La sfida dell’acqua potabile in mezzo all’oceano

La Global Solo Challenge 2023 è il giro del mondo a vela, in solitaria, senza assistenza.
Partirà da La Coruña in Spagna nel settembre 2023: il primo gruppo di barche più piccole e lente partirà sabato 2 settembre 2023 alle 13:00 UTC, l’ultimo gruppo delle barche più veloci partirà otto settimane più tardi, il 28 ottobre 2023 alle 13:00 UTC.
L’evento è infatti aperto a un ampio range di imbarcazioni che dovranno navigare su aree in cui è probabile che la temperatura dell’aria o del mare sia inferiore – non solo temporaneamente – a 5°C e dove le barche devono essere completamente autosufficienti per periodi molto prolungati di tempo ed in grado di resistere a forti tempeste oltre a gestire emergenze gravi senza l’aspettativa di assistenza esterna.
E anche l’acqua potabile è fondamentale in questi casi, sia perché è assolutamente necessaria al nostro organismo e sia perché l’acqua si utilizza per i cibi liofilizzati che occupano poco spazio, hanno poco peso e si mantengono a lungo.
Avere un desalinatore che produca acqua immagazzinata nel serbatoio è importante, ma non basta. All’interno del serbatoio si forma infatti un biofilm in cui si annidano batteri pericolosi per la salute. Inoltre l’acqua non è buona. Ed è così da sempre. E da sempre sono note le problematiche che ciò provoca per più giorni al nostro corpo. Problematiche che solo chi le aveva già studiate e risolte in ambiti medici poteva individuarne la soluzione. Sinteticamente: biossido di cloro stabilizzato – con opportune e sicure dosi e automatismi – per la disinfezione del serbatoio, ed osmosi inversa (integrabile di sali) per l’acqua potabile sana da bere.
Un sistema certificato che questa volta entra anche nel mondo delle regate in solitaria. E sarà uno skipper che sembra uscito da un romanzo di avventura ad utilizzarlo: Ivan Dimov.

Aveva sette anni quando ha capito che la sua vita sarebbe stata in navigazione solitaria, come racconta Margherita Pelaschier sul sito di Global Challenge 2023 da cui sono tratte le immagini.

Una passione sconfinata e innocente che lo spinse a prendere, sconsideratamente senza permesso, una barca di un pescatore e ad inoltrarsi al largo nelle acque tumultuose del Mar Nero senza fermarsi. Lui che era nato a Sofia nell’entroterra della Bulgaria. È una storia lunga quella di Ivan ben sintetizzata dalla scritta “Rien sans peine” del suo tatuaggio “niente senza dolore, sofferenza” che deriva dalla costanza dell’impegno, dalle cadute e dalla forza per rialzarsi e riprovarci, imparando degli insuccessi. Decide infatti di lasciare la Bulgaria e trova una possibilità a Cape Town in Sud Africa dove riesce anche a comprarsi una barca (una Catalina). Ma a causa di un grosso periodo di difficoltà per gli immigrati, Dimov è costretto a rientrare in Bulgaria. Come dice il suo tatuaggio non si arrende. Riprova una partenza per l’Italia, senza conoscere la lingua e vivendo come senzatetto. Riesce però a farsi apprezzare sul lavoro e impara in pochi mesi l’italiano. Viene apprezzato in tutti le diverse attività che affronta «Noi marinai abbiamo una buona manualità e sappiamo fare molte cose» racconta sempre su Global Challenge 2023. Il destino finalmente gli porterà fortuna in Gran Bretagna. Ma il cuore, un amore, una compagna, lo riporta in Italia a Barberino Val d’Elsa, nel fiorentino a metà strada con Siena. Dove il verde delle colline magicamente coltivate si spinge verso la meraviglia del blu del mare. I due suoi colori preferiti. Ha chiamato infatti la sua imbarcazione, che dovrà essere allestita per la regata, Blu Ibis (Ibis blu).

È stato un caso. Premonitore forse. Ma l’Ibis sacro era fondamentale nella religione egizia. La sua immagine era associata al Dio Thot. Simbolo dell’intelligenza. Era considerato puro, perché beveva solo acqua limpida e cristallina. Ed è quella che berrà Ivan durante la navigazione, grazie ad una start up del bolognese, Nautical Water Italy.
Il 3 settembre prossimo Ivan partirà per il giro del mondo in solitaria, senza assistenza come detto.

Se va tutto bene ci vorranno sette mesi, ma probabilmente anche nove. Gli imprevisti meteo, ma non solo, saranno quotidiani. Nove mesi di viveri, liofilizzati (servirà acqua buona), sotto vuoto e in scatola per 270 giorni. Servirà energia elettrica prodotta in modalità green: pannelli solari, pale eoliche e, in emergenza, un idrogeneratore. Anzi no, due. Tutto dovrà essere raddoppiato in caso di avaria. Così anche l’impianto di desalinizzazione e il nuovo sistema di sanificazione del serbatoio e, finalmente, quello dell’acqua potabile sana.
E come ripete spesso Ivan:«L’acqua, nelle situazioni estreme, è l’elemento più prezioso per la sopravvivenza. Si può stare tanti giorni senza mangiare. Ma non senza bere».
Vincenzo Basili