Il progetto EU-Farmbook unisce ricerca e agricoltori
C’è un gigante con cui tutto il mondo deve fare i conti; come tutti i giganti, ha un’ombra incombente, ma il dettaglio dei particolari è difficile da delineare. Si chiama Unione Europea. La racconta, con affascinante competenza, lo scrittore italiano Paolo Valentino, nel libro “Nelle vene di Bruxelles” (Solferino editore). La sfotte, usando l’arma affilata dell’ironia, il romanziere austriaco Robert Menasse con “La capitale” (Sellerio editore).
Di Europa ce n’è sempre troppa o troppo poca, come spiega il commissario all’economia Paolo Gentiloni nella lunga intervista a Paolo Valentino. Soprattutto, è difficile che quanto in Europa viene deciso arrivi velocemente alla comprensione del cittadino.
Analoga complessità e tortuosità del cammino accade per la ricerca europea. Le università quotidianamente avanzano scoperte che potrebbero essere utilmente recepite, ma dove il semplice cittadino può trovare questi risultati?
Fare incontrare la ricerca scientifica e tecnologica in campo agricolo con i potenziali utilizzatori finali è l’obiettivo del progetto Eu Farmbook, che vede come capofila l’Università di Ghent (Belgio) e l’impegno di una trentina di istituzioni dei diversi Paesi. Eu Farmbook opera come piattaforma digitale, sulla quale vengono caricati i risultati di ricerca ottenuti con i progetti Horizon nei Paesi UE. Operativo da febbraio, il progetto ha già caricato centinaia di ricerche nei diversi comparti agricoli. Il passo successivo è che i progetti siano conosciuti. A questo punto si inserisce il ruolo fondamentale dei giornalisti, snodo efficiente ed efficace della comunicazione.
ENAJ, la rete europea dei giornalisti agricoli, con i suoi oltre 3000 contatti specializzati, è stata individuata come strumento chiave di questa mediazione. L’università di Ghent ed ENAJ hanno svolto assieme una prima iniziativa di “conoscenza reciproca”, per individuare come Eu Farmbook possa meglio aderire alle necessità di chi fa informazione.
Per Pieter Spanoghe, docente dell’università di Ghent e coordinatore di Eu Farmbook, lo scambio interattivo tra ricercatori e giornalisti sarà fondamentale per ottenere lo scopo: realizzare un’agricoltura resiliente e attrezzata per rispondere alle sfide climatiche e produttive, per nutrire il pianeta in modo sostenibile.
Alle sfide ecologiche ed economiche dell’agricoltura ha fatto riferimento, nel proprio saluto introduttivo, anche la presidente di ENAJ Lisa Bellocchi, che ha illustrato anche le “visite in campo” che avrebbero accompagnato le sessioni di dibattito.
Ai giornalisti che riferiscono di agricoltura, cosa interessa davvero sapere e come? Hanno risposto, confrontandosi con i “comunicatori” delle aziende, i colleghi Vedran Stapic (Croazia), Melanie Epp (Belgio), Yanne Boloh (Francia) e Konstantin Kockerols (Germania), moderati da Katharina Seuser, dell’università di Bonn.
I giornalisti (presenti da 13 Paesi) hanno avuto una prima occasione di confronto con le novità nell’Innovation Dating, cui hanno partecipato 17 spin off universitari di diversi Paesi. Tra gli altri, Explorentis (che con luci di colori diversi “insegna” alle galline cosa fare in determinati momenti della giornata); Grow (che produce un sistema a basso costo che misura il bisogno di acqua della pianta attraverso il calcolo dei diametri degli steli); Inalca (che in collaborazione con l’Università di Milano ha studiato un sistema di fertilizzazione dei foraggi che riduce l’impatto delle emissioni di metano nell’allevamento bovino).