Banco Alimentare: 30 anni di bene comune

Una serie di iniziative, ripartite tra Imola e Modena, festeggeranno tra pochi giorni i 30 anni di Banco Alimentare in Emilia Romagna. Il presidente della Fondazione, Stefano Dalmonte, ripercorre per noi origini e motivazioni della più antica “realtà anti spreco” del nostro territorio.
Per raccontare per sommi capi i primi 30 anni di attività della Fondazione Banco Alimentare Emilia Romagna bisogna probabilmente rifarsi all’inizio, all’origine: un’esigenza “trovata” nella realtà ordinaria, un’intuizione di risposta e una grande passione per le persone.
L’incontro tra un grande imprenditore (il Cav. Fossati della STAR) e un grande educatore (don Luigi Giussani) ha fatto scattare la scintilla che ha acceso negli anni il fuoco della condivisione, della solidarietà e della carità in migliaia di italiani (e quindi anche di emiliano romagnoli) per coloro che sono in condizione di bisogno alimentare.
Questo fuoco ha trovato “buona legna” in Giovanni De Santis che nel 1991 ha iniziato con alcuni volontari in Regione l’attività di recupero di cibo che altrimenti sarebbe stato distrutto e a distribuirlo gratuitamente alle strutture che si occupavano dei più poveri.

Ricordo di avergli sentito dire tante volte che l’attività del Banco si poggiava su 3 piloni fondamentali: 1) il legame con l’origine: il Banco in Italia è nato da un incontro e questo deve rimanere il metodo del nostro agire; 2) realismo: il Banco non nasce per risolvere il problema della fame nella società ma per recuperare ciò che sarebbe stato “spreco” e farlo ritornare un bene da donare (20 anni dopo avremmo sentito parlare di economia circolare in Italia…); 3) “fare con”: la nostra risposta al bisogno alimentare non si costruisce da soli ma legandosi a tutti quei partners che a monte e a valle dell’attività del Banco danno il loro contributo: le aziende donatrici, le strutture e gli Enti caritativi, i donatori di beni e servizi, le Istituzioni, ecc …
E così negli anni il Banco in Emilia Romagna cresceva come dimensioni (dall’allargamento del magazzino a Zello datoci in uso gratuito dal dott. Francesco Mariani alla nascita del magazzino di Parma col quale “serviamo” le strutture dell’ovest regionale) e in coscienza del proprio valore per i volontari che vi operano, per le strutture che ogni mese vengono a ricevere gratuitamente ciò che doniamo loro e per la società che abitiamo: più passa il tempo più siamo convinti che una cultura dove sono ben presenti la gratitudine e il dono crei un mondo dove si può stare meglio tutti!
E oggi, 30 anni dopo, raccontiamo di una storia che coinvolge in Emilia Romagna 750 strutture, nel giorno della Colletta oltre 19.000 volontari e che nel 2020 ha donato l’equivalente di 20.000.000 (venti milioni!) di pasti a coloro che fan fatica ogni giorno a mettere insieme il pranzo con la cena.
E ora ci prepariamo per i prossimi 30 …
Stefano Dalmonte
Il programma delle celebrazioni dei 30 anni può essere consultato sul sito https://www.bancoalimentare.it/it/emiliaromagna/news/trentennale-er