Alla scoperta di Delo, la leggendaria isola di Apollo

Parlare di Delo, una piccolissima isola greca del gruppo delle Cicladi, in pieno Mar Egeo, iniziando da Venezia e dal suo animale più simbolico, il leone, sembra davvero un incipit complicato. Ma è proprio un leone il legame tra Venezia e Delo: infatti nel 1687, al termine della campagna militare nella quale fu purtroppo colpito e danneggiato gravemente il Partenone, il condottiero veneziano Francesco Morosini, detto il Peloponnesiaco, riportò in patria come bottino di guerra alcune sculture greche fra cui i famosi Leoni che ancora oggi fanno la guardia all’ingresso dell’Arsenale di Venezia, antico complesso di cantieri navali e officine che fu il cuore della produzione navale e nucleo della potenza marittima della Repubblica.

Il più antico Leone dell’Arsenale fu collocato in un momento successivo rispetto agli altri, in ricordo della riconquista veneziana di Corfù del 1717 e proviene dalla “Terrazza dei Leoni” dell’isola di Delo, dove sono ancora visibili cinque esemplari analoghi. Bellissimi e imponenti, seduti sulle zampe posteriori, la mascella aperta in un atteggiamento aggressivo, rappresentano uno dei ritrovamenti più importanti del grande sito archeologico che occupa quasi tutta l’isola.
Un’isola disabitata e magica, sacra ad Apollo, dove si respira l’aria degli oracoli e degli dei: l’isola di Delo, estesa appena 3,4 km² e situata vicino a Mykonos, è di fatto un enorme sito archeologico che richiama turisti ed appassionati di archeologia da ogni parte del mondo. Nel 1990 è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dell’UNESCO e soltanto agli archeologi sono permessi brevi soggiorni sull’isola: infatti una delle leggende che la riguardano deriva dall’antico responso di un oracolo, che fa divieto di abitare sull’isola e, ancora più misterioso, in questo luogo sacro non è permesso né nascere né morire. Al tempo del culto degli dei e degli oracoli, Delo fu sede di un importante e celebre santuario di Apollo che la rese una delle isole più importanti dell’Egeo, per secoli meta dei pellegrinaggi dei devoti ad Apollo o di chi cercava la consulenza di un oracolo.

Secondo la mitologia, quest’isola è stata il luogo di nascita di Apollo stesso, il dio del Sole, della musica, delle arti mediche, delle scienze, dell’intelletto e della profezia, nonché di Artemide, dea della caccia e protettrice delle donne. Racconta il mito che Apollo nacque, come la gemella Artemide, da una delle frequenti scappatelle extraconiugali di Zeus, che si era incapricciato di Leto. La gelosa Hera, presa dall’ira e dal desiderio di vendetta, si fece promettere dalla Terra che non avrebbe dato mai all’infelice donna un sicuro rifugio. Disperata, Leto vagò fino a giungere sull’isola di Delo, che, stando al mito, era appena sorta dalle acque e non ancora saldata alla terra e così Leto poté darvi alla luce Apollo e Artemide, precisamente ai piedi del Monte Cinto. I miti riportano che Artemide fu la prima dei gemelli a nascere e che abbia poi aiutato la madre nel parto di Apollo, il quale nacque in una notte di plenilunio, da allora a lui consacrato.
Abitata sin dal 2.500 a.C., grazie alla sua posizione strategica Delo non fu solo un importante centro religioso, ma anche una fiorente tappa commerciale, presente in molte rotte marittime che collegavano i principali porti del Mediterraneo. Visse l’epoca dei persiani e degli ateniesi, del governo di Alessandro Magno e successivamente dei romani, per i quali Delo fu non solo un centro religioso, ma anche una vivace isola cosmopolita, con un’economia fiorente, fino alla decadenza e al conseguente abbandono da parte della popolazione.
Gli scavi archeologici sono cominciati nella seconda metà dell’Ottocento e hanno portato alla luce un’incredibile varietà di tesori perfettamente conservati, estesi su gran parte dell’isola, che si può raggiungere con circa di mezz’ora di traghetto dal porto vecchio di Mykonos. Una volta scesi dall’imbarcazione, dopo un breve tratto a piedi ci si ritrova a camminare tra templi, altari, statue, santuari, percorrendo antiche strade che affacciano su scorci incantevoli di azzurro mare e su distese di fiori variopinti, nella stagione primaverile. Ci sono molte, splendide attrattive da vedere sull’isola: muniti di scarpe comode, si può camminare a lungo tra le strade perfettamente conservate che creano la sensazione di una città ancora viva e magica. Dai resti del porto sacro si sale fino a raggiungere l’Antico Teatro e la Casa delle Maschere, abitazione degli attori, dove si possono ammirare pavimenti in mosaico splendidamente conservati. Dal monte Cinto, posto al centro dell’isola, si resta incantati dalla vista spettacolare sull’arcipelago delle Cicladi con le isole di Mykonos, Tinos e Syros che circondano Delo. Interessanti anche i templi dedicati alle divinità straniere, per lo più siriane ed egiziane, a indicare la vastità di rapporti culturali e commerciali dell’isola nel suo massimo splendore.
Imperdibile infine la “Terrazza dei Leoni”, che ospita cinque statue in marmo dei famosi felini, scolpiti verso la fine del VII secolo a. C. con lo scopo di incutere reverenziale timore nel visitatore, come veri custodi del santuario di Apollo. Dei sedici leoni originali, solo nove sono sopravvissuti, cinque interi e gli altri ridotti a pezzi, mentre uno, quello portato a Venezia, ha ora una testa diversa e svolge ancora la sua funzione di guardiano di fronte all’Arsenale della Serenissima. E così torniamo a Venezia, all’inizio della nostra storia, con la nuova curiosità di dare uno sguardo più da vicino al leone di Delo, nella prossima gita nella città lagunare.
Emilio Bonavita