L’innovazione in agricoltura fa il pieno ad Eima
“La prima vittima dei cambiamenti climatici è l’agricoltura”. A pensarci, è intuitivo, ma è ancora utile sottolinearlo. Lo hanno ribadito gli esperti nei convegni durante le giornate di EIMA, l’esposizione internazionale delle macchine agricole, che ha celebrato a Bologna la propria 46esima edizione.
“Innovazione”, “integrazione”, “sostenibilità” sono le principali parole d’ordine di una manifestazione che ha collezionato numeri da record sia tra gli espositori (il 40% dall’estero) sia tra i visitatori. Importante anche il numero delle delegazioni Commerciali presenti, da Paesi di tutti i continenti. Quello delle macchine agricole è infatti ormai un mercato completamente globalizzato.
I produttori italiani riuniti in FederUnacoma denunciano un andamento regressivo del mercato per tutto l’anno in corso (un calo del 19,5% rispetto allo stesso periodo del 2023, per un totale di 13,2 miliardi di euro), ma confidano in una ripresa a partire dal secondo semestre 2025. “In un prospettiva di medio e lungo periodo il fabbisogno di tecnologie agricole per il settore primario è destinato a crescere, spinto da un’agricoltura in costante sviluppo – ha spiegato la presidente di FederUnacoma Mariateresa Maschio – e l’incremento della popolazione globale, che è stimata in 10 miliardi di persone entro il 2050, renderà necessario incrementare la produzione agricola del 50% rispetto ai livelli attuali”.
“La ripresa potrebbe essere favorita da una stabilizzazione del quadro economico complessivo, ma – ha concluso la presidente di FederUnacoma – per quanto riguarda la domanda interna molto dipende dalla messa a regime del sistema di incentivazione per l’acquisto di macchinari agricoli di ultima generazione».
“La crescita demografica, i cambiamenti climatici, le emissioni inquinanti, il benessere animale e la difesa della biodiversità – ha spiegato la direttrice generale di FederUnacoma Simona Rapastella – sono tutte questioni decisive per il futuro del Pianeta e possono essere affrontate solo con tecnologie agromeccaniche di nuova generazione”.
Per prepararsi alla ripresa, c’è sempre maggior ricorso alla robotica, che sta già rivoluzionando, anche in Italia, il lavoro nei campi. Consente infatti di ottenere maggiore redditività ma anche di sviluppare sempre di più l’agricoltura di precisione, riducendo al minimo l’uso delle risorse, e diminuendo contemporaneamente l’impatto della produzione sull’ambiente. Un altro fattore concorre ad incrementarne l’uso, cioè la difficoltà di reperire risorse umane adeguate da impiegare nei campi.
Le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale e i Big Data permettono oggi di connettere l’attività delle aziende agricole ai sistemi di previsione meteorologica, di mappatura e di controllo dei territori, di monitoraggio dei prodotti anche ai fini sanitari, di gestione delle filiere agroindustriali, di distribuzione sui mercati, oltre che di controllo dei parametri operativi delle macchine ai fini dell’assistenza tecnica e della sicurezza sul lavoro. “Perciò – ha sottolineato Rapastella – la moderna meccanizzazione fa marciare insieme le esigenze economiche e quelle ecologiche del pianeta”.