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Guerriglia Girls per le donne artiste

N. 91- Luglio-Agosto 2024

 

 

 

Guerriglia Girls per le donne artiste

Le donne da sempre sono state soggetto privilegiato di rappresentazioni artistiche, stessa cosa non vale per il loro ruolo in quanto artiste.

Basti pensare al manifesto di denuncia fatto dalle Guerrilla Girls: “le donne devono proprio essere nude per entrare nel Metropolitan Museum? Meno del 5% degli artisti nella sezione di Arte moderna sono donne, ma l’85% dei nudi sono femminili”. Si tratta di un gruppo di artiste anonime, nato nel 1985, che per non farsi riconoscere usavano la maschera del gorilla e nelle loro dichiarazioni/interviste assumevano il nome di una grande artista del passato.

Questo loro manifesto invita a porsi alcune domande: sono esistite grandi artiste nel passato? Se sono esistite, perché sono state cancellate? Oppure sarebbe sufficiente domandarsi, come fece Linda Nochlin, storica dell’arte statunitense: “cosa sarebbe successo se Picasso fosse nato femmina? Il Signor Ruz avrebbe prestato altrettanta attenzione o stimolato ugualmente le ambizioni di una piccola Pablita?” Le donne, anche nel mondo dell’arte, per essere riconosciute hanno dovuto lottare molto, affrontando anche i divieti che la società poneva loro. Molte di queste artiste erano figlie di pittori; siccome non potevano frequentare le scuole d’arte, ricevevano una formazione “domestica” e questo consentì loro di non trasgredire quei divieti che prevedevano che le donne non potessero frequentare con grande libertà gli spazi pubblici. Tra queste si ricorda Elisabetta Sirani, bolognese di nascita, che fu la prima ad aprire una scuola per artiste.  

Nell’800 il fenomeno della donna come artista era comune ed il lavoro dell’arte veniva visto come un mestiere onorevole, che rappresentava una strada di emancipazione offrendo anche un’opportunità economica. Nonostante i divieti in certi ambiti, le artiste non si sono mai arrese e fondarono a Parigi, nel 1882, l’Union des Femmes Peintres et Sculpteurs che si organizzava per dare visibilità alle proprie associate. Queste associazioni presto nacquero anche a Londra, Berlino, Manchester, Vienna e New York. Solamente nel 1889 l’Ecole des Beaux Arts a Parigi deliberò formalmente l’ammissione delle donne.

Fortunatamente, oggi i tempi sono cambiati e le donne artiste stanno avendo più visibilità, ma non bisogna dimenticare le grandi artiste del passato. Esse sono state prima dimenticate (per poi essere recuperate), ma hanno dato il loro contributo a rendere grande il mondo dell’arte. Non si tratta di una questione di fama, ma il riconoscimento di un effettivo contributo al modo artistico.

Matteo Rossi

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