La scapigliata opera verista
Fu l’opera verista a farla da padrona cento anni fa. In questo 2024 si celebra la cosiddetta “giovane scuola”, i cui coraggiosi componenti – forzando la schematicità prima classica e poi romantica – inserirono nelle loro composizioni a carattere d’opera, elementi fortemente contrapposti. Questi, provenivano dalla musica stornellatrice toscana e dalla napoletanità canzoniera. La risultante ottenuta dalle proposte di sentimenti antagonisti (tenero- infuocato, singhiozzante-borioso) ebbe presa immediata sul pubblico che, accontentato, poteva trovare insieme agli occhi per piangere, le orecchie per memorizzare un motivo (es: Intermezzo dalla Cavalleria Rusticana di Mascagni) https://youtu.be/Rm1dYBGFmwk?si=Mfqs40kMELlrswCU
e il cuore per un sussulto d’amore.
La sfrontatezza di questi compositori riuscì a portare in scena sentimenti reali, privi di quel diaframma che, spesso, la censura imponeva. Per Puccini, (1858-1924) del quale quest’anno si ripropongono solo titoli noti per assicurarsi gli introiti preventivati, è doveroso sia ricordato che, oltre alla solita Bohéme o Turandot, vi sono pagine straordinarie che manifestano tutto lo spirito del Novecento, ne Le Villi, Edgar, La Fanciulla del West, la Rondine, ma soprattutto nell’ archetipo nucleo cameristico di arie rarissimamente eseguite.
Dicasi così anche per Ruggero Leoncavallo (1857-1919) anche librettista de I Pagliacci
https://youtu.be/kaBnYOF384M?si=kP4_JwcQG0q2jCXo , per Francesco Cilea (1866-1950)de l’Arlesiana https://youtu.be/WizyK3SBaVs?si=0Vu0IxQIRLOu2YyQ
per Alfredo Catalani (1854-1893) di Wally https://youtu.be/XBCoXBlIMwc?si=c6vFB4xOGg-HGc97 e per lo sconosciuto ai più Ezio Camussi (1877-1956) che ottenne un meritato successo con l’opera-dramma La Du Barry (1912), ultima favorita del Re di Francia Luigi XV, ghigliottinata per aver sperperato il denaro pubblico.
Grazie al film omonimo che ha avuto come protagonista Johnny Depp, la vita della “protetta” è arrivata sino a noi. Prima si narrava soltanto che facesse uso di profumo anche nelle parti intime, motivo per il quale era molto apprezzata dal Re.
Un occhio di riguardo meritano Umberto Giordano (1867-1948) e Arrigo Boito.
Giordano visse un esordio difficoltoso e in questo centenario va ricordata la produzione di Andrea Chenier (1896), Fedora (1898) Siberia (1903) e Il Re (1929), ma innanzitutto la messa in scena, il 20 dicembre 1924, de “La cena delle beffe, divenuta, con la regia di Alessandro Blasetti nel 1941, un film storico nel quale i versi, recitati magistralmente da attori di spessore, furono tratti dal lavoro dello stesso librettista di cui si servì Giordano: Sem Benelli.
Altro capolavoro (secondo e ultimo di Boito, che ne scrisse anche il libretto) fu il Nerone. Egli, sotto lo pseudonimo di Tobia Gorrio, collaborò come ultimo librettista di Giuseppe Verdi, per Otello, Falstaff e Simon Boccanegra. Ricorre perciò per l’incompiuto Nerone (1924), rappresentato dopo sei anni dalla morte di Boito, il centenario. Oltre cinquant’anni servirono all’appartenente alla corrente della “scapigliatura”, per partorire l’idea neroniana ultima, che venne rappresentata e diretta per la prima volta da Arturo Toscanini. Probabilmente in Boito il desiderio di rilanciare la romanità – in un’epoca nebulosa che lo vedeva vivere a cavallo di due secoli – era mirato al ripristino delle conquiste e degli sfarzi della Roma antica, ma non a ripercorrerne l’ineludibile destino.
Aureliano Pertile, che fu uno dei tenori italiani più famosi, fu proprio il primo cantante nel ruolo del titolo nel 1924 e interpretò pure il Nerone di Pietro Mascagni nel 1935. Fu tanto apprezzato da Toscanini, da essere presente alla Scala per molte stagioni.
Il 1924 porta con sé anche nomi meno noti e partiture più ostiche all’ascolto, come l’Erwartung e la Mano felice di Schoenberg. Il ritorno alla fantasia lo donano Hugh the Drover di Ralph Williams e La Piccola Volpe astuta di Janacek, con il suo carattere fanciullesco festoso e prettamente natalizio.
Il 1924 non è solo Puccini, quindi, ma anche la nascita dell’Unione per la Cinematografia Educativa, ovvero L’Istituto L.U.C.E, che da allora ha archiviato filmati storici e iconografici come Il Carro dei Tespi, girato nella villa di Giacomo Puccini. https://youtu.be/OPDrzWB3gx4?si=Jjz7hTPfxoD41Xt2
Mirella Golinelli
L’immagine di Giacomo Puccini e dei suoi amici è tratta dal sito del Puccini Museum di Lucca.