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Al Premio Suzzara l’inferno riflesso della guerra

N. 101- Giugno 2025

 

 

 

Al Premio Suzzara l’inferno riflesso della guerra

Il Premio Suzzara è un evento artistico identitario per la Città di Suzzara (storicamente definita “Città del Premio”), che fin dalle sue origini ha cercato di rispecchiare la società dell’epoca nella chiave del rapporto arte-lavoro. Lavoro come arte nel significato di capacità di realizzare un prodotto ben fatto, arte come lavoro nella valenza di impegno dell’artista verso la collettività, alla quale doveva svelare il bello negli aspetti più semplici della vita quotidiana, con un linguaggio alla portata di tutti.

Nel progetto di Dino Villani, principale ideatore del Premio insieme a Cesare Zavattini e Tebe Mignoni, c’era infatti la volontà visionaria che le opere d’arte “entrassero nelle case di tutti”, resa concreta dalla creazione di un forte legame tra gli artisti, i cittadini suzzaresi e l’intera e complessa realtà territoriale di un bacino agricolo divenuto industriale (e nello specifico metalmeccanico) tra la seconda metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

Dopo un lungo intervallo, nel 2024 il Premio Suzzara è tornato con la 51esima edizione, e nel 2025 si riconferma nella sua cadenza annuale, con un tema quest’anno legato a un’importante ricorrenza: gli 80 anni dalla Liberazione. “INFERNO RIFLESSO. La guerra nello specchio dell’arte” è infatti il titolo della 52esima edizione del Premio, che recupera una caratteristica fondante del concorso, che fin dalle sue origini ha promosso un’arte impegnata, capace di interrogarsi e riflettere sui grandi temi che coinvolgono la società nel corso della storia. Il 2025 è l’anno in cui si celebra l’ottantesimo anniversario della fine del secondo conflitto mondiale e l’inizio – non privo di contraddizioni – di una nuova epoca. L’arte può essere uno strumento potente per rappresentare la guerra – in ogni tempo e in ogni luogo – denunciandone la violenza e portando in luce, con l’intento di superarli, i traumi da essa generati. L’arte diventa quindi una forma di resistenza e testimonianza, e contribuisce alla costruzione e alla conservazione della memoria.

Premio Suzzara 1948. Cesare Zavattini (a sinistra) consegna il premio (un vitello) all’artista vincitore, Antonio Ruggero Giorgi

Agli artisti si chiede quindi una riflessione sul tema generale, ma più che mai attuale, della guerra. Guerra combattuta sul fronte, in diverse parti del mondo ormai vicinissime grazie alla globalizzazione, guerra quotidiana contro nemici invisibili, ma ugualmente mortali come la povertà, la discriminazione, l’odio, guerra interiore, contro le angosce, la paura, l’ansia.

Nel 1964 Bruno Canova vinse il primo premio (un puledro) con l’opera “Composizione”.

Quest’anno, il Premio Suzzara ha un legame particolare con Bologna, perché è dedicato alla memoria del maestro Bruno Canova (Bologna, 26 marzo 1925 – Lacco Ameno, 31 luglio 2012), pittore e incisore, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. La scelta di celebrare Bruno Canova proprio nell’anniversario della fine sella Seconda guerra mondiale è motivata, oltre che per ragioni anagrafiche, per la storia personale dell’artista, che visse in prima persona l’orrore dell’occupazione e del campo di concentramento. Nel 1943 venne infatti richiamato alle armi, fu arrestato poco dopo per avere tentato di organizzare un nucleo partigiano a La Spezia e internato in un lager tedesco a Brüx nei Sudeti. Dopo la liberazione si dedicò allo studio della grafica a Roma e Milano, e si trasferì definitivamente a Roma, dove, oltre alla carriera artistica, dedicò la propria vita a un lavoro di raccolta e testimonianza degli orrori dei lager nazisti e della guerra, reinterpretandoli con diversi linguaggi, dal collage alla pittura, nel ciclo “L’arte della guerra”. Bruno Canova partecipò al Premio nel 1954 con il disegno “Mercato in Campo de’ Fiori”, e nel 1964, con “Composizione”, quando vinse. In linea con la particolarità del Premo Suzzara (i premi erano in natura, raccolti dal comitato organizzativo tra le aziende locali), nel 1954 Canova si aggiudicò una latta d’olio lubrificante e 10 chili di pasta, nel 1964, l’ambitissimo primo premio, il puledro.

In concomitanza con il Premio, la figura artistica di Bruno Canova verrà celebrata con una retrospettiva sull’artista, in collaborazione l’Archivio Bruno Canova di Roma.

Partecipazione aperta e libera espressione artistica

Il Premio Suzzara 2025 accoglie partecipazioni su invito e candidature libere (fino al 31 maggio), purché le opere siano inedite e in linea con il tema proposto. Gli artisti potranno utilizzare qualsiasi tecnica, materiale o linguaggio. Le opere candidate, che dovranno essere consegnate in Museo entro luglio, saranno valutate da una Commissione giudicatrice di esperti e, per la prima volta, da una Giuria popolare.

Le opere selezionate entreranno a far parte della mostra collettiva che rimarrà aperta al Museo Galleria del Premio fino a fine novembre, e l’opera vincitrice, proclamata nella cerimonia del 21 settembre, riceverà un compenso di 5.000 euro lordi (oltre all’acquisizione).

Maggiori informazioni al link: bit.ly/norme52premiosuzzara.

Il Premio Suzzara continua così a distinguersi per il suo legame con la storia e per la sua vocazione civile. In un’epoca segnata da crisi e conflitti, “Inferno riflesso” richiama il ruolo essenziale dell’arte come testimonianza, resistenza e memoria, riaffermando la necessità di uno sguardo lucido e umano sulla guerra, declinato attraverso la forza delle immagini e della creazione artistica.

Erika Vecchietti

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