Cervia per Guareschi
Non smetteranno. E noi, più che mai convinti, non smetteremo. Ma di fare cosa? Di celebrare e ricordare Giovannino Guareschi – GG per gli amici – e i personaggi ai quali ha saputo dare vita, con la sua penna di scrittore, umorista e giornalista. Vale a dire, Peppone e don Camillo. Anche il Papa attualmente in attività, ovvero Jorge Bergoglio, si è premurato di suggerire il celebre pretone della Bassa, come esempio per tutti i presbiteri cattolici, e non solo per i chierici. Passa il tempo – Giovannino è morto a Cervia nel lontano 1968 – ma di lui ogni anno ci sono riscoperte, analisi, paragoni, mostre, articoli, saggi. E nostalgie. Alla faccia, direbbero in molti, di chi in quel ’68 profetizzò sprezzante, dalle colonne de L’Unità, che Giovannino era uno scrittore che non era mai nato. Oggi, Guareschi è uno degli autori italiani più tradotti e letti al mondo, dietro al Pinocchio di Collodi ma davanti a Umberto Eco.
Un prete squisitamente doncamillesco – non si offenderà di certo di questa “etichetta” –don Pierre Cabantous, italo-francese nato a Ravenna, da tempo appassionato del pretone, ha anche lanciato una petizione popolare per chiedere che Cervia – la cittadina dove don Pierre vive e assolve la sua missione – dia la cittadinanza onoraria postuma a Guareschi. Il sindaco, Massimo Medri, ha già ricevuto formalmente la richiesta degli “amici di Giovannino Guareschi”. Se son rose fioriranno. Del resto Cervia ha già dedicato un parco allo scrittore. E la casa dei Guareschi, dove il cuore di Giovannino cessò di battere, è ancora lì, in via Bellucci (nella foto in alto), traversa della centralissima via Roma, ed ospita a volte eventi e incontri. Il Meeting di Rimini ha da sempre avuto particolare attenzione ad ospitare Guareschi, con incontri e mostre. D’altra parte, piaceva molto a don Luigi Giussani, l’ispiratore del Meeting. Anche nell’affollata edizione 2023 del raduno riminese, a Guareschi e alle sue creature è stato dato molto spazio. Da un incontro con Enrico Beruschi – un fedele amico di GG – al confronto tra un comunista autentico, Marco Rizzo, e il già citato don Pierre. Questi ha all’attivo una stimolante pubblicazione, “Un don Camillo a Cervia” (edizioni Itaca), dove ha raccolto diversi suoi “post social” di attualità religiosa e sociale, ma del tutto in sintonia di stile e linguaggio con il personaggio guareschiano. E sono meglio, è il caso di dirlo, di molte omelie.
Resta da chiedersi il perchè di questo perdurante successo di GG e dei suoi amici letterari. C’è chi vede in loro la fotografia di un’Emilia e di un’Italia autentica, forgiata da passioni politiche e umane intense. Al contrario qualcuno ha sostenuto che in realtà quell’Emilia non sia realmente esistita, non sia cioè stata così umana e superiore alle ideologie che l’hanno contagiata. Le risposte, probabilmente, al perché del successo di GG sono probabilmente tante e plausibili. Qui tra queste righe ci preme solo dire che a molti piace immensamente quella straordinaria mistura guareschiana di acume, ironia, saggezza, umanità e speranza, pur nelle prove inevitabili della vita. Del resto il Gesù a cui don Camillo parla, che è poi – per ammissione dello stesso Guareschi – la sua personale coscienza, è inchiodato alla croce. Un simbolo drammatico, certo, ma straordinariamente leale con l’umanità. La croce è forse il simbolo più onesto, senza inganni e propaganda, che ci sia al mondo. E però il crocifisso, ci dice Guareschi, non è morto. Parla ancora, grazie anche a don Camillo. C’è speranza, dunque. Anche in questo mondo contemporaneo che Peppone di certo non avrebbe apprezzato.
Per saperne di più:
“Un don Camillo a Cervia”: https://www.itacalibri.it/catalogo/pierre-laurent-cabantous/un-don-camillo-a-cervia/?ai=28395&idC=61756
La petizione per la cittadinanza onoraria a Guareschi: https://www.comunecervia.it/citta/notizie/notizia/cittadinanza-onoraria-a-giovannino-guareschi.html
Gianni Varani