole per gli spostamenti). Gli esperti dicono che i turisti di questi tre Paesi si orienteranno su varie combinazioni di prodotto: i Francesi e i Britannici punteranno su cultura, vacanza gourmand e mare; i tedeschi soprattutto su mare e relax, senza dimenticare la cultura.

Cultura, mare ed enogastronomia, sembrano tre obiettivi ritagliati appositamente su una regione come l’Emila Romagna, che all’inizio di febbraio è finita sull’inserto Voyage (viaggio) dell’importante quotidiano francese Le Figaro.

Seguendo Stendhal e Chateaubriand

Quella che il giornale francese definisce una “delle più prospere regioni d’Europa”, viene consigliata ai turisti d’Oltralpe per le sue antiche città medievali, decantate da scrittori francesi come Stendhal et Chateaubriand, per la sua gastronomia e per le sue stazioni balneari, senza dimenticare attrazioni tecnologiche, quali le “grandi cilindrate” delle automobili Ferrari, Lamborghini, Maserati e le moto Ducati.

Con piglio accattivante e descrizioni dettagliate, Le Figaro definisce “imperdibili” cinque città: Bologna, Modena, Parma, Ferrara e Ravenna, con precise indicazioni di viaggio che fanno perno sugli aeroporti di Bologna e di Rimini.

Bologna è consigliata per le sue piazze (Santo Stefano, Piazza Maggiore), le due torri, la fontana del “muscoloso” Nettuno, realizzato proprio da un artista francese (Jean de Boulogne, Giambologna), la Pinacoteca nazionale, con quadri di Giotto, Perugino, Raffaello, Tiziano, ma anche Reni e Carracci. “Bologne la savante” (dotta) viene raccomandata anche come sede della più antica università del mondo occidentale, fondata nel 1088; “che conferisce al centro storico un’atmosfera studentesca un po’ festosa!”

Di Modena, “città dell’aceto balsamico, di antiche pietre e di grandi cilindrate”, vengono esaltati Piazza Grande, patrimonio dell’Umanità Unesco, con il suo magnifico Duomo del XII secolo, il Palazzo dei Musei, il mercato coperto Albinelli, “in stile decò”, dove acquistare l’Aceto balsamico Tradizionale Dop, con passaggio obbligato ai musei delle grandi auto, Ferrrari, Maserati, Lamborghini.

Un battistero unico

Città d’arte e gastronomia, viene definita Parma, decantata per i grandi prodotti della tavola: Culatello, Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano, che però non possono oscurare le bellezze artistiche, dal magnifico duomo del XII secolo con i “vertiginosi” affreschi del Correggio, al “sublime battistero (XII-XIII secolo), un ottagono in marmo unico nel mondo cristiano”, alla Galleria Nazionale di Parma (La Pilotta). Con un po’ di orgoglio nazionale, Le Figaro ricorda che nel Primo Impero di Francia, Parma è stata “la capitale di un dipartimento francese”.

Ravenna con le sue “gemme paleocristiane” viene presentata come “un’orgia di sublimi mosaici colorati del V secolo”; i viaggiatori vengono invitati a visitare il mausoleo di Galla Placidia, “costruzione unica – patrimonio dell’Umanità Unesco – che celebrava la capitale dell’Impero Romano d’Occidente, poi quella dell’Italia bizantina”. Altri capolavori da non perdere sono per Le Figaro “i delicati mosaici dell’imponente Basilica di San Vitale” e la Basilica di Sant’Apollinare in Classe.

Di Ferrara, definita “gioiello rinascimentale nel cuore del Delta del Po”, vengono ricordati i nove chilometri di bastioni che circondano la città vecchia. “Emergendo dalle nebbie del Delta del Po – scrive Le Figaro – la vecchia Ferrara ci catapulta in una maestosa e romantica atmosfera rinascimentale, color mattone”. Al visitatore viene raccomandata una visita al “superbo” duomo (“uno dei più suggestivi del nord Italia”), al “monumentale” Castello Estense, al “sorprendente” Palazzo dei Diamanti e, immancabile, un giro in bici, in barca o a cavallo nel patrimonio Unesco del Delta del Po.

Con una simile sinfonia di elogi, in epoca normale ci sarebbe da aspettarsi un folta schiera di turisti francesi. In era Covid, chissà?

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