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Pennapiedimonte: il balcone d’Abruzzo

N. 88- Aprile 2024

 

 

 

Pennapiedimonte: il balcone d’Abruzzo

Alle pendici della Majella, tra le montagne più suggestive del centro Italia, si trova Pennapiedimonte, un piccolo, incantevole borgo in provincia di Chieti situato a 669 metri sul livello del mare, incastonato su un irto costone a picco sulla valle del fiume Avello dalla cui sommità è possibile ammirare il panorama fino alle coste che bagnano il territorio da Vasto a Ortona

Il paesello è caratterizzato da case costruite in pietra locale, scavate in parte nella viva roccia della Majella, disposte a gradinate; le strette vie, alcune percorribili solo a piedi, sono decorate da elementi stilistici come cornicioni, capitelli, portali e decorate da sculture in pietra lavorata. Il piccolo borgo proprio per questa sua caratteristica è stato definito “La Matera d’Abruzzo” e costituisce, nel suo complesso, un patrimonio architettonico unico e di enorme pregio, segno dell’attività, un tempo fiorente, di ricercati maestri scalpellini. Le opere degli scalpellini nel corso dei secoli hanno contribuito ad abbellire l’architettura di Pennapiedimonte, rendendolo un posto unico nel suo genere.

Ma Pennapiedimonte non è solo roccia, è anche aria. Infatti se si volge lo sguardo all’altro capo si può godere di una vista mozzafiato con la sensazione di essere sospesi tra terra e cielo. Qui al “Balzolo”, dove nascono molti sentieri che conducono alla Bella Addormentata (La Majella) si apre una vista magnifica che spazia dalla montagna alla costa passando per le verdi colline in quello che può essere riassunto come l’essenza dell’Abruzzo. Dal balcone d’Abruzzo infatti si può ammirare un panorama unico che va dalla Valle dell’Avello fino alla Costa dei Trabocchi. A vigilare dall’alto c’è il Cimirocco, meglio conosciuto come la “Penna”, si tratta di una curiosa conformazione rocciosa che sembra raffigurare l’immagine di una donna intenta a cullare un bambino tra le sue braccia.

Questo angolo d’Abruzzo non nasconde solo paesi e paesaggi mozzafiato ma anche antiche e misteriose ricette. Poco lontano da Pinnapiedimonte, se si scende un pochino, troviamo Palombaro, un piccolo comune depositario di una grande e unica memoria culinaria che affonda le sue radici della storia contadina e pastorale: le Vrache di Mulo. La leggenda narra che le “vrache” venissero preparate dalle mogli dei pastori nel periodo della transumanza. Il nome deriva dalla forma della pasta, così simile alle briglie posteriori utilizzate per fissare il “basto” all’animale. La particolarità di questo piatto è il sugo, ottenuto da diversi tipi di carne e da una lunga cottura a fuoco lento. Se passate di lì e volete assaporare i sapori e i profumi autentici di questo piatto tipico, consigliamo una sosta alla Trattoria Dal Pagano, che dal 1987 propone questo antico e nutriente piatto, oppure una visita in occasione della “Sagra delle Vrache di Mulo” che si tiene la prima settimana di agosto.

Serena Revetria

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