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Il paesaggio tra architettura e fotografia

N. 93- Ottobre 2024

 

 

 

Il paesaggio tra architettura e fotografia

Fino al prossimo 7 gennaio 2024 il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna presenta la mostra “Architettura e fotografia nelle campagne dell’Emilia-Romagna. Maura Savini, rilievi e progetti – Guido Guidi, fotografie”, promossa in collaborazione con il Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna.
Il progetto espositivo si articola sul confronto tra due diversi modi di conoscere – quelli della fotografia e dell’architettura – che, pur nella propria autonomia, mirano all’obiettivo comune di rendere comprensibili quei luoghi costruiti in cui risiede la nostra identità collettiva.

La mostra, a cura di Lorenzo Balbi, è parte del progetto Architettura rurale in Emilia-Romagna, vincitore di Strategia Fotografia 2022, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura per la selezione di proposte di acquisizione, produzione, conservazione, valorizzazione della fotografia e del patrimonio fotografico italiano.
Il bando si configura come seconda edizione di un progetto nato nel 2020 (Strategia Fotografia 2020) e si inserisce nel quadro delle azioni istituzionali della Direzione Generale volte a promuovere e a sostenere la ricerca, i talenti e le eccellenze italiane nel campo della fotografia.
La proposta è stata ammessa al finanziamento nell’ambito di azione 1 (Acquisizione e valorizzazione), sezione II (Progetti di valorizzazione della fotografia contemporanea, che prevedano la committenza di opere e/o serie fotografiche da destinare al patrimonio pubblico).
Grazie a questo importante riconoscimento, sei nuove opere fotografiche di Guido Guidi, visibili per la prima volta al pubblico in questa occasione, entreranno a far parte della collezione permanente del museo.

Intorno a questo corpus, nello spazio della Project Room del MAMbo, contenitore tematico che dal 2018 accoglie, ricostruisce, racconta e valorizza alcune delle esperienze artistiche e culturali più rilevanti nate in territorio bolognese ed emiliano-romagnolo, la mostra presenta altre 29 produzioni fotografiche inedite di Guidi riferibili ai territori di Granarolo, Minerbio e San Giorgio di Cesena.

Guido Guidi Minerbio, 2023


Per la prima volta architettura e fotografia trovano un luogo in cui esporre i caratteri di un territorio sempre meno “visibile” intersecando il lavoro visivo di Guido Guidi, figura cardine della fotografia italiana dal secondo Novecento, che ha contribuito a innovare e ridefinire lo statuto e le possibilità espressive della fotografia di paesaggio in epoca contemporanea, con le ricerche sull’architettura nella sua dimensione territoriale, che Maura Savini svolge da tempo presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna.
Se da un lato disegni, carte e documenti storici descrivono il territorio con i modi dell’architettura, dall’altro il lavoro di Guidi arricchisce di un nuovo capitolo la lunga meditazione per immagini che fin dagli anni Sessanta l’autore romagnolo rivolge al tema del paesaggio, in particolare a quello marginale della provincia italiana.

La mostra è stata precedura  dalla Giornata di studi Paesaggio e condizione contemporanea che ha affrontato in un’ottica multidisciplinare la riflessione sull’evoluzione del territorio rurale in relazione alle modificazioni imposte dalla contemporaneità.
In concomitanza con il convegno, dal 27 ottobre al 6 novembre 2022, al Padiglione de l’Esprit Nouveau a Bologna è stata presentata un’anteprima della mostra prevista, con l’esposizione di rilievi e disegni, carte, mappe, documenti di archivio e fotografie relativi all’architettura delle terre di pianura del bacino padano. Entrambi i momenti si sono proposti di affrontare il problema architettonico che riguarda la condizione della “città” contemporanea, dove la perdita di chiarezza e di intelligibilità e l’assenza di una linea stabile di continuità sembrano aver disgregato i processi di conoscenza e di memoria in cui si colloca l’architettura.

