“Don’t look up” … altrimenti vedi il presente

Ad ognuno di noi, guardando un film, è capitato almeno una volta di pensare: “sembra proprio la fotografia di quello che stiamo vivendo”. Questo è altamente probabile che accada commentando l’ultimo film di Adam McKay, “Don’t Look Up (disponibile sulla piattaforma Netflix). La trama, interpretata da un cast da novanta, è semplice: una dottoranda in astronomia, Kate Dibiasky (interpretata da Jennifer Lawrence), insieme al suo professore, Randall Mindy (interpretato da Leonardo Di Caprio), scopre l’esistenza di un’enorme cometa che sta per colpire e distruggere il pianeta Terra. Alla notizia però nessuno dà credito, a partire dalla Presidente degli Stati Uniti, Janie Orlean (Meryl Streep), focalizzata esclusivamente su come mantenere alto il consenso dell’opinione pubblica, ossessionata dai sondaggi e concentrata a non divulgare notizie che la possono compromettere. Solo quando deve distogliere l’attenzione da uno scandalo sessuale che la coinvolge direttamente, (l’invio di foto intime al suo partner, nonché candidato alla Corte Suprema), si mostra interessata e decide di informare la società. Nel frattempo, gli scienziati cercano di informare i cittadini del pericolo imminente e della gravità della situazione facendosi ospitare in un programma d’infotainment mattutino.

La situazione, però, non migliora, in quanto i due conduttori (interpretati da Kate Blanchett e da Tyler Perry) ritengono la notizia “poco importante”, non sensazionale e preferiscono focalizzare l’attenzione sulla proposta di matrimonio in diretta di due pop star. D’altra parte, come accade anche sempre più spesso, la ricerca di audience e di like sui social fa prediligere la diffusione delle notizie più “frivole” rispetto a quelle riguardanti tematiche più complesse, anche se inerenti la sopravvivenza umana. Un altro aspetto interessante si ha quando l’imprenditore Peter Isherwell (Mark Rylance) informa che la cometa in questione contiene un’enorme quantità di metalli rari sulla Terra, che costituiscono le materie prime per produrre nuovi modelli di cellulari. Considerando, allora, gli interessi economici in gioco e l’impatto che potrebbe derivare alla propria immagine, la Presidente decide di non distruggere la cometa, bensì di seguire il consiglio dell’imprenditore e cercare di recuperare questi materiali preziosi. Nel frattempo, la cometa si avvicina al nostro pianeta rendendosi visibile a tutti e gli scienziati cercano disperatamente di far capire la gravità della situazione. A questo punto si creano due fazioni: da una parte chi riconosce la presenza della cometa e grida “look up”(guardate sopra), dall’altra, invece, con la Presidente degli Sati Uniti in testa, chi nega ed urla “don’t look up” (non guardate sopra). Per lo spettatore è altamente probabile fare l’analogia con l’attuale situazione che stiamo vivendo, caratterizzata dal problema dei cambiamenti climatici e dall’emergenza sanitaria per gli effetti pandemici dovuti al nuovo coronavirus Sars-CoV-2.
Va sottolineato che come attore protagonista, c’è Leonardo Di Caprio, molto attento alle conseguenze del riscaldamento climatico in atto e paladino di questa tematica in contrapposizione a molti negazionisti. Il film evidenzia una critica nei confronti di una politica attenta solo ai propri interessi economici e all’avere visibilità, come emerge dalla fiducia data all’imprenditore piuttosto che agli scienziati che hanno prove e dati evidenti. Viene anche giudicato tutto il mondo dell’informazione, reo di privilegiare notizie capaci di alzare l’audience facilmente, piuttosto che dare voce ad argomenti importanti per la vita delle persone, perché più complessi nella trattazione e di minor impatto. Molto interessante, infine, la sottolineatura di un mondo di “imprenditori innovatori” che possedendo già navicelle spaziali, invece di attivarsi per salvare il pianeta terra attuale, sono più interessati a cercare di accrescere ulteriormente il proprio potere, e si preparano una via di salvezza nel futuro costruendo uno shuttle solo per loro. Un film indubbiamente da guardare che non lascia indifferenti, fa riflettere.
Matteo Rossi