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Invecchiando bene si vive meglio

N. 104- Ottobre 2025

 

 

 

 

Invecchiando bene si vive meglio

Parafrasando il titolo di un film statunitense del 2007 tratto da un romanzo di Cormac McCarthy e diretto dai fratelli Coen (“Non è un Paese per vecchi”) ci si potrebbe chiedere se “l’Italia sia un Paese per anziani”. Risposta difficile. Certamente è un luogo dove le fasce di età più avanzate sono in continua crescita. Ad oggi – secondo i dati forniti dall’Istituto nazionale di statistica, ISTAT – sono 14,57 milioni i cittadini con più di 65 anni, pari al 24,7% della popolazione del Bel Paese. Di questi sono 3 milioni gli anziani non autosufficienti, con un tasso di suicidi tra gli over 75 che colloca l’Italia ai vertici europei di questa triste classifica.

E’ su tale complessa realtà che opera l’ANCESCAO, un non proprio semplice acronimo che significa Associazione Nazionale Centri Sociali, Comitati Anziani e Orti. Si tratta di un colosso organizzativo che si muove cercando di attuare uno slogan azzeccato: “Una società che sa invecchiare è una società che sa vivere”. Si tratta di un’Associazione di Promozione Sociale (APS) che si autodefinisce “democratica, apartitica, autonoma e senza fini di lucro”, scevra dal porre discriminazioni per ragioni politiche, religiose, sociali o nazionalità d’origine. Tra i suoi punti di forza territoriali c’è l’Emilia-Romagna (è nata nel 1990 a Bologna ed il Presidente, nel momento in cui scriviamo, è il modenese Esarmo Righini, classe 1946), terra di tradizioni associative, e non è un caso, quindi, che l’ANCESCASO tenga la sua assemblea nazionale a Cervia dal 21 al 23 ottobre.

Un colosso organizzativo, dicevamo. Basta scorrere i dati: ANCESCAO è articolata in 1302 Centri sociali autogestiti, ad essa fanno riferimento 94 aree ortive per oltre 110.000 metri quadrati sui quali operano 3.200 assegnazioni attive. Conta su 290.000 iscritti (il dato è del settembre 2025) di cui 18.000 attivi nel volontariato e con 35.000 partecipanti occasionali ai vari corsi, eventi ed iniziative che caratterizzano l’Associazione. Il tutto è articolato in 17 strutture regionali, 47 provinciali ed 11 comprensoriali.

L’obiettivo dell’Assemblea nazionale, convocata per delineare la politica associativa nel triennio 2026-2028, è quello di operare una profonda trasformazione dei Centri sociali, i quali da “semplici” (si fa per dire) spazi di aggregazione dovranno trasformarsi in veri e propri Centri di Comunità, quindi aperti a tutto il tessuto sociale nel quale operano, attraverso un maggiore coinvolgimento dei giovani, che dovranno diventare parte attiva e promotori di iniziative e di servizi, nonché delle donne accentuandone il protagonismo nel volontariato e rendendo maggiore la loro possibilità di accedere a ruoli di responsabilità all’interno dei Centri e della stessa ANCESCAO. Il tutto per sviluppare un welfare culturale e generativo che, attraverso specifiche attività, sviluppi il sapere e la partecipazione. Ovviamente, tra gli obiettivi programmatici, ANCESCAO sottolinea la volontà di operare per una accoglienza ed inclusione che comprenda le persone fragili, i migranti e, in generale, i soggetti marginalizzati.

L’Associazione punta anche ad una maggiore valorizzazione degli orti, strumento – tra l’altro – utile per promuovere il benessere fisico e mentale (l’ortoterapia è notoriamente uno strumento per raggiungere tale stato) nonché per rigenerare spazi all’interno delle città. Cosa della quale c’è una grande necessità.

Giovanni Rossi

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