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Castelvetro di Modena, un elegante regno per le dame

N. 96- Gennaio 2025

 

 

 

Castelvetro di Modena, un elegante regno per le dame

Nel cuore dell’Emilia Romagna, tra Modena e Bologna, l’antico borgo di Castelvetro di Modena accoglie i visitatori mostrando già in lontananza il profilo del suo centro storico, caratterizzato da suggestive torri e campanili che si stagliano sulle dolci colline circostanti disseminate di vigneti. Arrivando, il punto centrale è Piazza Roma, conosciuta anche come “Piazza della Dama” per la caratteristica pavimentazione a lastre bianche e nere: vero e proprio cuore del paese, dalla quale si gode una vista straordinaria sulla pianura sottostante e su cui si affacciano la Torre dell’Orologio, la Torre delle Prigioni, il Palazzo Rinaldi e il palazzo municipale.

Qui si sono ritrovati alcuni giornalisti specializzati nel settore agroalimentare e ambientale hanno visitato Castelvetro di Modena, guidati dalla presidente di Enaj (European Network of Agricultural Journalists) Lisa Bellocchi, dal presidente di Unarga (Unione nazionale delle Associazioni regionali dei giornalisti dell’agroalimentare e dell’ambiente) Roberto Zalambani, dal presidente dell’Associazione regionale emiliano romagnola giornalisti agricoltura, alimentazione e ambiente (ARGA) Andrea Guolo e dal consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Emilio Bonavita. Li ha accolti la vice sindaca Giorgia Mezzacqui, che nel corso di una conferenza stampa ha illustrato le eccellenze della zona, la sua storia e le tradizioni locali, rimarcando che il territorio di Castelvetro (che fa parte dell’Unione “Terre di Castelli”) unisce i pregi e le attrattive paesaggistiche, culturali ed enogastronomiche ad una politica di sviluppo del territorio basata sulla salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente.

Già il nome parla di una storia millenaria, in cui il vetro non c’entra niente. Castelvetro deriva infatti da “castrum vetus”, in latino “vecchio accampamento”, in quanto le legioni romane crearono qui un presidio militare. Ogni anno, nel mese di settembre, Castelvetro torna indietro al tempo del Rinascimento attraverso due rievocazioni storiche che si alternano negli anni, la cui cornice è la suggestiva piazza a lastre bianche e nere: la “Festa a Castello” che consiste in un fastoso banchetto rinascimentale e la “Dama Vivente”, singolare partita a dama con dame e cavalieri abbigliati con abiti in stile rinascimentale, che rievoca una festa organizzata dai nobili Rangoni in onore di Torquato Tasso, rifugiatosi a Castelvetro nel 1564. Si narra infatti che il poeta, spirito inquieto in fuga da Bologna, trovasse riparo a Castelvetro e che qui si sia ispirato per comporre alcuni versi di Erminia tra i pastori, nel canto settimo della Gerusalemme Liberata.


A tali rievocazioni si lega l’Associazione “Dama Vivente” che sta suscitando un grande interesse in Italia e all’estero per la collezione di meravigliosi abiti in stile rinascimentale, che la vice sindaca Mezzacqui ha invitato i giornalisti ad ammirare presso la sede della mostra “Fili d’oro a Palazzo” nel centro storico del paese. Accolti dalla presidente Maria Capitani, gli ospiti hanno ammirato i sontuosi abiti rinascimentali esposti, impreziositi da elaborati ricami; stoffe di seta, raso e velluto, cappelli piumati e acconciature, interamente realizzati a mano con cura e maestria da esperte sarte volontarie e indossati anche dai figuranti durante i due eventi.

La vice sindaca Giorgia Mezzacqui tra i preziosi costumi rinascimentali della mostra “Fili d’oro a Palazzo”

Castelvetro di Modena è anche un territorio ricco di produzioni tipiche enogastronomiche. Tra i suoi prodotti d’eccellenza spiccano il Lambrusco Grasparossa e l’Aceto Balsamico, ma non sono da dimenticare il Parmigiano Reggiano, l’Olio Extra Vergine d’Oliva, il Nocino, lo Zafferano e la pasta fresca come i tortellini e i tortelloni ripieni.

La sala della pigiatura della cantina Settecani negli Anni 30-40 del secolo scorso

Il Lambrusco è un vino che ha meritatamente guadagnato un posto di primo piano nei mercati nazionali e internazionali. Grazie al lavoro di tanti produttori, questo vino ha ottenuto, già nel 1970, la menzione D.O.C. (Denominazione di Origine Controllata), tramutatasi poi successivamente in D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta). Nella famiglia dei Lambruschi un’attenzione particolare merita il Grasparossa di Castelvetro, vino dal corpo pieno e consistente, piacevolmente frizzante, di bel colore rosso porpora intenso, riflessi violacei e spuma persistente.  Adesso se ne sono accorti anche gli esperti, tanto che per il 2024 il Gambero Rosso ha concesso – è la prima volta per questa varietà – i “tre Bicchieri” al Grasparossa della Cantina Settecani. Il riconoscimento – racconta con orgoglio il direttore Fabrizio Amorotti – è arrivato proprio mentre la cantina cooperativa celebrava i 100 anni di storia.

Il vitigno grasparossa esprime in autunno una delle sue peculiarità: dopo la stagione estiva, conclusa la raccolta dell’uva, le piante di vite tingono di rosso le loro foglie, creando un’esplosione di colore lungo le dolci colline di Castelvetro ed offrendo uno spettacolo cromatico meraviglioso ai numerosi turisti.

Castelvetro è uno dei borghi più belli della regione Emilia Romagna, un luogo magico intriso di storia e tradizione, ma anche ricco di bellezze naturalistiche e prodigo di sapori tipici, che ne rendono la visita tanto piacevole al palato quanto gradevole agli occhi, soprattutto in autunno, al culmine della sua spettacolarità, quando diventa uno dei luoghi preferiti da fotografi e amanti del foliage.

Patrizia Masoni

L’immagine di copertina è di Francesco Ferrarini, tratta dal sito “visit Castelvetro”

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