Now Reading
Fiandre, tra gli orti 4.0

N. 88- Aprile 2024

 

 

 

Fiandre, tra gli orti 4.0

 La regione delle Fiandre, nella parte settentrionale del Belgio, è considerata il regno dell’orticoltura.

Molte aziende innovative che producono dai semi alle verdure congelate hanno sede in questa zona.

Il progetto MIMOSA, acronimo dei termini inglesi “minimo impatto, massimo risultato, agricoltura sostenibile”, è la nuova frontiera di ARDO, un colosso mondiale che ha il quartiere generale ad Ardooie (da cui il nome) e ramificazioni in 9 Paesi, per la maggior parte europei, ma anche Cina, Canada e Costa Rica. Circa 3.500 agricoltori riforniscono quotidianamente i centri di stoccaggio e le unità frigorifere, piene di centinaia di referenze di prodotti freschi, surgelati o pre-cucinati. Lungo tutta la catena produttiva (impressionanti gli impianti per la preparazione dei fagiolini, lessati e subito congelati e confezionati) i controlli sono severissimi. Fedele al progetto MIMOSA, ARDO negli ultimi 5 anni ha raddoppiato le aree di coltivazione biologica ed il 76% dei prodotti è completamente libero da residui di pesticidi o concimi chimici.

Elettricità verde (prodotta da pannelli solari) e doppio riciclo dell’acqua utilizzata nelle lavorazioni (dapprima per riscaldare gli uffici e poi per irrigare i campi adiacenti all’impianto) sono già una realtà con cui ARDO festeggia il proprio sessantesimo compleanno.

Nel territorio di Sint Katelijne Wawer (30 chilometri a nord dell’aeroporto internazionale di Brussels), la dedizione all’orticoltura viene da lontano. Nel 1963 venne inaugurato in pompa magna un Centro Ricerche, sviluppatosi negli anni ed oggi crocevia tra agricoltori, centri di trasformazione amministrazioni locali ed università. Il maggior impegno al momento è quello di testare nuove varietà vegetali che potranno fregiarsi del marchio di qualità “Flandria”, come ad esempio il bitter melon (“momordica charantia”, in Italia, “zucca amara”), molto usato nella medicina Ayurvedica ed interessante perché ricco di fosforo, ferro, calcio, vitamine e potassio. Sessanta ricercatori s’impegnano inoltre per perfezionare la lotta biologica e le coltivazioni idroponiche fuori suolo, nuova frontiera dell’agricoltura 4.0.

Una full immersion nelle più avanzate soluzioni è stata organizzata da ENAJ, lo European Network of Agricultural Journalists, per un gruppo di professionisti specializzati nel settore.

Hortiplan (che è uno dei 40 marchi di Arvesta, colosso belga ultracentenario) ha messo a punto un interessante sistema noto, in sigla, in inglese, come “MGS”, mobile gullies system, perfetto per la coltivazione della lattuga. Gully significa “canale”. Sono lunghe corsie di PVC nelle quali vengono introdotti nutrienti ed acqua ed in cui poi sono inseriti i semi. All’inizio, le corsie sono affiancate a contatto; il sistema ne prevede il progressivo distanziamento mano mano che la chioma fogliare si espande. Tutto il sistema, comprese le innaffiature programmabili, è regolato da computer ed effettuato tramite braccia meccaniche e robot. L’unico lavoro affidato agli “umani” è il prelievo delle lattughe dai buchetti per l’impacchettamento.

L’interesse per le colture idroponiche fuori suolo sta crescendo in molti Paesi. In Spagna, la maggioranza dei vegetali si produce in suolo; in Scandinavia, dove la protezione delle serre aiuta contro il clima rigido, già il 95% delle lattughe cresce fuori terra. Il recupero e riciclo delle acque costituisce un importante passo verso la sostenibilità. Un ulteriore vantaggio è costituito dal minimo o nullo ricorso a pesticidi, che – normative nazionali ed europee permettendo – potrebbe far considerare tali produzioni “biologiche” a tutti gli effetti.

Agli inizi degli Anni ’80, Hein Deprez aveva un sogno: garantire alle persone i cibi che desideravano. Ribaltare, insomma, lo slogan “from farm to fork”, dal campo alla tavola e far sì che fosse “dalla tavola al campo”. Cominciò facendo debiti per produrre funghi su un ettaro di terreno; è arrivato ad essere amministratore delegato di Greenyard, un colosso da 9000 lavoratori in oltre 20 Paesi del mondo, leader nelle verdure fresche, surgelate e nei piatti veg pronti. Lo slogan oggi è “per un futuro più sano”, per raggiungere il quale è stata scritta una “roadmap della sostenibilità”, con passaggi stringenti fino al 2025. L’obiettivo è, ovviamente, arrivarci senza intaccare gli attuali 4,5 miliardi di fatturato.

Sostenibilità coniugata a ricerca sono i punti forti di DCM, un’azienda a conduzione ancora familiare, ma con uno sguardo di grande respiro. Lo ebbe per primo Herman De Ceuster nel 1966; lo prosegue l’attuale presidente e amministratore delegato Tom De Ceuster, differenziando l’impegno su tre filoni: concimazioni vegetali, alimentazione animale e bioscienze. Su quest’ultimo fronte, DCM ha dato vita a “Scientia terrae”, un centro di ricerche autonomo, senza scopo di lucro, che recentemente ha individuato un vaccino contro il “Pepino mosaic virus”, un patogeno che ha fatto tremare tutta la produzione europea di pomodoro, Italia compresa. E proprio in Italia DCM ha investito nella romagnola “Valli” di Galeata, che produce sistemi per l’allevamento del pollame.

Il mercato della frutta e verdura sta cambiando velocemente, perciò Belorta si propone di “dare un nuovo significato” a questi prodotti, grazie alla competenza dei circa 1.500 produttori che fanno riferimento alla cooperativa, la cui storia ultracentenaria cominciò a Lovanio nel 1905. Nel tempo, la storia di Belorta è diventata una progressione di acquisizioni e condivisioni; oggi, la cooperativa delle Fiandre “fa il prezzo” di centinaia di prodotti agricoli, che vengono messi all’asta quotidianamente nella modernissima sala delle contrattazioni telematiche.

Dopo i numerosi contatti, emerge chiaro il valore aggiunto costituito dai “distretti”, che mettono i protagonisti in stretto contatto, potenziando scambi e soluzioni condivise ai problemi.

Lisa Bellocchi

Via del Battirame, 6/3a · 40138 Bologna - Italy
Tel +39 051 531800
E-mail: redazione@omnismagazine.com
Reg. Tribunale di Bologna n. 8115 del 09/11/2010

Editore: Mediatica Web - BO

Scroll To Top