Progetto per una villa reale a Zola Predosa – Antonio Basoli ed Ercole Gasparini, 1805. Planimetria generale e tavola sinottica degli edifici



In sostanza, indagine architettonica e indagine fotografica trovano nel confronto che inevitabilmente stabiliscono, un elemento di ricchezza e un ulteriore avanzamento conoscitivo. La fotografia si è confrontata nel tempo costantemente con l’architettura, e si può affermare che essa costituisca una sorta di doppio conoscitivo rispetto all’architettura: entrambe, in quanto attività umane disciplinate dal progetto dell’uomo, e dunque da un pensiero, sono in grado di rendere comprensibile un luogo, un edificio, così come un territorio edificato, pur operando con dimensioni differenti. Possiamo dire che, come per l’architettura, una buona fotografia si ottiene in seguito a un processo di selezione e semplificazione per cui, osserva Stephen Shore, “occorre rinunciare all’immagine entusiasmante in favore dell’immagine convincente”.
Per tutte queste ragioni il lavoro di Guido Guidi, per il carattere essenziale delle immagini e per le giustapposizioni visive che il punto di vista scelto determina, si mostra particolarmente adeguato al carattere morfologicamente semplificato, quasi archetipo, delle architetture rurali. Come accade per il disegno di architettura, la relazione che si stabilisce tra l’architettura e la sua immagine consente così una conoscenza ulteriore, lascia emergere elementi, relazioni, dettagli che la mediazione della macchina permette di estrarre dalla realtà, e che il confronto tra i due diversi modi conoscitivi contribuisce a rappresentare ed esaltare.
La produzione di Guidi occupa un posto fondamentale nella riflessione sul paesaggio, l’urbanistica e l’architettura contemporanea. Artista straordinariamente prolifico, non ha mai smesso di mettere in discussione l’atto del vedere attraverso il mezzo fotografico. Questo interrogativo si è sviluppato attraverso un intenso dialogo tra le storie e le materialità della fotografia e ciò che emerge ai suoi margini, negli interstizi semi-urbani delle province e nelle aree trascurate del paesaggio post-industriale.
 

Guido Guidi, Minerbio


I disegni e i rilievi architettonici, oltre ai documenti storici (disegni, mappe, cabrei) e ai materiali fotografici, presentati per la prima volta al MAMbo, documentano la ricerca condotta da Maura Savini sulle architetture, sull’organizzazione del suolo e sugli insediamenti dell’area padana, dei quali la logica funzionalista non sembra in grado di spiegare le forme. Se nella città contemporanea gli edifici del lavoro sembrano rispondere in modo meccanico alle necessità funzionali, obbedendo allo slogan “dalla funzione alla forma”, gli edifici rurali mostrano il più delle volte straordinarie idee architettoniche e ricchezza nella varietà di soluzioni messe a punto per il medesimo scopo, affermando così un’idea di funzione ampia e allargata, capace di variare nelle diverse ore del giorno e nell’alternarsi delle stagioni, e rovesciando nei fatti l’assunto funzionalista.
Il progetto espositivo vive così di una doppia anima, l’una architettonica, volta a riconoscere l’ingegnosità e immaginazione umane di fronte ai vincoli imposti dalla terra che abbiamo avuto in sorte e l’altra, fotografica, diretta a rappresentarle (ri-presentarle) tale ingegnosità attraverso la propria autonomia disciplinare e strumentale che è in grado di “pensare per forme” e di renderne evidente e conoscibile la bellezza in modi inediti ed efficacissimi. Entrambe sono accomunate dall’intento di delineare una condizione ancora possibile per la creazione di quella che Cattaneo chiama patria artificiale, cioè l’ambiente trasformato dall’opera umana che costituisce la scena fissa della nostra vita.

Un volume pubblicato da Edizioni MAMbo riproduce tutte le opere fotografiche esposte, accompagnate da contributi critici di Lorenzo Balbi e Maura Savini, e un’intervista di Sabrina Samorì a Guido Guidi.
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Nella foto in alto: Guido Guidi Granarolo, 2023 C-print 17×17 cm per ingrandimento da negativo 6×6 cm su carta politenata 24×30 cm, Courtesy Viasaterna, Milano (particolare).

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