Conselice fa festa con i ranocchi

Conselice, paese del ravennate, è annualmente sulle cronache di cultura giornalistica per le celebrazioni al Monumento alla stampa clandestina e alla libertà di stampa, in ricordo degli stampatori clandestini che durante la lotta di Liberazione lavorarono ininterrottamente per informare di quanto succedeva sul fronte del Comitato di Liberazione. Suo malgrado (molto malgrado, purtroppo) Conselice è stato sulle cronache dell’alluvione del maggio scorso, essendo stato colpito dall’acqua in modo catastrofico. Come gli altri romagnoli colpiti dall’alluvione, i conselicesi si sono rimboccati le maniche e oggi ripropongono la loro sagra tradizionale, quella del ranocchio, giunta quest’anno alla 50.ma edizione.

La sagra affonda le radici nella storia del paese, secoli fa ambiente vallivo, cioè zona con presenza di acque paludose (l’alluvione ne ha riportato un triste esempio) dalle quali la povera gente (erano i tempi della malaria e della pellagra) ricavava parte del sostentamento pescando (non a caso la tinca e il luccio sono le figure che campeggiano nello stemma comunale) e catturando, sempre a scopo alimentare i ranocchi, anfibi allora numerosi e tali rimasti anche nella fase di trasformazione del territorio durante la diffusione della risicoltura nell’Ottocento. Il legame del paese a tale retaggio storico-alimentare è sfociato appunto cinquant’anni fa, nel 1973, nell’allestimento di una sagra a tema che quest’anno si svolge dal 14 al 18 settembre (quindi in corso mentre leggiamo). La sagra è una delle più antiche della Romagna e i ranocchi, serviti al sugo e fritti, attirano moltissimi estimatori della cucina storica romagnola. Lo stand gastronomico propone comunque anche un menù alternativo per chi volesse restare sul tradizionale classico.
Ma Conselice, “e paes di ranòcc” (il paese dei ranocchi) ha voluto anche dotarsi di un emblema di benvenuto dedicando all’anfibio un monumento, realizzato dall’artista conselicese Giampiero Baldazzi (Conselice 1940 – Bari 2003), che troneggia al centro della rotonda orientale di ingresso al paese. “La nostra sagra – nelle parole della presidente della Pro Loco, Marisa Afflitti – rappresenta ormai da tempo uno dei più significativi appuntamenti del nostro mondo paesano, perché ci ricorda il nostro passato e la nostra stessa identità comunitaria, oltre a far conoscere anche fuori dai nostri confini provinciali le nostre specialità gastronomiche a base di ranocchi. Nelle giornate della sagra avremo il piacere di ospitare e ringraziare direttamente i rappresentanti di tante Pro Loco d’Italia che hanno dato un contributo di vicinanza e sostegno al nostro Comune durante i sofferti giorni delle alluvioni che hanno interessato la nostra realtà paesana”. La sagra offre anche appuntamenti musicali e diversi altri intrattenimenti quali mostre, spettacoli musicali, raduno d’auto d’epoca, palio delle trottole, mercatini del riuso e hobbistica e quant’altro. La sagra è iniziata, ma forse per una serata al paese dei ranocchi si fa ancora in tempo.
Roberto Aguzzoni