Chiuso un ROF, (quasi) pronto un altro

Dopo 17 giorni, davvero intensi, fra spettacoli e incontri spalmati nell’intero arco della giornata, è calato il sipario a Pesaro sulla 45esima edizione del Rossini Opera Festival: chiusura in grande stile, con l’esecuzione de Il Viaggio a Reims in forma di concerto con un cast di stelle della lirica (spettacolo che è stato proiettato anche in diretta in Piazza del Popolo).

E il bilancio, nell’anno di Pesaro Capitale della Cultura, è più che positivo: quasi 21.500 presenze e un incasso di 1.366.000 euro. Dati record, dovuti in parte ai 4 giorni in più di programmazione, ma non certo scontati in partenza, vista la presenza in cartellone di due titoli “di nicchia” come Ermione e Bianca e Falliero, e l’avvio un po’ incerto, con diversi posti vuoti in sala all’inaugurazione.

Ma il ROF, come ormai succede da qualche anno, è stato un crescendo rossiniano, con le ultime recite sold out: merito sia della concentrazione in un’unica giornata di due o tre appuntamenti d’interesse (opportunità molto gradita ai melomani, soprattutto quelli che arrivano da lontano!), sia del “passa parola” fra appassionati e delle recensioni positive, talora entusiastiche.

Quest’anno in particolare è cresciuta la presenza del pubblico italiano, che per la prima volta ha superato il 50% del totale (mentre dall’estero gli spettatori sono arrivati da 46 nazioni). In aumento anche il pubblico più giovane, grazie a una politica di prezzi molto appetibile, con offerte per Under 30 e Under 14.

Un’altra “prima volta”, se così si può dire, è stata quella del ritrovato Auditorium Scavolini, reso alla città dopo 19 anni di lavori e traversìe. Le aspettative erano grandi, con la speranza di poter presto vedere (una volta terminato il restauro del piccolo Teatro Pedrotti) tutti gli spettacoli del Festival “in città”; ma i dubbi restano, anche se le maestranze del ROF hanno fatto i miracoli, dal momento che i locali (un contenitore in cemento vuoto) sono stati consegnati solo a fine maggio e l’inaugurazione è avvenuta il 7 agosto! Poco più di due mesi, dunque, per realizzare pavimentazione in legno della platea e tamponamenti della galleria, palcoscenico, retropalco, boccascena, camerini, locali di sartoria e trucco-parrucco, e quant’altro necessario per mettere in scena uno spettacolo d’opera.

La resa acustica è sicuramente buona, ma la nuova struttura ha evidenziato molti limiti: dalla scomodità delle sedute alla pericolosità delle gradinate; dalle dimensioni di palco e retropalco che rendono perlomeno ardua l’alternanza di più produzioni, agli spazi non proprio comodi per laboratori e camerini, fino alla carenza di servizi per il pubblico. Tanti difetti, insomma, ai quali non si sa quanto (e se) si potrà rimediare.

Intanto si guarda avanti, verso l’edizione del 2025 che si svolgerà dal 10 al 22 agosto. Apertura affidata a un nuovo allestimento di Zelmira (altro titolo poco frequentato) con la regia di Calixto Bieito, al debutto al ROF, e la direzione di Giacomo Sagripanti; poi due opere legate al tema “Mediterraneo”: Il Turco in Italia (ripresa dello spettacolo di Davide Livermore del 2016) diretto da Diego Ceretta e una nuova produzione de L’Italiana in Algeri firmata da Rosetta Cucchi e affidata alla bacchetta di Dmitry Korchak. Il tutto contornato come di consueto da recital e concerti, e concluso dalla rarissima “Messa per Rossini”, scritta da autori vari (tra cui Giuseppe Verdi, Lauro Rossi, Carlo Pedrotti e Carlo Coccia) in occasione del primo anniversario della morte del compositore. I cast, assicura il sovrintendente Ernesto Palacio, sono già definiti… ma ancora top secret; anche le sedi degli spettacoli non compaiono in programma.

Liliana Fabbri