Chirurgo volontario in Pakistan aiuta le donne sfregiate

Un libro, un film e un impegno concreto: la lotta contro le aggressioni con l’acido.
Un incontro di forte impatto emotivo, all’insegna dell’impegno e della speranza. Così si può definire l’evento ospitato a Roma, nella Sala Stampa della Camera dei deputati, dalla presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, Martina Semenzato. Al centro dell’iniziativa, la presentazione del libro “Più della mia pelle”, autori la scrittrice Annalisa Maniscalco e il chirurgo plastico udinese, Giuseppe Losasso, presidente dell’associazione Smileagain Friuli-Venezia Giulia. A seguire, la proiezione del trailer dell’omonimo docufilm diretto dalla regista Alessandra Usai.

Più che un semplice libro, “Più della mia pelle” è una potente testimonianza su come la competenza, la determinazione e l’empatia possano cambiare il destino di chi ha subito le peggiori atrocità. Attraverso la voce di Giuseppe Losasso, il volume racconta il dramma delle vittime di attacchi con l’acido, una delle forme più crudeli di violenza di genere. Il chirurgo udinese, con la sua esperienza sul campo, ha offerto uno sguardo profondo sulla realtà di queste donne, spesso dimenticate, restituendo loro non solo un volto, ma anche la possibilità di una nuova vita.

Il suo lavoro in Pakistan, dove da oltre vent’anni Smileagain Friuli-Venezia Giulia opera con un’équipe di 18 medici pakistani formati, e infermieri specializzati alcuni dei quali con stage all’ Ospedale di Udine, rappresenta un modello di solidarietà concreta. L’associazione ha seguito oltre 150 vittime nel lungo e difficile percorso di recupero, reintegrandole nel tessuto sociale, e ha realizzato più di 1.200 interventi chirurgici, molti dei quali nel nuovo ospedale specialistico costruito anche grazie al contributo della stessa organizzazione umanitaria.
La proiezione del trailer del docufilm Oltre la pelle ha aggiunto un ulteriore livello di coinvolgimento, offrendo al pubblico un’immersione visiva nelle storie raccontate nel libro. Un’opportunità per riflettere su una piaga sociale che richiede un impegno collettivo per essere combattuta.
L’incontro è stato anche un momento di confronto aperto tra istituzioni, autori, giornalisti e pubblico, uniti dalla volontà di dare voce a chi ha subito violenze indicibili e di valorizzare il lavoro di chi ogni giorno si batte per restituire dignità e speranza.

“Abbiamo parlato del peggiore degli atti che un uomo possa compiere contro una donna, quello che io chiamo ‘omicidio d’identità’: lo sfregio con sostanze corrosive”, ha dichiarato l’onorevole Martina Semenzato, sottolineando la necessità di un’azione sempre più incisiva contro questa forma di violenza.
Significativo anche il confronto tra Italia e Pakistan, con la testimonianza di Filomena Lamberti, la prima donna italiana vittima di un attacco con l’acido nel 2012. Il racconto della sua esperienza ha messo in luce non solo le sofferenze delle vittime, ma anche il lungo e faticoso percorso di rinascita.
A moderare l’incontro, la giornalista Silvia Borromeo, che ha guidato il dibattito con sensibilità e attenzione, contribuendo a fare emergere la complessità di un tema che non può e non deve lasciare indifferenti.
Gian Paolo Girelli