Bologna riscopre lo straordinario Papa Lambertini

In un periodo in cui perdura l’attenzione dei mezzi di comunicazione alla recente elezione del pontefice Leone XIV, al quarto scrutinio del conclave, l’Università di Bologna celebra il papa Benedetto XIV a 350 anni dalla sua nascita. Dopo la morte del pontefice Clemente XII, il conclave si aprì il 19 febbraio 1740, con la presenza di cinquantasei cardinali divisi in varie correnti; il bolognese Prospero Lambertini (1675 – Roma 1758) fu eletto papa con cinquanta voti al 255° scrutinio la mattina del 17 agosto. Benedetto XIV svolse un ruolo fondamentale nell’Europa dell’età dei Lumi, rilanciando in ambito internazionale il prestigio di Bologna di cui era divenuto vescovo nel 1731, mandato che mantenne fino al 1754.

Il percorso della mostra, che illustra con numerosi esempi il ruolo straordinario esercitato da Lambertini per il rinnovamento della società bolognese, tramite le arti e le scienze, ha la sede principale nel primo piano di Palazzo Poggi (via Zamboni 33). Si accede all’esposizione dal Museo con la visione di una proiezione introduttiva – che sottolinea il vivo interesse del cardinale per le scienze naturali e sperimentali, compresa l’attività di ricerca svolta dalle donne, tra le quali campeggiano la fisica Laura Bassi e l’anatomista Anna Morandi – e prosegue, dopo una decina di sale del Museo Poggi, nella Biblioteca Universitaria, già biblioteca dell’Istituto delle scienze a cui il Papa donò, oltre a vari fondi di famiglie nobili bolognesi, la propria biblioteca.

In una breve segnalazione non è possibile descrivere le relazioni internazionali e i vari doni che documentano l’amore di Papa Lambertini per la sua città, tra i pezzi esotici spicca il coccodrillo del Nilo che si può vedere nel Museo Aldrovandi (trasferito per volere del papa dal Palazzo Pubblico a Palazzo Poggi), ove si può ammirare anche il ritratto di Benedetto XIV in mosaico, realizzato nel 1744 con la tecnica degli smalti tagliati, inviato per mare da Roma. Con un motu proprio del 1742 il pontefice istituì la prima scuola di chirurgia pratica all’interno dell’Università di Bologna e affidò la realizzazione della Stanza di anatomia allo scultore Ercole Lelli, con l’intento di unire la funzione didattico-scientifica al valore estetico e al contenuto morale; i due stupendi scheletri dei progenitori Adamo ed Eva, armati di falce, concludono la serie delle figure in cera. Benedetto XIV contribuì ad arricchire anche la camera di Geografia e Nautica col dono di due globi celeste e terrestre, in legno e cartapesta, e del Vascello di III rango S. Antonio da Padova, modello di natura didattica appartenuto al sovrintendente alla Marina di Francia.

Uno dei simboli iconici della generosità di Benedetto XIV è rappresentato dall’Aula Magna della Biblioteca Universitaria (foto di apertura), la cui progettazione fu affidata a Carlo Francesco Dotti, arredata con una libreria in radica di noce per conservare adeguatamente, oltre ad alcuni fondi librari di famiglie bolognesi, l’imponente raccolta del cardinale Filippo Maria Monti e la sua biblioteca donata con un motu proprio del 6 settembre 1754. Nella mostra è altresì esposto il documento del 20 luglio 1755 con cui il pontefice introdusse l’obbligo di dare una copia di ogni opera stampata a Bologna alla Biblioteca, che fu aperta al pubblico il 12 novembre 1756 con una orazione tenuta da Ludovico Montefani Caprara. L’Aula Magna della BUB, sormontata da ventisette busti in terracotta dipinti, è nota per la sua ieratica bellezza, basti ricordare che fu scelta nel 2007 per il film Centochiodi dal regista Ermanno Olmi, come il luogo in cui il giovane professore di filosofia all’Università di Bologna perpetrò l’inchiodatura dei libri antichi. Ma, trattando di produzioni cinematografiche e teatrali, la mente dei bolognesi corre al Cardinale Lambertini interpretato bonariamente da Gino Cervi.

La mostra si estende anche in altre tre sedi espositive della città, ove sono conservati alcuni interessanti doni di Benedetto XIV: la Collezione di zoologia (via Selmi 3) in cui è esposta la celebre tartaruga liuto, il Museo civico archeologico con alcune mummie egizie, il Museo civico medievale con l’orologio ostensorio fiammingo e vari oggetti orientali e di cultura indigena americana.
Rosaria Campioni
Per prenotazioni a visite guidate e laboratori didattici: eventi.unibo.it/benedetto14