Pasqua: Passione e Resurrezione in musica

Da oltre 2000 anni, la commemorazione della Resurrezione del Salvatore Gesù Cristo è una delle massime festività celebrate dal Cristianesimo. La rievocazione – per il popolo cattolico – viene celebrata la prima domenica, dopo il primo plenilunio che si accoda all’equinozio di primavera; questo tra il 22 marzo e il 25 aprile. Per la comunità ebraica, è il ricordo della liberazione dalla schiavitù, grazie all’arrivo dell’Angelo Sterminatore dei figli maggiori degli Egizi.
La croce fu da sempre uno strumento di tortura e di morte, per i fuorilegge. Inizialmente venne costruita con due pezzi di legno messi di traverso e fissati al centro. L’idea giunse dalla Persia e dall’Egitto ma trovò terreno fertile in Grecia, a Cartagine, a Roma e nella Giudea di Erode, re degli Ebrei, all’epoca della nascita di Gesù.
Fiori, spade, motivi decorativi e simbolici – in ambito araldico e come segno di distinzione onorifica – avvolgono, attorniano o si intersecano sulle croci per lo più d’oro, che vengono indossate solitamente sul lato sinistro dagli appartenenti agli ordini cavallereschi e dinastici. La forma della Croce di Malta è pure utilizzata in ambito cinematografico per arrestare ad intervalli regolari, la pellicola. Di forme della Croce si ricordano le più importanti, che sono 35. I loro nomi: Egizia, Taumata, Latina, Del Calvario, di Sant’Andrea, Greca, Scalinata, Papale, di Lorena, Doppia semipotenziata, Potenziata, Fitta, di Santo Spirito, di San Maurizio, di Gerusalemme, Aguzza, Anguifera, Ricerchiata, Forcuta, Gigliata, Ricrociata, Ritrinciata, Pisana, di Tolosa, Pomata, Bordonata, Ancorata, di Malta, di Otto punte, Stellata, Patente, Nodosa, Secca, Uncinata. Dal simbolo della Croce, presero vita gli emblemi che i guerrieri apponevano sulla spalla destra, durante le imprese avviate dai popoli dell’Occidente cristiano, per liberare la Palestina dall’ egemonia turco-arabo-musulmana.
La Prima Crociata che vide l’assunzione vittoriosa di Goffredo di Buglione al trono di Gerusalemme, poiché riuscì nel 1099 a liberare il sepolcro di Cristo è ricordata non solo dalla storia ma anche dalla lirica (https://www.omnismagazine.com/la-gerusalemme-tasso-e-monteverdi/ n.92 del 15 settembre 2024 di Mirella Golinelli). Essa era stata annunziata quattro anni prima (novembre 1095) nel Concilio di Clermont da Papa Urbano II.
Le Crociate furono otto. Per circa duecento anni si alternarono risultati positivi e negativi, come furono per la Seconda, guidata da Corrado III di Germania e Luigi VII di Francia dopo essere stata bandita da Papa Eugenio. L’insuccesso si dovette al fatto che i Turchi avevano riconquistato Edessa. In un susseguirsi di conseguenze avverse, il 1291 determinò la caduta definitiva dei cristiani a San Giovanni d’Acri. Nonostante papi e regnanti volessero riordinare le spedizioni in Oriente, non si giunse a nulla. In ambito musicale, durante il periodo precedente la Pasqua di Resurrezione, vengono solitamente programmati gli Stabat Mater ma di impatto sicuramente più forte sono gli oratori – rarissimamente eseguiti – che argomentano sulla sola immagine di Gesù https://youtu.be/74K2LDaPrww?si=agI43gh-Q-bGSVQ6
Per questo motivo, per approfondire il significato della croce, è giusto giungere all’ascolto di brani sacri che contengono nel libretto, poi sviluppato musicalmente dal compositore, le “sette parole di Cristo”. Si tratta in realtà di sette brevi frasi, le ultime del Salvatore, riportate dai Vangeli di Luca, Matteo e Giovanni. Le riporto di seguito.
Pater remitte illis quia nesciunt quid faciunt(Padre perdona loro poiché non sanno quello che fanno)
Amen dico tibi: hodie mecum eris in paradiso(In verità, ti dico, oggi tu sarai con me in paradiso)
Mulier, ecce filius tuus Fili, ecce Mater Tua(Donna ecco Tuo Figlio, Figlio ecco Tua Madre)
Eli, Eli, lema sabacthani(Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?)
Sitio (Ho sete)
Consummatum est(Tutto è compiuto)
Pater in manus tuas commendo spiritum meum (Padre nelle Tue mani consegno il mio spirito).

Nel 1500 Orlando di Lasso, compose il mottetto a 5 voci Septem Verba Domini Jesu Christi.
Più precisa collocazione storica è quella del 1645, quando Heinrich Schutz compone e fa eseguire Die Sieben Worte Jesu Christ (SWV 4781) https://youtu.be/ry8LFzb0Cgg?si=4QCCs4iMg1T-Y8dt
Septem Verba a Christo in Cruce moriente prolata viene attribuito a G.B. Pergolesi, che lo avrebbe dovuto comporre sei anni prima della sua dipartita, nel 1730, all’età di vent’anni. https://youtu.be/uOIbio5sdIc?si=nggc2gxQj-uNe4Uu
Nel 1787 J. Haydn, compone l’oratorio con 5 voci soliste di cui 2 sopranili e coro a quattro voci, Die Sieben Letzten worte unseres https://youtu.be/R2ljYXsWWGs?si=PVtUC0mAXKwSNabb con il supporto di un quartetto di due violini, viola e basso continuo
Nel 1838, Saverio Mercadante compone l’oratorio Le ultime 7 parole di Nostro Signore Gesù. Ilsupporto strumentale originario è un semplice quartetto d’archi, a significare il fatto che non è la massa sonora a evidenziare la drammaticità espositiva ma spesso è il “solo” strumento solista. https://youtu.be/24jbnXz35VA?si=EfPixAQidvT5p1rX
Charles Gounod scrisse nel 1855 per un pianoforte o organo ad libitum, Le sept paroles de Notre Seigneur Jesus Christ sur la Croix
Quattro anni più tardi un altro francese, Cesar Franck, compone e fa eseguire
Le sept paroles du Christ sur la Croix, un oratorio in forma classica con 4 voci solite e un coro a 4 voci https://youtu.be/OLBMqCiUXUM?si=ytfdDUI1TLK_b5K7, sublime la linea del soprano.
Lorenzo Perosi, prelato, ci lasciò Le Sette parole di Nostro Signor Gesù Cristo, datate al 1913; quasi contemporaneo a Mascagni, egli rese immortali pagine musicali e testi sacri.
Mirella Golinelli