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Banchetto di studi per un maestro ed amico

N. 88- Aprile 2024

 

 

 

Banchetto di studi per un maestro ed amico

“Soltanto godendo del proprio pane è possibile donarlo “davvero” (in una modalità che non sia l’ipocrisia dell’altruismo) all’altro. E’ la comprensione del proprio godimento quale godimento egoistico che rende possibile un’apertura all’altro”. “Come si afferma in Altrimenti che essere: Solo un soggetto che mangia può essere per l’altro”. Rifacendosi al famoso filosofo Emanuele Lévinas, Nicola Perullo, originale studioso delle estetiche del cibo e del gusto e della “Epistenologia” (notare la variante che rimanda al vino!) scrive queste parole nel saggio “Il gusto senza l’Io”.

Il suo contributo è uno dei 55 dotti scritti che costituiscono il prezioso volume “A banchetto con gli amici. Scritti per Massimo Montanari”, curato da Tiziana Lazzari e Francesca Pucci Donati (edizioni Viella – Roma), in onore del grande medievista dell’Alma Mater bolognese, che tutti conoscono per i suoi raffinati studi sul cibo.

La metafora mutuata da Lévinas vale per il cibo, ma anche per il piacere dello studio, che allievi, ex allievi, accademici ed amici dedicano con evidente soddisfazione al “professore”, che lascia gli impegni accademici, ma non –ne siamo certi – gli amati studi e la colta divulgazione che li accompagna.

Il “libro di gratitudine”, ripartito in 8 sezioni tematiche, copre il mondo nel tempo e nello spazio, sia per l’internazionalità degli autori sia per gli argomenti. Si parte dal “comfort food” in Omero (Carmen Soares) e si arriva all’italianissimo “Carosello” della metà dello scorso secolo (Paolo Capuzzo). Si resta vicini a casa con il “cantimbanco” cinquecentesco bolognese Giulio Cesare Croce (Rosaria Campioni) e poi ci si spinge a scoprire la diffusione dei cibi italiani in Giappone (Noriko S. Yamabe).

Il “lussuoso, eccentrico, scherzoso, edificante banchetto di “laute letture”, dal gusto nostrano ma anche europeo, con qualche tocco di esotico” – come scrivono le curatrici – regala inedite angolazioni di sguardi sulla tavola e sul mondo. “La storia – garantisce Alberto Capatti- serve a dissolvere il presente in un passato ricco di sorprese, impensabile, proprio perché intessuto di documenti autentici e di fake news, la cui attualità fa improvvisamente gioco, si spegne e si riaccende”.

Lisa Bellocchi

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In copertina, Banchetto con satiri di Francesco di Girolamo da Santacroce (1545 circa)

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