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Cent’anni fa moriva il “cigno” Saint-Saens

N. 88- Aprile 2024

 

 

 

Cent’anni fa moriva il “cigno” Saint-Saens

Nel 2021 si ricordano il centenario della morte di un insigne compositore: Camille Saint-Saens ed il secondo centenario della nascita del suo conterraneo (divenuto famosissimo scrittore insieme a Guy de Maupassant), Gustave Flaubert.

La famiglia Saint-Saens era originaria della Normandia ma Camille nacque a Parigi il 9 ottobre 1835. Egli ebbe grande facilità nell’appropriarsi di ogni tecnica e forma musicale, per poi svilupparla, contrapponendosi così ed in maniera del tutto indipendente al gigante germanico Richard Wagner, facendo sì che i suoi successori sino a Debussy concretizzassero nella ricerca armonica, un segno, anche se tra i due grandi maestri, rimase soggettiva la posizione artistico-morale.

Fu la longevità a concedere a Saint-Saens di produrre imponentemente ogni genere, poiché fu organista e pianista perfetto, al pari di George Bizet, che gli dimostrò grande amicizia e stima, tanto da rivolgersi a Camille dicendo: “Beato te che puoi infischiarti dell’ostracismo dell’opera e sei capace di fare tutto. Io altro che per il teatro, non so far nulla”. L’eclettismo musicale di Saint-Saens, imperniato di espressività e finezza, rimase sempre tra le sponde della tonalità, caratteristiche che riversò soprattutto in ambito operistico; aspetto questo che si va ad approfondire. Fu appunto Saint-Saens a ridonare alla musica francese la strada gloriosa che avevano spianata Rameau, Couperin e Cherubini. Il “Sansone e Dalida”, fu composto nel quinquennio dal 1869 ed il 1874 e fu grazie a Franz Listz che tre anni dopo, venne rappresentato a Weimar. Dal compromesso tra la complessità del teatro wagneriano ed il melodramma storico, nasce nel 1887, “Proserpina”, la cui tragica storia d’amore è ambientata nel periodo rinascimentale italiano. “Phrynè”, al contrario di Proserpina, prende spunto da Aristofane e fu allestita nel 1893, anno in cui Giuseppe Verdi, compose il suo ultimo capolavoro, su libretto di Arrigo Boito, dal titolo: “Falstaff” e Humperdick produsse “Hansel e Gretel”. L’opera più straordinaria di quell’anno, resta comunque “Manon Lescaut” di Puccini.

Titolo operistico venne dato anche al poema sinfonico-biblico “Le Deluge “del 1876 ed ai poemi sinfonici “Le rovet D’Omphale” del 1871, “Fetonte” e “La Danse macabre” del 1875 e “La Jeunesse D’Hercule” del 1877. Pure “Sansone” ed “Enrico VIII” presentano uno sfondo sinfonico, ma la scrittura lirico – vocale è sempre adatta alla massa sonoro- strumentale, tanto da non coprirne il discorso drammatico.

Saint-Saens, la cui intima natura è simile ai musicisti del ‘600 e del ‘700 italiano, venne considerato retrivo, ma nella sua classicità si abbandonò al richiamo dell’impressionismo.

Nell’anno della morte di Camille Saint- Saens, avvenuta ad Algeri il 16 dicembre, Prokofiev musica la commedia del veneziano Carlo Gozzi “l’Amore delle 3 melarance”, che era stata rappresentata per la prima volta a Venezia nel 1761 o ’62, ed il cui canovaccio servì anche per la commovente incompiuta “Turandot “di Puccini.

Solo 100 anni prima il pianista C.M.von Weber aveva composto la prima grande opera tedesca del periodo romantico, dal titolo “Il franco cacciatore” ma già nel 1809 le musiche di scena per la sua Turandot. Camille produsse anche musica da camera per pianoforte e per organo, sonate per trio, quartetto, settimino, per oboe, e musica sacra: mottetti, messe ed oratori, melodie per canto e pianoforte, cantate a carattere profano, 13 melodrammi ed una miriade di altri lavori, come le poesie.

Del maestro francese, rimane famosissima la suite da camera: “Le Carnaval des Animaux” di cui, con il “Sansone e Dalida” si consiglia l’ascolto: https://youtu.be/7OIhsxF_GA0

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