Now Reading
Camelina sativa superstar per olio, mangimi e bioplastiche

N. 99- Aprile 2025

 

 

 

Camelina sativa superstar per olio, mangimi e bioplastiche

Flanat Research, Consorzio agrario di Cremona e Apima (Associazione Provinciale Imprese Di Meccanizzazione Agricola) Uncai hanno annunciato di aver siglato una lettera di intenti per collaborare all’ampliamento della ricerca e della commercializzazione della Camelina sativa, e dei coprodotti della sua lavorazione, per soddisfare la crescente domanda di alimenti ad alto valore nutrizionale e di nuove soluzioni sostenibili.

La camelina sativa –spiega Wikipedia – è una pianta appartenente alla famiglia delle brassicacee, generalmente conosciuta come dorella, anche occasionalmente come gialdina, sommensina, miagro, lirón sulle Alpi Orientali. È originaria dell’Europa e dell’Asia centrale. Questa pianta viene coltivata da millenni per i semi oleosi, principalmente in Europa e in Nord America.

Il documento d’accordo si pone l’obiettivo di individuare le aree di intervento comuni al fine di favorire la transizione verso una bioeconomia circolare, sostenibile, rigenerativa, inclusiva e giusta, sostenendo l’adozione di soluzioni a base biologica (bio-based) e stimolando la nascita della filiera sostenibile della camelina, agevolando il contatto tra il settore agricolo, il settore di ricerca, sviluppo e innovazione, e il settore industriale.

Come evidenziato da Marco Bernasconi, ceo di Flanat Research, la Camelina sativa si adatta a diverse condizioni ambientali, ha un basso fabbisogno di acqua e sostanze nutritive e ha una resistenza relativamente forte agli insetti nocivi e alle malattie microbiche. Le sue caratteristiche la rendono quindi particolarmente apprezzata come coltura intercalare da reddito grazie alla composizione e alle molteplici applicazioni del suo prezioso olio, adatto alla produzione di alimenti ad alto valore nutritivo, mangimi funzionali, biocarburanti e bioplastiche.

“La lettera di intenti ha un’importanza storica per i contoterzisti perché per la prima volta un ente di ricerca si rivolge prima di tutto a loro nella messa in campo di un progetto e porre le basi di una nuova filiera”, commenta il contoterzista Rossano Remagni Buoli, vice presidente di APIMA UNCAI Cremona, che collabora all’iniziativa dal 2017, portando una visione inedita nel percorso di sostenibilità e futuro per il servizio agromeccanico. “All’ente di ricerca occorrevano dati certi e rilevamenti diretti in campo e i contoterzisti erano in grado di garantirglieli più di chiunque altro”, e aggiunge: “Si tratta di un segnale di realismo importante che dovrebbero cogliere tutte le istituzioni e chiunque miri a una tracciabilità completa dei prodotti agricoli”.

“L’innovazione ha il compito di alimentare la transizione green dell’agricoltura, ma deve essere realizzata su larga scala. L’intero sistema alimentare e agricolo deve quindi imparare a lavorare in sinergia e a collaborare, come accaduto tra Flanat Research, APIMA UNCAI e Consorzio agrario: un perfetto esempio di innovazione e sostenibilità, dove gli agromeccanici fungono da ponte e facilitatori di processo, supportando gli agricoltori attraverso una recta ractio nel fare le cose e l’apertura alle tecnologie più promettenti”, ha concluso Clevio Demicheli, presidente di APIMA e vice presidente UNCAI.

La foto in alto è di  Przemek Pietrak

Via del Battirame, 6/3a · 40138 Bologna - Italy
Tel +39 051 531800
E-mail: redazione@omnismagazine.com
Reg. Tribunale di Bologna n. 8115 del 09/11/2010

Editore: Mediatica Web - BO

Scroll To Top