Lavinia restaurata torna in Pinacoteca

La Pinacoteca nazionale di Bologna ha da poco concluso il restauro del dipinto di Lavinia Fontana “Apparizione della Madonna col Bambino alle sante Caterina d’Alessandria, Margherita, Agnese, Orsola e Barbara”. Da diversi anni l’opera era conservata nei depositi a causa delle cattive condizioni conservative, ma ora è nuovamente esposta al pubblico nella sala 22 dedicata al Manierismo.
Il dipinto era stato selezionato nell’aprile 2023 nell’ambito della sesta edizione del concorso “Opera tua”, il progetto di Coop Alleanza 3.0 realizzato in collaborazione con Fondaco Italia e con il patrocinio del Touring Club Italiano. Tale progetto, dedicato alla valorizzazione dei beni culturali italiani, negli anni ha contribuito al restauro di 41 opere d’arte in tutta Italia.

La società che ha eseguito il restauro è la SOS ART di Carlotta Scardovi, che inizialmente ha compiuto un’indagine diagnostica finalizzata allo studio dei materiali e delle tecniche esecutive, per poi procedere con il restauro.
Il dipinto raffigurante l’Apparizione della Madonna col Bambino alle sante Caterina d’Alessandria, Margherita, Agnese, Orsola e Barbara viene esposto per la prima volta dopo il restauro accanto al Ritratto della famiglia Gozzadini e al Bambino nella culla, in un’apposita sezione dedicata alle opere di Lavinia Fontana.
La piccola pala Apparizione della Madonna col Bambino è firmata e datata 1601. Proveniente dalla chiesa di san Michele in Bosco, raffigura l’apparizione della Vergine alle sante Caterina d’Alessandria al centro, Agnese e Margherita a destra, Barbara ed Orsola a sinistra, tutte riconoscibili dai rispettivi attributi iconografici. Nell’impianto generale e nella disposizione delle figure, l’opera si ispira all’Estasi di santa Cecilia di Raffaello, esposta nella sezione del Rinascimento della Pinacoteca, rivisitata attraverso un’elegante e preziosa interpretazione del colorismo veneto e della pittura manierista parmense.
Al suo fianco, nella nuova collocazione, sta il Ritratto della famiglia Gozzadini, firmato e datato 1584.

Toccando uno dei vertici della sua attività ritrattistica, Lavinia inscena qui un’ideale conversazione tra i membri, vivi e morti, della famiglia Gozzadini mediante una mirabile capacità descrittiva. Le figure affiorano dal buio di un interno domestico: al centro il capostipite Ulisse, in primo piano le figlie
Ginevra e Laudomia e alle loro spalle i mariti-cugini Annibale e Camillo. Il cagnolino, fulcro della composizione, incarna il concetto della “fidelitas” e assurge a simbolo di un legame familiare indissolubile.
Infine, completa lo spazio di approfondimento dedicato a Lavina Fontana il dipinto raffigurante il
Bambino giacente in una culla (1583 circa). L’infante ritratto nel suo giaciglio, raro soggetto riconducibile ai modelli della ritrattistica europea, appare sdraiato all’interno di una struttura finemente decorata e impreziosita da lussuosi merletti. Il bambino indossa una lunga collana di perle, simbolo di rango nobiliare, e rivolge allo spettatore un tenero sguardo, possibile allusione ad una fugace esistenza.

Figlia e allieva del pittore Prospero Fontana, la formazione di Lavinia si compie nella bottega paterna dove attinge ad una vasta gamma di modelli espressivi, dalle esperienze emiliane, venete, lombarde a quelle tosco-romane. Presso il padre entra in contatto con i riformatori della pittura italiana, Ludovico,
Agostino e Annibale Carracci, poco più giovani di lei, ma che non mancano di arricchire la sua cultura figurativa.
Nella città felsinea, la pittrice elabora un linguaggio autonomo e acquista ben presto fama di abile ritrattista, distinguendosi per l’accuratezza nella resa di acconciature, abiti e gioielli.
Nei ritratti di illustri personalità della sua epoca, tra cui aristocratici, eruditi, diplomatici ed ecclesiastici, riesce a far convivere sapientemente i prototipi della moda internazionale, le esigenze di severità morale della controriforma cattolica e le nuove istanze del naturalismo bolognese. Il Ritratto della Famiglia Gozzadini è tra gli esempi più autorevoli del genere.
La sua copiosa produzione pittorica comprende soggetti mitologici, storici, biblici, sacri e numerose pale d’altare. I maggiori successi li consegue a Roma, dove si trasferisce stabilmente nel 1603 su invito del nuovo papa Gregorio XIII, il bolognese Ugo Boncompagni, del quale esegue un famoso ritratto.
Lavinia è oggi universalmente riconosciuta, assieme a Sofonisba Anguissola, Artemisia Gentileschi ed Elisabetta Sirani, tra le protagoniste femminili della pittura italiana tra Cinque e Seicento