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Storie dal triangolo verdiano

N. 100- Maggio 2025

 

 

 

Storie dal triangolo verdiano

Una manciata di chilometri separa Busseto, città natale di Verdi, da Villa Sant’Agata a Villanova sull’Arda, dove il musicista visse per mezzo secolo e dove compose tutte le opere della maturità. Poco più in là Parma, con la sua storia di passione per la musica lirica e un Festival che proprio a Verdi è dedicato. Un ideale “triangolo” dove si sviluppano e intrecciano storie dal diverso destino.

Quello di Villa Sant’Agata sembrava segnato quando, alla fine dello scorso anno, la villa-museo che custodisce i ricordi della vita del Maestro chiuse i battenti e venne messa all’asta, al termine di una complessa vicenda giudiziaria fra gli eredi durata una ventina d’anni. Fortunatamente, affinché questo grande patrimonio non andasse disperso, lo Stato ha esercitato il suo “diritto di prelazione”, in virtù della valenza culturale dell’immobile, stanziando 20 milioni nella legge finanziaria. Allo stesso tempo – su iniziativa del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che ha definito Villa Sant’Agata “luogo della memoria collettiva nazionale” – è nato il progetto “Viva Verdi”, che coinvolge le 14 Fondazioni lirico-sinfoniche italiane, impegnate in una serie di concerti straordinari per raccogliere altri fondi.

Il famoso ritratto di Giuseppe Verdi dipinto da Giovanni Boldini

Clima di festa intanto a Parma, che si sta preparando alla 23esima edizione del Festival Verdi, in programma dal 16 settembre al 16 ottobre, con un fitto calendario di appuntamenti fra quel vero gioiello del Teatro Regio, voluto dalla duchessa Maria Luigia, e la “bomboniera” del Teatro Verdi di Busseto (appena 300 posti), con una tappa nel quasi altrettanto piccolo Teatro Magnani di Fidenza.

Ad aprire il Festival sarà la “Verdi Street Parade”, spettacolo itinerante che animerà strade e piazze del centro cittadino, con l’obiettivo di coinvolgere un pubblico molto più ampio di quello che abitualmente frequenta il Teatro. Poi spazio alle opere, che quest’anno saranno: I Lombardi alla prima Crociata, Falstaff, Trovatore, Nabucco, cui di aggiungono la Messa da Requiem e vari concerti lirico-sinfonici.

Tutti nuovi gli allestimenti delle opere. Quello de “I Lombardi alla prima Crociata”, quarto melodramma del catalogo verdiano (1843), che inaugura il cartellone operistico il 21 settembre, è firmato dal “decano” dei registi italiani, Pier Luigi Pizzi; dirige Francesco Lanzillotta.

“Trovatore” (dal 24 settembre) ha la regia di Davide Livermore, al suo debutto a Parma, e la bacchetta di Francesco Ivan Ciampa.

“Falstaff”, ultimo capolavoro verdiano, va invece in scena a Busseto (dal 22 settembre) in una versione “cameristica”, nell’arrangiamento curato dal direttore Alessandro Palumbo; regia di Manuel Renga.

Ancora: Giampaolo Bisanti dirige “Nabucco” (in forma di concerto) a Fidenza; mentre la musicista ucraina Oksana Lyniv dirige la “Messa da Requiem”, capolavoro sacro di Verdi, al Regio di Parma.

E anche il Festival non mancherà di offrire il suo contributo al progetto “Viva Verdi”, con il “galà” lirico in programma martedì 10 ottobre, in occasione del 210° compleanno di Giuseppe Verdi. Sul palco la Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Omer Meir Wellber, il coro del Regio di Parma diretto da Martino Faggiani e alcuni grandi interpreti verdiani: il soprano Eleonora Buratto, il tenore Gregory Kunde, il basso Michele Pertusi, il mezzosoprano Clementine Margaine.

Perché salvare Villa Verdi, con tutti i suoi cimeli, è l’imperativo che guida tutto il mondo della musica… e non solo!

Liliana Fabbri

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