Now Reading
Bretagna: detronizzata la regina dell’allevamento?

N. 91- Luglio-Agosto 2024

 

 

 

Bretagna: detronizzata la regina dell’allevamento?

I distretti industriali, o cluster, o reti d’imprese sono un sistema virtuoso di aggregazione produttiva in cui numerose aziende operanti nello stesso ramo si collocano fisicamente nella stessa area, competendo tra loro ma generando, contemporaneamente, una sorta di “spirito” collaborativo che dà vita ad altre strutture complementari di servizio o di subfornitura. In Italia i distretti industriali sono normati dal punto di vista legislativo fin dal 1991. Pensavo proprio alle realtà distrettuali visitando la regione francese della Bretagna, dove si alleva un terzo del parco animale della Francia.

Come il distretto ceramico di Sassuolo ha generato la fiera internazionale Cersaie a Bologna, così i numerosi allevamenti del territorio hanno suggerito la fiera internazionale Space, a Rennes, nella quale confluiscono imprenditori di tutta la filiera del bestiame.

Le statistiche dell’Unione Europea attribuiscono alla Francia 17,8 milioni di capi bovini (quasi il triplo dell’Italia), 13,7 di suini (una volta e mezzo l’Italia), 7,3 di pecore e 1,4 di capre, più 157,6 milioni di polli da carne, ripartiti su un totale di 145.000 imprese. Questo fa della Francia la prima produttrice europea di bovini e di uova. In Francia, la Bretagna produce da sola quasi la metà (42%) della produzione complessiva bovina della Francia, il 10% del totale europeo.

Questa densità non poteva che generare imprese collegate, a partire da quelle dei mangimi; insieme però anche a problemi d’inquinamento, anch’essi strettamente interrelati, che si confrontano adesso con il cambiamento degli stili di vita.

Un allevatore bretone di bovini Charolais alla Fiera Space di Rennes (foto Space)

L’agro-economista Vincent Chatelier, super esperto dell‘Inrae (l’Istituto nazionale francese di ricerca agronomica ed ambientale) è pessimista. Ne ha spiegato le ragioni in un incontro con i giornalisti agricoli di ENAJ, durante un press tour in Bretagna organizzato in collaborazione con AFJA, l’Associazione francese dei giornalisti agricoli. In dieci anni –spiega- il consumo pro-capite di carne bovina in Francia è sceso di 2,6 chili, attestandosi a 22 kg. In tutti i Paesi europei, eccettuata la Spagna, si è abbassato anche il consumo di carne suina. Contemporaneamente, anche la produzione si è sensibilmente abbassata. La Francia sta per diventare deficitaria in tutti i comparti dell’allevamento.

Gli allevatori sono scoraggiati – gli fa eco André Sergent, presidente della Camera dell’Agricoltura della Bretagna. E aggiunge che nell’arco di 10 anni quasi la metà degli allevamenti suini scomparirà. Perché esiste – spiegano gli esperti –una specie di stigma sociale contro gli allevatori, perciò i giovani spesso si rifiutano di proseguire, o intraprendere, questa attività. Il biasimo è per gli effetti ambientali che questo tipo di attività comporta, anche se sono molti i centri di ricerca che studiano come migliorare la sostenibilità.

Trentasei campioni di minerali nel diorama al Museo Minerallium d Saint-Malò

Il gruppo industriale Roullier, sede a Saint-Malò, con 10.000 dipendenti, è un colosso del settore e ha dato vita addirittura ad un Centro globale per l’innovazione, in cui ricercatori di tutto il mondo studiano come rendere contemporaneamente più efficiente e meno inquinante la nutrizione animale. Una delle ricerche più interessanti riguarda la somministrazione dei fosfati, che in funzione della tempistica possono essere assorbiti in percentuale maggiore dall’animale, consentendo un’importante riduzione della quantità complessiva. Un altro settore del Gruppo è quello dei fertilizzanti, prodotti dalla controllata Timacagro, che ha due stabilimenti anche in Italia, a Ripalta Arpina, in provincia di Cremona, e a Barletta. Obiettivo è raccordare le esigenze dei produttori con il benessere del territorio e dei consumatori e le normative restrittive che sta promuovendo l’Unione Europea. Il motto è “growing together”, crescere insieme. Va in questa direzione il Minerallium, un vero e proprio museo aperto al pubblico, dove la Fondazione Roullier presenta i diversi minerali che fin dall’inizio della vita della Terra hanno costituito una base ineludibile del benessere vegetale, animale ed umano. Attualmente la ricerca ha portato a registrare oltre 4800 minerali, diversi per composizione chimica e struttura cristallografica.

“Nutrire bene gli animali per nutrire bene gli uomini” è lo slogan di Sanders, il leader francese dell’alimentazione animale, marchio del gigantesco gruppo Avril. Il quartier generale è a Bruz, neanche 20 chilometri da Rennes. Il livello di specializzazione delle diverse filiere alimentari è altissimo: bovini da latte e da carne, ovini, caprini, polli da carne o da uova, conigli, pesci, e persino una linea destinata alla selvaggina. Alla fine di questa attenta elaborazione, che abbina anche cicli produttivi delle diverse specie, un quarto dei 14 miliardi di uova che i francesi mangiano in un anno proviene da Sanders, così come il 25% dei conigli che finiscono nei piatti transalpini e il 12,5% dei maiali.

Per contrastare il “mood” negativo nei confronti dell’allevamento, Sanders si è impegnata per un anno in una campagna di comunicazione ai consumatori. “Se le vacche producessero acqua anziché latte, ci sarebbero meno allevatori in miseria” diceva un poster, per richiamare che un litro d’acqua viene venduto più caro di un litro di latte. E ancora, “Difendere il benessere animale non impedisce di difendere anche quello dei nostri allevatori” e “Desiderate veramente che i nostri allevatori diventino una specie in via d’estinzione?”, per rimarcare che negli ultimi 15 anni un quarto degli agricoltori francesi ha cessato l’attività, per l’insostenibilità economica delle imprese.  Oppure “Non vi importa di mangiare polli che viaggiano più dei nostri allevatori?”, per stigmatizzare che al momento metà dei polli consumati in Francia è d’importazione. Per un Paese che da decenni ha la “sovranità alimentare” nella denominazione del Ministero dell’agricoltura, lo snodo è davvero epocale.

Lisa Bellocchi

Via del Battirame, 6/3a · 40138 Bologna - Italy
Tel +39 051 531800
E-mail: redazione@omnismagazine.com
Reg. Tribunale di Bologna n. 8115 del 09/11/2010

Editore: Mediatica Web - BO

Scroll To Top