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Progetto Life per l’agricoltura di montagna

N. 88- Aprile 2024

 

 

 

Progetto Life per l’agricoltura di montagna

Rotazioni ampie, semine dirette su terreno sodo, arature meno profonde, tagli precoci per il controllo delle infestanti, minore impiego di chimica, concimazioni invernali su prati, sistemazioni idrauliche adeguate per evitare arature frequenti, consociazioni tra leguminose e cereali con varietà adeguate per nutrire il terreno… Sono alcune delle lavorazioni “virtuose” che 15 agricoltori dell’Appennino tra Parma, Reggio Emilia e Modena, stanno positivamente sperimentando tramite il progetto Life Agricolture, finalizzato a salvaguardare la funzione di stoccaggio del carbonio del suolo delle aziende agricole. Queste ultime, infatti, adottando buone pratiche di agricoltura conservativa e di sistemazione idraulica, possono dare un sensibile contributo al contrasto al cambiamento climatico.

“Da un lato terreni che si sono costruiti in milioni di anni, dall’altro dissesto idrogeologico o arature profonde che li minacciavano.  Con questo progetto, che nelle aziende unisce difesa del suolo e agroecologia, proponiamo un nuovo modo di dare risposte alle esigenze degli agricoltori e al contrasto al cambiamento climatico, discutendone anche nelle scuole. Si costruisce così una green community”, osservano Domenico Turazza, direttore del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale e Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.

Il. progetto Life Agricolture è finalizzato a salvaguardare la funzione di stoccaggio del carbonio del suolo delle aziende agricole. Queste ultime, infatti, adottando buone pratiche di agricoltura conservativa e di sistemazione idraulica, possono dare un sensibile contributo al contrasto al cambiamento climatico

Il progetto è promosso negli Appennini di Reggio Emilia, Parma e Modena in 15 aziende dimostrative che hanno messo a disposizione parte dei terreni. Anche il suolo, con cui il mondo rurale lavora da secoli, può infatti sequestrare e stoccare il carbonio. E intanto gli agricoltori di queste aziende in due soli anni e mezzo dall’avvio del progetto hanno accolto la sfida e ora invitano altri colleghi a seguirli.

Sul campo sono diversi i tecnici che seguono l’evoluzione del progetto per conto dei promotori: Consorzi di Bonifica Emilia Centrale e Burana, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e Crpa di Reggio Emilia.

Life Agricolture è finanziato dall’Unione Europea per 833.000 euro e ha una durata complessiva di cinque anni. Obiettivo è quello di realizzare prati con cotici più robusti, migliore valore nutritivo della biomassa e contrasto all’erosione. I prati così migliorati, che non utilizzano diserbo e concimazioni chimiche, sono più produttivi e biodiversi.

Per gli agricoltori dell’Appennino, aderire a questa nuova pratica agro-ecologica per la sostenibilità ambientale consentirà anche di accedere a maggiori risorse del Piano di sviluppo rurale della Regione Emilia Romagna.

Infatti, nella nuova programmazione PAC 2023-27 – da cui derivano i Piani di sviluppo rurale regionali – l’Italia ha proposto sia alcuni eco-schemi, sia alcuni interventi agro-climatici-ambientali (ACA) dello sviluppo rurale che intendono valorizzare i vantaggi delle leguminose e delle foraggere ai fini degli obiettivi ambientali e climatici. Il progetto Life AgriCOlture dell’Appennino va esattamente in questa direzione.

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