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Torna il barbo alle sorgenti dell’Arno

N. 88- Aprile 2024

 

 

 

Torna il barbo alle sorgenti dell’Arno

Trovare soluzioni nuove e condivise per coniugare sicurezza idraulica e biodiversità, agricoltura e contrasto ai cambiamenti climatici, natura ed attività economico-produttive,  in una dimensione di sostenibilità ambientale: è questo l’obbiettivo del percorso partecipativo “Casentino H2O”, il Contratto di Fiume promosso dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno sul tratto iniziale dell’Arno, nelle Foreste Casentinesi, là dove il famoso corso d’acqua è, per dirla con Dante, “poco più che un fiumicello”.

In questa zona, rende noto l’ANBI, si sta osservando un fatto di particolare importanza: la schiusa di 20.000 uova di barbo tiberino, una specie che sembrava sparita dalla zona e che è tornata a ripopolare le acque locali, grazie all’impegno di due giovani, Andrea Gambassini e Alessandro Volpone che, dopo la laurea, hanno dato nuova vita all’Antica Acquacoltura Molin di Bucchio, indirizzandola al recupero delle specie autoctone: così  sono stati riprodotti il ghiozzo di ruscello ed il barbo tiberino, già rilasciato in 5.000 esemplari.

È stato impostato un allevamento ittico non intensivo, attento alla qualità dell’ambiente ed al benessere degli animali: nelle vasche alimentate con acqua sorgiva purissima e dove la densità di popolazione è “confortevole”, i pesci sono nutriti con mangime biologico, mescolato solo con aglio macerato, un antisettico naturale.   Con questa tecnica l’Antica Acquacoltura Molin di Bucchio dal Dicembre 2020 è stata nominata “modello europeo di buone pratiche per la produzione ittica”, in particolare di trote fario, trote iridee e salmerini.

All’orizzonte, però, si profila un altro traguardo: rintracciare e riprodurre la trota autoctona, progetto che sarà portato avanti con l’avallo dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale).

“Quanto sta accadendo alle sorgenti dell’Arno è un concreto esempio della funzione propulsiva, che i Consorzi di bonifica hanno per la promozione dell’economia locale” commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

“E’ questa la dimostrazione dell’attenzione, che quotidianamente rivolgiamo all’ambiente, ai suoi ecosistemi ed alla sostenibilità – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – E’ un ulteriore tassello verso un nuovo modello di sviluppo, che abbia al centro lo sviluppo del territorio e delle sue peculiarità.”

“Festeggiare il rilascio di un numero così importante di esemplari di barbo tiberino – conclude Serena Stefani, Presidente del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno – è decisamente un buon punto di partenza, che ci stimola a studiare e programmare interventi volti a conservare e migliorare le caratteristiche naturali, che rendono unico il reticolo idrico del Casentino.”

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