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Ugo Bellocchi, storico poliedrico, amante delle arti

N. 88- Aprile 2024

 

 

 

Ugo Bellocchi, storico poliedrico, amante delle arti

Giornalista, studioso, docente, bibliotecario, attivissimo protagonista della vita culturale di Reggio Emilia. Ad “Ugo Bellocchi promotore culturale nella seconda metà del Novecento” ha dedicato un ricco convegno, sulla piattaforma Panizzionair, la Biblioteca Municipale Panizzi assieme a Deputazione di Storia Patria per le antiche provincie modenesi, Istoreco, Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, Centro Studi sul dialetto di Albinea e Famiglia dello studioso, nato nel 1920 (il convegno era programmato per il Centenario della nascita e rinviato per ragioni legate al Covid19) e scomparso nel 2011.

Giordano Gasparini, direttore emerito della Biblioteca Panizzi, ha delineato la situazione economica, sociale e culturale a Reggio nei decenni tra Cinquanta e Settanta, quando maggiormente si dispiegò l’attività di Bellocchi, inserendosi in un contesto vivacissimo, di ricostruzione post bellica con intuizioni innovative. Il cinema (con Zavattini), la musica jazz (con Henghel Gualdi), la Casa della Cultura, la nascita delle “scuole comunali dell’infanzia” (1963) l’inaugurazione del nuovo Arcispedale Santa Maria Nuova (1965, progettato da Enea Manfredini), sono tra i fattori che lievitano in una città provinciale solo nei numeri.

Bellocchi – ricostruisce lo storico Alberto Ferraboschi – diresse la civica Biblioteca Popolare dal 1951 al 1972, moltiplicandone il patrimonio librario e favorendo in ogni modo l’accesso alla cultura da parte di fasce sociali inizialmente svantaggiate. Per agevolarle, la “Popolare” apriva le proprie sale quotidianamente fino alle 22, consentendo con ciò l’accesso a lavoratori altrimenti impegnati durante il giorno.

Per Mirco Carrattieri, direttore generale della Rete nazionale per la storia della resistenza e dell’età contemporanea, la figura di Bellocchi è interessante per il suo coltivare tutta la filiera della storiografia, per il suo approccio moderno alla “public history”. Perciò Carrattieri ha proposto che venga intitolato ad Ugo Bellocchi un seminario nazionale annuale su storia e storiografia, invitando a parteciparvi tutte le realtà che operano nel settore. La proposta ha riscosso vivo interesse in tutte le organizzazioni partecipanti al convegno, a partire dall’Ordine dei giornalisti, il cui presidente Giovanni Rossi ha coordinato i lavori.

Lisa Bellocchi, figlia di Ugo, ha raccontato la fitta rete di relazioni che il padre ha intessuto con gli ambienti intellettuali ed artistici, non soltanto della città, spaziando dalla grafica (con il Centro Internazionale di Venezia) alla musica; dalle ricerche sul dialetto ai volumi su Matilde di Canossa e Lodovico Ariosto, sempre mirando ad una valorizzazione del “bello”.

Giuseppe Adriano Rossi, attuale presidente della Deputazione di Storia Patria (sezione reggiana) e dell’Associazione Stampa Reggiana, ha ripercorso il ruolo di Bellocchi in entrambe, rendendole una fucina di occasioni culturali, opportunità formative e relazioni amicali.

Da un gruppo di amici, guidati da Bellocchi, nacque anche il Centro Studi sul Dialetto Reggiano, che ha sede presso la Biblioteca Comunale di Albinea. Ne ha ripercorso la storia ultratrentennale Maria Cristina Bulgarelli, ricordando anche che il prossimo 6 giugno, alle ore 17, presso la stessa Biblioteca, si terrà la cerimonia di consegna del “Premio Bellocchi” per studi inediti sulla storia e le tradizioni dell’idioma locale.

Le numerosissime, preziose sfaccettature di Bellocchi, personalità importante nella cultura non soltanto reggiana, sono state valorizzate nell’intervento conclusivo di Angelo Spaggiari, presidente della Deputazione di Storia Patria per le antiche provincie modenesi, che si affiancherà a coloro che vorranno ulteriormente approfondire la figura di Bellocchi e la sua eredità culturale.

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