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Il cuore contrastato di Dubai

N. 88- Aprile 2024

 

 

 

Il cuore contrastato di Dubai

Per Dubai non ero pronto. Non ero pronto perché avevo immaginato una città ultramoderna, opulenta, splendente come i vetri dei suoi grattacieli, come in effetti è, ma “di facciata”, fredda, senza emozioni, da guardare e basta… Invece la visita di Dubai mi ha trasmesso grandi emozioni, in questa straordinaria città ho visto uno specchio dell’uomo, cuore e cervello, arroganza  e sfida, disordine e voglia di stupire, ma anche voglia di superare i limiti, di andare oltre quello che finora era possibile fare, la ricerca di dominare la natura, di poter creare qualcosa dove prima era il nulla, e forse di erigere nuove cattedrali ad un nuovo Dio, quello della ricchezza. I grattacieli imponenti, che si stagliano nel cielo col loro avveniristico skyline, sembrano impegnati in una gara eterna a chi lo sfiora per primo; la precisa e fredda geometria di acciaio e vetro dei palazzi è accostata al disordine della pianificazione urbana. Un viaggio a Dubaidiventa un tuffo nel futuro, in un mondo dove l’impossibile viene reso realtà. Ne è simbolo il Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo, con la punta che si perde tra le nuvole e la sperimentata difficoltà a essere contenuto in un’unica fotografia.

E pensare che tutto è iniziato dopo il 1960, con la scoperta dei giacimenti di petrolio. Prima era solo deserto. Le popolazioni povere e senza risorse cercavano qualche possibilità di sopravvivenza in un’attività dura e pericolosa, la pesca delle perle, che poi scambiavano con gli indiani per un pugno di riso. Con il petrolio è arrivata la ricchezza e con questa la voglia di rivincita sulla povertà, sulla natura in precedenza così avara e sul resto del mondo che, come diceva la nostra guida, “non è mai intervenuto in nostro aiuto quando avevamo bisogno”. Da questo penso derivi la voglia di avere tanti primati, dal grattacielo più alto del mondo al centro commerciale più esteso: il Dubai Mall, con circa 1200 negozi, che sono per assurdo l’attrattiva minore di questo mall. Al suo interno, infatti, si trova il Dubai Aquarium, un acquario con oltre 33.000 animali acquatici, e all’esterno le fontane danzanti di Dubai, che offrono spettacolari giochi d’acquaa ritmo di musica, sia di giorno che di notte.

Un altro primato è quello dell’albergo a 7 stelle, il Burj Al-Arab, il grande edificio a forma di vela, uno degli alberghi più lussuosi del mondo. La Dubai Frame (cornice) consente di ammirarne l’altezza dal basso e di impressionarsi nel camminare in alto su una passerella trasparente sospesa a 150 metri. Ma non basta, perché è stata creata addirittura un’intera isola artificiale, The Palm, per accrescere la superficie delle spiagge e degli alberghi, mentre la ruota panoramica più alta si vede da lontano. Per contrasto estremo, è stata realizzato una pista da sci in un centro commerciale: il Mall of Emirates ospita al suo interno lo Ski Dubai, una vera e propria pista da sci artificiale con anche piste per slittino e un parco giochi a tema alla temperatura di -1° e il contrasto con chi osserva dall’esterno, sottoposto al caldo clima di Dubai, è davvero forte!

Ma non bisogna pensare che Dubai sia solo modernità e grattacieli, perché vi è anche una parte antica simboleggiata dai souk, pittoreschi mercati a cielo aperto dove è possibile comprare di tutto, dall’oro alle spezie. Profumati, caratteristici testimoni di un passato che rimane ancora vivo tra i grattacieli, i souk rappresentano un suggestivo salto nel tempo per conoscere l’altra faccia di Dubai. Nel quartiere di Deira possiamo trovare i souk più famosi della città: qui c’è quello dedicato all’oro e ai gioielli (Dubai Gold Souk) che, oltre a essere il più grande al mondo nel suo genere, è uno dei più frequentati. Infatti, l’oro a Dubai ha un prezzo davvero concorrenziale e questo contribuisce a rendere le contrattazioni fra clienti e mercanti particolarmente vivaci. Sempre a Deira si trovano souk che vendono tessili e abbigliamento ma soprattutto il souk delle spezie dove, appena entrati, si è travolti dagli aromi di zafferano, incenso e curry, esposti in caratteristici sacchi di juta. Perdersi fra questo tripudio di colori e odori è un vero piacere ed è impossibile uscire senza aver acquistato le spezie più profumate e colorate, sperando di riprodurre nella cucina di casa le stesse sensazioni.

Ma poi c’è anche la Dubai dei problemi sociali nascosti, che nascono dal fatto che qui vengono accolti gli immigrati, prevalentemente dall’India e dal Pakistan, che servono per i lavori più umili e meno redditizi e che rappresentano circa l’80% della popolazione, mentre al di sopra della massa dei lavoratori senza diritti sta la minoranza degli Emiratini che gode di tutti i diritti e di un generoso welfare state.

In questa realtà così complessa, alla fine del viaggio resta comunque la voglia di tornare, di rivedere le cose già viste e di vederne di nuove, di assaporare nuovamente l’atmosfera viva e suadente di questa città sorta come per magia dal nulla.

Emilio Bonavita

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