La “Gerusalemme”, Tasso e Monteverdi
Nella collezione degli Uffizi di Firenze – alla quale appartengono 492 ritratti di uomini illustri del Rinascimento – trova sistemazione, il ritratto di Torquato Tasso del 1624. Questa importante raccolta fu resa possibile sino al 1720. Il celebre uomo d’armi e letterato fu immortalato con una sorta di giacca, un evidente collo di pelliccia e una corona di alloro. Il più grande capolavoro eroico scaturito dalla sua penna fu Gerusalemme Liberata. Questo tomo subì vari rimaneggiamenti sin dalle prime pubblicazioni (1572-1573) di Parma e Casalmaggiore, curate da Angelo Ingegneri, benemerito per la sua opera di amanuense. In effetti fu grazie alla sua solerzia che, in sole 6 fredde notti dell’inverno 1579/80, il manoscritto del Tasso, fu ricopiato; nonostante mancasse delle ultime correzioni del Tasso stesso. Con data 24 giugno 1581 – curata dal ferrarese Febo Bonnà – viene pubblicata la prima delle due edizioni del poema, a Ferrara. In essa vi si trova la dedica ad Alfonso II d’Este, allora Duca di Ferrara. Ancora nel 1624, il compositore Claudio Monteverdi, trae dal Canto XII, l’ispirazione per mettere in musica Il combattimento Tancredi-Clorinda https://youtu.be/LUYpo-DzZs4?si=OOB65FPC0sI-jQWB che vedrà la scena a Venezia per il carnevale del 1624.
Come uomo d’armi, Tasso fu minuzioso narratore di assedi e duelli. L’impronta lasciata dalla sua opera d’arte letteraria, in ambito librettistico e compositivo è ineguagliabile. Le tematiche messe in musica furono il vessillo di un’epoca fantastica, impregnata degli ideali più profondi e nobili: il trionfo della fede Cristiana, l’eroismo dei Cavalieri, la lotta per la liberazione del Santo Sepolcro. A precedere il lavoro monteverdiano fu l’utilizzo da parte del compositore belga Giaches de Wert, delle ottave tratte dalla Gerusalemme Liberata, per comporre dei madrigali. Wert, nato nel 1535, morì in Italia a Mantova nel 1596, dopo aver avuto importanti affidi da Alfonso II d’Este, a Ferrara. Il Tasso, in seguito ad un grosso diverbio con Alfonso II d’Este, venne rinchiuso nella cella di Sant’Anna (denominata in seguito cella del Tasso) a Ferrara. Essa fiancheggia in maniera sottostante l’auditoriun del Conservatorio Girolamo Frescobaldi. La narrazione fu pubblicata furtivamente durante la sua prigionia ma, non venne riconosciuta dal Tasso stesso, dopo la sua scarcerazione. Egli nel 1593 nuovamente la trascrisse rimaneggiando il contenuto ma la nuova Gerusalemme Conquistata, non ottenne gli stessi consensi della Liberata e finì per essere obliata. Il poema dedicato alla prima crociata (1096-1099) ha come protagonista Goffredo di Buglione e per motivi religiosi fu sottoposto al tribunale ecclesiastico della censura che, inaspettatamente, lo approvò. Nello scorrere dell’opera, vengono nominati innumerevoli personaggi i quali, a vario titolo, sono poi entrati nell’immaginario poetico-librettistico del mondo dell’opera lirica. Idraote, Sveno, Rinaldo, Armida, Ismeno, Argante, Aladino, Erminia, Clorinda, sono divenuti quindi i personaggi principali di titoli operistici come il già citato Combattimento Tancredi-Clorinda, un madrigale che vede in azione scenica 2 voci maschili e una femminile. Clorinda guerriera mussulmana ricopre la tessitura di soprano, Tancredi cavaliere cristiano quella di tenore primo e il Narratore invece è tenore secondo. L’opera fu riscoperta solo nel 1932, dall’appartenente alla Generazione dell’80, Gian Francesco Malipiero che, con notevole difficoltà, riuscì a farla rappresentare nel Teatro Goldoni di Venezia.
Di Carlo Pallavicino è invece l’opera La Gierusalemme Liberata, su libretto di Giulio Cesare Corradi, andata in scena sempre a Venezia nel 1686. Altro titolo, questa volta sgorgato dalla penna del celebre cigno di Pesaro, Gioachino Rossini, fu Tancredi. Scritto esclusivamente per la città di Ferrara con un finale tragico, Rossini si assicurò grande fama proprio con quest’opera lirica.
Non va dimenticato il lavoro in un atto di Andrea Renato Arnaboldi. La sua opera lirica, infatti, rende omaggio al titolo del Tasso emulandolo.
Il cinema muto italiano nel 1918 offre la sua versione della Gerusalemme Liberata mettendo in scena il lavoro di Enrico Guazzoni https://youtu.be/eJzLiscJ4cw?si=y1fDyslqFrWVxb0X
In questa pellicola b/n sonorizzata nel 1933, tutti i personaggi del gioiello tassiano vestono in maniera impeccabile gli abiti dell’epoca, poiché Guazzoni, fu anche noto costumista mentre, i personaggi: Tancredi, Armida, Clorinda (morirà per mano di Tancredi) Erminia, Rinaldo, Aladino, Goffredo di Buglione, Olindo e Argante trovano ampio spazio nella recitazione e nella gestualità plateale.
Ma il personaggio più puro è il Cavaliere Rinaldo; quel Rinaldo dell’opera omonima HWV 7 di G.F. Haendel, composta nel 1711. Fu proprio Giacomo Rossi, il librettista italiano che produsse anche il libretto per l’opera Amadigi di Gaula HWV 11 nel 1715, che, trasferitosi a Londra, collaborò per questa ineguagliabile composizione, della quale poté godere la fama.
Alcuni ritengono il personaggio Rinaldo del Tasso di pura invenzione però a lui, viene attribuita la fondazione della Casa d’Este; motivo per cui il poeta onorò la figura di Alfonso II d’Este che gli aveva commissionato la stesura del poema. Rinaldo ipoteticamente potrebbe essere: un eroe immaginario, un valoroso appartenente alla casata degli Estensi, figlio di Bertoldo a sua volta figlio di Azzo IV d’Este che il Tasso cita nel I canto ottave 58-60, ma persino il semidio paladino Rinaldo di Chantillon o Reynald o Reginaldo di Chastillon, un prode cavaliere francese nato nel 1125 e morto il 4 luglio 1187.
Il capolavoro della Gerusalemme Liberata donò molti spunti all’ambito musicale, tra questi l’opera lirica che Gaetano Donizetti volle dedicare alla figura di Torquato Tasso.
Quest’opera composta nel 1833, su libretto di Jacopo Ferretti, sottolinea l’invidia del segretario del Duca Alfonso II nei confronti del celebre poeta.
E’ il 1985, quando durante una riunione dei Componenti del Circolo della Musica a Ferrara, vengo a conoscenza – ospiti in città per la produzione del titolo donizettiano- del soprano Luciana Serra e del direttore d’orchestra Massimo De Bernart; il più famoso direttore d’orchestra del 900, di cui si ricordano in questo 2024, i vent’anni della scomparsa.
Mirella Golinelli