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Crocifissione restaurata

N. 88- Aprile 2024

 

 

 

Crocifissione restaurata

Il progetto era partito un anno fa e neppure la pandemia è riuscito a fermarlo: così il 20 febbraio è stato restituito alla città di Bologna l’affresco della Crocifissione di piazza Aldrovandi, alla presenza di numerose autorità civili e religiose. Il restauro è stato possibile grazie all’impegno di varie associazioni, tra cui l’Associazione “Via Petroni e Dintorni”, l’Inner Wheel di Bologna, la Fondazione Cassa di Risparmio ed Emilbanca. Particolarmente importante è risultato l’aiuto concreto di tanti cittadini, che nel corso dell’anno, hanno donato piccole o grandi cifre, in particolare al mercatino di Piazza Aldrovandi, dove erano costantemente presenti i volontari dell’AssoPetroni.

L’opera era in uno stato pessimo di conservazione a causa dello smog e dell’esposizione al sole che ne avevano causato sbiancamenti, gore ed erosione chimica.

L’affresco si trova in piazza Aldrovandi, già Seliciata di Strada Maggiore: le seliciate erano ampi spazi lasciati fuori dalla cinta muraria del 1300, facilmente controllabili dalle mura, dove era possibile passare la notte in attesa dell’apertura delle porte.

 Bologna era la seconda città dello stato pontificio e aveva un ruolo di particolare importanza: questo spiega l’abbondanza di immagini di devozione popolare che si trovano sul suo territorio. A Bologna vengono chiamate “maestà alla toscana”, perché sono raffigurate frontalmente con i segni della loro qualità e condizione. In genere sono immagini mariane, ma si trovano anche santi o scene della Passione. I primi vedono solo il Cristo, negli altri sono presenti anche i Dolenti, cioè la Madonna e San Giovanni.

La Crocifissione appena restaurata presenta caratteri particolari: secondo il prof. Riccomini è databile nella seconda metà del ‘500, già in epoca carraccesca: il Cristo mostra il capo reclinato sulla destra, la Vergine ha le mani raccolte e accanto a lei si scorge San Giovanni. Sullo sfondo si intravedono le 2 Torri e la basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano.

Piuttosto sorprendente è la presenza di San Pietro e San Paolo, entrambi non presenti alla Crocifissione di Gesù.

Il primo era un ricercato speciale perché seguace del Nazareno, il secondo sarebbe diventato, prima della folgorazione sulla via di Damasco, un feroce persecutore dei Cristiani. Entrambi sono raffigurati secondo la tradizionale iconografia: San Pietro con le chiavi del Regno nella mano destra, mentre con la sinistra indica il corpo del Cristo sulla croce; San Paolo indica con la destra il Cristo e con la sinistra impugna la spada, segno del suo futuro martirio.

La restauratrice Carlotta Scardovi, che con grande perizia ha curato il restauro, ha sottolineato come nella spada di Paolo e nelle chiavi di Pietro siano state trovate delle piccole scaglie d’oro, segno dell’importanza dell’opera d’arte che, dopo un lungo oblio, è nuovamente patrimonio della città.

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