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Stoccolma e la storia di un tragico naufragio

N. 98- Marzo 2025

 

 

 

Stoccolma e la storia di un tragico naufragio

Stoccolma, il suo arcipelago sfrangiato di isole grandi e piccole, tutte, anche quelle minuscole, abitate da casette di legno con i tetti aguzzi, dai colori chiari, poggiate sull’isola come su un vassoio d’erba. Stoccolma, il suo elegante lungomare, lo Strandvagen, fiancheggiato da un lato da lussuosi palazzi costruiti sul finire dell’Ottocento e dall’altro affacciato sulla riva del mar Baltico, affollata da una moltitudine di imbarcazioni ormeggiate lungo le banchine, tra motoscafi privati, barche a vela e battelli turistici. Tra i grandi palazzi in stile parigino spicca il Grand Hotel che, in posizione invidiabile, si affaccia anche sul Palazzo Reale e sul centro storico: in questa affascinante cornice, ospitati nelle sue eleganti camere e suite, alloggiano i premi Nobel ed i loro accompagnatori nell’occasione della consegna del premio, effettuata il 10 dicembre di ogni anno con cerimonia solenne, seguita da cena di gala e ballo nelle splendide sale del Municipio. Stoccolma, il suo centro storico, Gamla Stan, uno dei centri medievali più grandi e meglio conservati d’Europa, la parte più viva della città, con le strette stradine acciottolate e con la caratteristica piazza, Stortorget, su cui si affacciano il Museo del Premio Nobel e le tipiche case colorate, elette a simbolo della città.

Stoccolma e i suoi musei, raggruppati sull’isola di Djurgården, su cui spicca l’edificio che accoglie il noto museo Vasa, che prende il nome dal suo reperto più famoso, il Regalskeppet Vasa (detto anche solo Vasa), un galeone svedese che affondò tragicamente durante il suo viaggio inaugurale nell’agosto del 1628.

Il galeone fu costruito per volere dal re svedese Gustavo II Adolfo a partire dal 1626 presso il cantiere navale di Stoccolma. Si trattava di una nave imponente, lunga 69 metri e con un peso di 1200 tonnellate, dotata di tre alberi in grado di reggere 10 vele. Armato di 64 cannoni, probabilmente un numero e un peso eccessivi per la stazza della nave, il Vasa si apprestava a diventare il fiore all’occhiello della flotta militare svedese. Alle quattro del pomeriggio del 10 agosto 1628 il galeone, bellissimo nella sua opulenza di ornamenti, fregi e colori sgargianti, salpò per il suo viaggio inaugurale. L´imponente vascello lasciò lentamente il porto di Stoccolma mentre dalle cannoniere aperte sporgevano in parata i cannoni, errore fatale questo perché quando, dopo poche centinaia di metri, la nave si inclinò lateralmente a causa di forti raffiche di vento, l´acqua si riversò con forza attraverso i portelli dei cannoni e il Vasa affondò nel giro di breve tempo. Delle circa 150 persone a bordo, ne morirono almeno 30. La sfortunata nave rimase lì, adagiata sul fondo del mare a pochi metri dall’uscita del porto e sarebbero passati 333 anni prima che potesse ritornare a vedere la luce del sole grazie al recupero da parte del team archeologico di Anders Franzen: il 24 aprile 1961, la nave riaffiorò in superficie e, dopo un impegnativo restauro, oggi può essere ammirata all´interno della struttura museale appositamente costruita.

Il Museo Vasa richiama circa 1.300.000 visitatori l’anno, con punte di 10.000 visitatori giornalieri in alta stagione, e questo la dice lunga sull’importanza storica della nave e soprattutto sulla sua bellezza e imponenza: l’effetto sul visitatore all’ingresso è strabiliante, si rimane bloccati ad guardare con meraviglia la nave, attratti dalla magnificenza della sua enorme silhouette che domina la grande sala e quasi riconoscenti ad un destino che, se pure tragico, ha restituito lo sfortunato vascello praticamente intatto all’ammirazione dei posteri.

Emilio Bonavita

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