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Ravenna Festival, grande musica sostenibile

N. 96- Gennaio 2025

 

 

 

Ravenna Festival, grande musica sostenibile

Grandi direttori a capo di grandi orchestre; generi diversi che si affiancano nel fitto programma; forte coinvolgimento del territorio; attenzione all’ambiente e uno sguardo speciale alle zone colpite dall’alluvione lo scorso anno. Sono i fili lungo cui si intreccia la trama del Ravenna Festival, che si svolgerà dall’11 maggio al 9 luglio, con oltre 100 “alzate di sipario” e un migliaio di artisti coinvolti. Giunta alla XXXV edizione, la rassegna si intitola “E fu sera e fu mattina”: le parole del succedersi dei giorni della Creazione nella Genesi, per invitarci a riflettere sugli effetti del cambiamento climatico sul nostro pianeta.

Riccardo Muti sul podio dirige l’Orchestra Cherubini

Si comincia con la grande musica: a inaugurare il Festival sarà infatti Riccardo Muti (che qui “gioca in casa”) con i Wiener Philharmoniker; poi arriveranno Kirill Petrenko con la Gustav Mahler Jugendorchester e Sir Simon Rattle con la Chamber Orchestra of Europe (entrambi i direttori per la prima volta al Festival). In calendario anche Ottavio Dantone alla guida dell’Accademia Bizantina (eseguiranno la “Creazione” di Haydn nella Basilica di Sant’Apollinare in Classe), e ancora Riccardo Muti, questa volta sul podio della sua Orchestra Cherubini, per l’ormai tradizionale appuntamento con le Vie dell’Amicizia (il 7 luglio), quest’anno dedicato al dramma dei migranti che perdono la vita cercando di attraversare il Mediterraneo.

Eleonora Abbagnato

Tanti i linguaggi artistici presenti nel fitto calendario: si va dalla danza (con le stelle Eleonora Abbagnato e Sergio Bernal) al teatro di ricerca, dai concerti con solisti di fama al jazz; con un’attenzione particolare ai giovani, che saranno protagonisti di “Chiamata alle arti” (dal 17 al 20 giugno al Museo Classis), il progetto con cui Cristina Mazzavillani Muti invita gli under 25 “per disegnare insieme uno spazio libero di confronto, crescita e scambio”.

Ravenna ma non solo. Numerosi gli appuntamenti anche a Lugo, Russi, Lido Adriano e Cervia-Milano Marittima (dove la rassegna “Il Trebbo in musica” vedrà ospiti fra gli altri l’attrice Laura Morante e il regista Pupi Avati).

Il tema dell’ambiente che guida tutto il Festival vedrà, fra i momenti più significativi, la proiezione dei tre film nati dalla collaborazione fra il regista Godfrey Reggio e il compositore Philip Glass (un affresco visivo-musicale sull’avvento e il compimento dell’Antropocene), con la colonna sonora eseguita dal vivo dal Philip Glass Ensemble assieme all’Orchestra Regionale Toscana; e un nuovo lavoro di teatro musicale multimediale (Lo sciamano di ghiaccio) dedicato alla vita degli Inuit, una delle ultime popolazioni indigene della Groenlandia.

E l’emergenza climatica è all’origine anche della rassegna “Romagna in fiore” che, a un anno dall’alluvione, vedrà artisti italiani ed internazionali esibirsi in otto spettacoli in alcune delle località più duramente colpite. “Vogliamo portare gli artisti con i piedi nella terra ferita dalle alluvioni e dalle frane” spiega Antonio De Rosa, sovrintendente del Ravenna Festival.

Fra gli ospiti, in quattro week end fra maggio e giugno, Vinicio Capossela, Neri Marcorè, l’attrice Elena Bucci, Daniele Silvestri, Manuel Agnelli, Dardust (il calendario completo, con le “istruzioni per l’uso”, sul sito del Ravenna Festival). Saranno tutti concerti gratuiti e “green”: per evitare le luci artificiali, gli spettacoli si svolgeranno infatti di pomeriggio, in luoghi raggiungibili a piedi o in bicicletta, e anche i microfoni saranno alimentati da batterie ricaricabili con luce solare. Un festival “solidale, inclusivo ed ecosostenibile”, che vuole essere anche un’opportunità di rilancio turistico, contribuendo a tenere accesi i riflettori su territori che rischiano di venire dimenticati, esaltandone la bellezza e quella ospitalità che li ha sempre contraddistinti e che non è venuta meno.

Liliana Fabbri

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