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Le Due Torri sulle medaglie

N. 96- Gennaio 2025

 

 

 

Le Due Torri sulle medaglie

Il Museo Civico Archeologico, del Settore Musei Civici di Bologna, dedica una piccola esposizione di medaglie e di monete legate alla raffigurazione iconografica dei due monumenti simbolo della città felsinea, la Torre degli Asinelli e la Torre Garisenda, nell’ambito del progetto Il Medagliere si rivela, volto a far conoscere al grande pubblico la ricchissima raccolta numismatica del museo.

Medaglia in argento di Giambattista Martini (1706-1784) Autore: Petronio Tadolini, 1784, Bologna, Museo Civico Archeologico, n. inv. 473. Al rovescio, la Fama, mentre suona la tromba, è in volo su Bologna identificabile dalle due torri e dalla Basilica di San Luca. Al dritto il ritratto di Padre Martini, celebre storico della musica, a cui la medaglia fu dedicata nell’anno della sua scomparsa. Nell’immagine in alto, il particolare ingrandito.

L’esposizione, a cura di Paola Giovetti e Laura Marchesini, liberamente fruibile nell’atrio del museo fino al 26 agosto 2024, consente la visione di 25 esemplari tra monete, conii e medaglie, che coprono un arco temporale compreso tra il XV e il XXI secolo.

Medaglia in argento di Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730), Autore: Ferdinand de Saint Urbain, 1731
Bologna, Museo Civico Archeologico, n. inv. 467. R/La città di Bologna, illuminata dal sole raggiante che occupa gran parte del tondello, è rappresentata non solo dalle due torri ma anche dalla torre della Specola dell’Istituto delle Scienze, centro culturale illuminista, inaugurato nel 1714 da Luigi Ferdinando Marsili, il cui ritratto compare al dritto.


L’approccio tematico di questa esposizione si propone di valorizzare non solo il patrimonio del museo ma desidera anche proporre un focus sulla storia locale attraverso la fortuna che l’immagine delle due torri ha conosciuto nella produzione numismatica, in una fase storica di particolare attenzione per la tutela e la conservazione dei due monumenti che coinvolge anche i musei civici. L’iniziativa del Museo Civico Archeologico apre infatti idealmente il racconto del cantiere avviato dal Comune di Bologna per la messa in sicurezza e il restauro della Torre Garisenda che dalla primavera 2024 avrà il suo fulcro al Museo Civico Medievale a Palazzo Ghisilardi. Un progetto culturale dalle finalità divulgative e didattiche per condividere con la cittadinanza e i turisti lo stato di avanzamento dei lavori di consolidamento strutturale e valorizzare, anche attraverso l’utilizzo di tecnologie, la storia e l’assetto urbanistico del centro storico medievale più esteso conservato in Europa, con particolare riguardo al patrimonio culturale e monumentale “verticale” delle torri che caratterizza Bologna nel mondo.

Asinelli e Garisenda sono infatti le torri più celebri di Bologna, da molti secoli simbolo identificativo della città per i suoi abitanti e per i viaggiatori, e oggi per i numerosi turisti che la visitano. Inizialmente tuttavia, quelle che oggi sono gli edifici iconici dello skyline bolognese, si trovavano in un tessuto urbano caratterizzato dalla presenza di oltre 100 torri, oggi in amplissima parte scomparse o celate, superstiti, tra i palazzi del centro storico.


Medaglia in bronzo della Cassa di Risparmio di Bologna, Autore: Giuseppe Romagnoli, 1927, Bologna, Museo Civico Archeologico, n. inv. 880 . All’ombra del colle della Guardia si estende la città dalla quale si eleva la Garisenda fortemente convergente sull’Asinelli. Il paesaggio realizzato con grande realismo era infatti molto noto al medaglista, il bolognese Romagnoli, che ebbe un importante incarico presso la zecca di Roma. La medaglia è stata commissionata dalla Cassa di Risparmio di Bologna e illustra l’allego­ria del Risparmio seduta sulla destra, con un forziere sulle ginocchia, mentre riceve i risparmi delle varie categorie di lavoratori.

Nonostante la loro fama, poco si conosce delle ragioni e del contesto che portarono alla costruzione della Asinelli e della Garisenda, avvenuta tra la fine dell’XI e il XII secolo. La loro rappresentazione fa la prima comparsa nella monetazione locale agli inizi del XV secolo, in relazione con una delle fasi più significative dell’affermazione del Comune e dello spirito civico. A caratterizzarne l’immagine è la forte inclinazione della Garisenda rispetto alla torre degli Asinelli, pendenza che le arti figurative non hanno mancato di esasperare per rendere univoca l’identificazione, arrivando a trasformare l’immagine della diade in una vera e propria icona.

Le monete esposte coprono un arco cronologico che va dal XV al XVIII secolo.

Le prime emissioni sono esemplari della zecca di Bologna dove al santo patrono Petronio si accompagna sempre il modellino della città, caratterizzato dalle mura e da numerose torri. Solo a partire dal XV secolo comincia a distinguersi più chiaramente, tra la selva turrita, l’iconica coppia delle due torri. Queste ultime restano simbolo ineludibile anche nella monetazione che segue gli sconvolgimenti politici e sociali dovuti all’arrivo di Napoleone in città.

L’esposizione è gratuitamente visibile tutti i giorni salvo il martedì

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