Intelligenza artificiale: progresso o pericolo?
Gli anni in cui viviamo hanno conosciuto uno sviluppo tecnologico senza precedenti, tale da cambiare nel volgere di pochissimo tempo il modo di lavorare, di studiare, di guardare la realtà e persino di pensare di milioni di persone. Oggi la nuova frontiera della tecnologia è costituita dall’Intelligenza Artificiale, che scatena dibattiti accesi e alimenta paure diffuse. Ma cosa si nasconde dietro questa definizione che mette insieme due termini assolutamente antitetici: “intelligenza”, che è patrimonio dell’uomo e lo distingue da tutti gli altri esseri sulla terra, e “artificiale”, cioè non naturale, non umano? Secondo la definizione Treccani, l’Intelligenzaartificiale (IA) è la “disciplina che studia se e in che modo si possano riprodurre i processi mentali più complessi dell’uomo mediante l’uso di un computer”. Il sogno di costruire una macchina capace di pensare come l’uomo risale a diversi secoli fa, quando iniziarono ad apparire le prime macchine in grado di eseguire addizioni e sottrazioni, come la “pascalina” realizzata da Pascal nel 1642, facendo sorgere la domanda se si sarebbe potuto un giorno costruire delle macchine capaci di produrre veri e propri pensieri. Ma il vero padre dell’IA è da molti considerato Alan Turing, famoso per aver decifrato il codice “Enigma” dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, il quale nel 1950 pubblica Computing Machinery and Intelligence, articolo nel quale propone di rispondere alla domanda “Le macchine possono pensare?”. Questo nuovo mondo delle macchine “pensanti” desta oggi curiosità, ma anche sospetto: si tratta di un progresso o di un pericolo? Il fisico Stephen Hawking definì l’IA come “la cosa migliore o peggiore che potrebbe capitare all’umanità”. Tale dilemma divide l’opinione pubblica tra chi vede l’IA come una grande minaccia che porterà ad un catastrofico futuro dominato dalle macchine, e chi riconosce i rischi concreti ma, al contempo, esalta i contributi positivi che l’IA può generare.
Per rispondere a tale quesito dobbiamo capire il funzionamento dell’IA. Alla base dell’IA troviamo gli stessi meccanismi di tutte le applicazioni informatiche: i dati, i computer e gli algoritmi, ovvero sequenze di istruzioni che il computer esegue. Le informazioni e i fini vengono sempre forniti dall’uomo: la macchina usa gli algoritmi per analizzare enormi quantità di dati reperibili sul web, apprendere modelli da essi e fare predizioni o prendere decisioni in base a tali modelli. Questo ha portato alla creazione di sistemi che possono svolgere compiti complessi, come riconoscere immagini, tradurre lingue, guidare veicoli e molto altro, generando una cascata di effetti positivi quali l’automatizzazione di una vasta gamma di compiti ripetitivi e noiosi, l’ottimizzazione di processi aziendali, con riduzione dei costi, il miglioramento dell’accessibilità per le persone con disabilità, ad esempio attraverso sistemi di riconoscimento vocale o di traduzione automatica. Tuttavia, non possiamo nascondere che anche gli aspetti negativi sono numerosi ed a forte impatto sociale ed emotivo. Infatti, l’automatizzazione del lavoro, sia a livello di impieghi poco qualificati che di professioni altamente specializzate, potrebbe creare disoccupazione in settori dove le attività possono essere svolte più efficientemente da macchine. L’accesso all’IA e la sua disponibilità potrebbero creare o rendere maggiormente evidenti le disuguaglianze economiche e sociali tra paesi poveri e paesi più ricchi e tra le classi sociali. La possibilità dell’IA di accedere ad una grande quantità di informazioni sul web potrebbe mettere a rischio la privacy individuale, ma anche portare ad una maggiore sorveglianza da parte di governi e aziende, l’IA potrebbe essere utilizzata in modo non etico o irresponsabile, ad esempio nel creare contenuti manipolativi o nel prendere decisioni discriminatorie. È quindi di cruciale importanza considerare questi aspetti sia durante lo sviluppo e implementazione dell’IA, sia nell’elaborazione di politiche e regolamenti per sfruttarne pienamente i vantaggi minimizzando i rischi.
Due campi in cui il ruolo dell’IA può essere estremamente significativo sono quello della sanità e quello dell’informazione. Le applicazioni in sanità ci offrono un esempio evidente dei progressi positivi legati all’IA, che può analizzare dati di natura medica, come immagini radiografiche, TAC e Risonanza Magnetica o risultati di test di laboratorio, affiancando il lavoro dei medici nella diagnosi sempre più precoce di malattie e nella gestione di terapie e trattamenti. Questo non solo accelera il processo decisionale, ma può anche migliorare l’accuratezza diagnostica e terapeutica, portando a migliori risultati per i pazienti.
Anche nel mondo dell’informazione l’IA sta determinando e determinerà in futuro un radicale mutamento. L’IA viene attualmente già utilizzata nella creazione di notizie o nell’editing di articoli in quanto offre innumerevoli vantaggi, come la capacità di generare testi in modo autonomo su una vasta gamma di argomenti, il miglioramento della comprensione delle informazioni attraverso la generazione di sommari e l’organizzazione dei dati, la capacità di verifica delle fonti per la sua possibilità di analizzare grandi quantità di dati al fine di individuare contenuti falsi o fuorvianti e identificare fonti affidabili. Tuttavia, allo stesso tempo, presenta sfide significative che devono essere affrontate con attenzione. Una delle principali preoccupazioni riguarda la manipolazione dell’informazione: l’IA può essere utilizzata per generare contenuti falsi o manipolati che possono influenzare l’opinione pubblica, fenomeno particolarmente evidente nei “deepfake“, dove video e audio manipolati possono apparire estremamente realistici, portando a conseguenze davvero gravi sia per gli individui che per le istituzioni. L’ IA può quindi rappresentare sia una minaccia che un alleato per il giornalismo, e questo dipende dal modo in cui viene utilizzata: è pertanto fondamentale una formazione diffusa e puntuale che renda i giornalisti consapevoli dei potenziali rischi e benefici dell’IA e capaci di navigare in questo nuovo “mare tecnologico” con sicurezza e competenza, ma offra anche la possibilità di collaborare con gli sviluppatori di IA per garantire una regolamentazione adeguata di questa tecnologia.
Non si può che concludere che l’intelligenza artificiale è un universo affascinante in cui scienza, filosofia ed etica si intrecciano in uno stretto nodo di domande e sfide che promette di rivoluzionare il modo in cui viviamo e lavoriamo: sta a noi guidarne l’evoluzione in modo da garantire un futuro migliore, a misura d’ uomo.
Emilio Bonavita
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Entrambe le immagini a corredo dell’articolo, così come la copertina di questo numero di Omnis, sono state realizzate con l’IA.