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Santorini: l’Atlantide perduta?

N. 78- Maggio 2023

 

 

Santorini: l’Atlantide perduta?

Magica Santorini, col sole a picco sul bianco sovrapporsi delle case, sull’azzurro dei tetti, sulle cupole delle mille chiesette, sulle piscine che riflettono il cielo, sui larghi ombrelloni che offrono ombra nei bar all’aperto, sull’intersecarsi delle strette viuzze, sui gatti pigramente addormentati negli angoli freschi. Sembra un paesaggio immobile da millenni, ma da Thira e da Oia, i due paesini panoramici che guardano il rotondo mare interno dell’isola, centro di un vulcano sprofondato, la forma circolare e perfetta della caldera vulcanica ricorda con un brivido il suo inabissamento drammatico a seguito di una catastrofica eruzione alla fine del XVII secolo a.C.: in quel momento, la parte centrale dell’isola saltò in aria, mentre una gigantesca massa d’acqua sommerse quell’area trasformandola in laguna, dalla quale sono riaffiorati, nel corso dei secoli, due piccoli isolotti.

E’ davvero un’esperienza unica quella di stare comodamente seduti… sul bordo di un gigantesco vulcano, ripensando agli avvenimenti apocalittici accaduti proprio qui e a quanto siano legati alla nostra storia e ai nostri miti e leggende.

E quale mito è tanto conosciuto e discusso quanto quello di Atlantide? Intorno al 350 a.C. Platone introduce in due dei suoi dialoghi, il Timeo e il Crizia, uno dei racconti più diffusamente radicati nel nostro immaginario collettivo: quello di Atlantide, l’isola di immensa ricchezza dotata dalla natura di ogni genere di risorse e retta da una dinastia di re discendenti da Poseidone. Secondo Platone questa civiltà si trovava non nell’Egeo, ma oltre le colonne d’Ercole (attuale stretto di Gibilterra) e la sua storia fu narrata al legislatore greco Solone durante una sua visita in Egitto intorno al 590 a.C. da un sacerdote di Sais. Novemila anni prima di Solone, racconta Platone, Atlantide raggiunse una tale potenza militare da ridurre in schiavitù buona parte dei popoli del Mediterraneo e solo Atene riuscì ad ostacolare le sue mire di conquista, liberando i popoli oppressi; ma tutto finì in un solo giorno e una sola notte, quando l’isola sprofondò in fondo al mare inghiottita da terremoti e alluvioni. Molti studiosi ipotizzano che la particolare conformazione circolare dell’isola di Santorini, la fiorente civiltà che la abitava e l’apocalittica eruzione vulcanica che la spazzò via in brevissimo tempo, possano essere stati alla base del racconto di Platone sulla mitica Atlantide.

Sempre a proposito di miti e racconti tramandati, non è mancato chi abbia collegato alle ceneri sprigionate dal vulcano l’oscuramento dei cieli che terrorizzò gli Egiziani quando Mosè, secondo il racconto del Libro dell’Esodo, invocò contro il faraone le proverbiali piaghe!

Ma, lasciando da parte i miti, l’eruzione di Santorini ha restituito quasi intatta una città della tarda età del bronzo, l’antica Akrotiri, che, come Pompei, è rimasta coperta dalle ceneri vulcaniche per secoli: una coltre che ha preservato muri, vasellame e affreschi, riscoperti nel 1967 dall’archeologo Spyridōn Marinatos.

Gli scavi hanno portato alla luce edifici che presentano un sofisticato sistema idraulico, con presenza di bagni collegati a fogne che correvano sotto le strade. Le case erano a due o tre piani, con grandi finestre e magnifici affreschi a decorare le pareti. A piano terra c’erano stanze adibite a negozi o a magazzini, dove venivano conservate, in vasi di terracotta, le provviste alimentari, mentre i piani superiori erano utilizzati per le abitazioni. Dal vicino porto salpavano navi cariche di merci, dirette a Creta e nel Peloponneso, ma anche in Egitto e Siria, come documentano i ritrovamenti nella città. E’ interessante notare che, al contrario di Pompei, tra le rovine della città di Akrotiri non è stato ritrovato alcun resto umano, né oggetti di valore. Si pensa quindi che i suoi abitanti siano fuggiti prima della grande eruzione, preavvertiti da scosse di terremoto, e abbiano pertanto trovato, in qualche modo, una via di scampo.

Natura, storia, mito… Santorini è tutto questo, e nonostante gli avvenimenti catastrofici del passato, sorride piena di vita, circondata dal suo mare cristallino.

Emilio Bonavita

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Aut. Tribunale di Bologna n. 8115 del 09/11/2010

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