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Boris e Carmen, glorie musicali di fine Ottocento

N. 88- Aprile 2024

 

 

 

Boris e Carmen, glorie musicali di fine Ottocento

Il 1873 è comune a 2 compositori che crearono, 150 anni fa, due capolavori immortali. Bizet e Mussorgsky, due giganti dell’arte compositiva, furono rispettivamente gli operisti di Carmen e Boris Godunov. Per entrambi, il triennio 1873 -1875 definì i successi della loro carriera parigina e russa. Per il Boris, che vedrà a San Pietroburgo l’esecuzione di tre scene, nel febbraio 1873, c’erano voluti precedentemente svariati anni di decantazione prima che la partitura vedesse la luce. E’ il 1868 quando, dopo aver composto Il Matrimonio (che non completerà) e la ninna nanna Eremuska, Mussorgsky inizia a stendere la prima versione del Boris https://youtu.be/16NiqpBZMp

La terminerà l’anno seguente, ma solo due anni dopo il Teatro Marinsky di San Pietroburgo gli riconsegnerà la notazione.

In questi anni Mussorgsky non se la passa molto bene. In effetti, si riduce a condividere una camera ammobiliata insieme a Rimsky – Korsakov; contemporaneamente si concentra a fatica, per dar vita alla seconda versione del Boris. A distanza di tempo, ricorderà quel periodo, non troppo felice, come il più bello della sua vita, poiché lentamente assistette anche al peggioramento della sua salute. A concorrere all’indebolimento del suo organismo furono un’alimentazione disordinata, le veglie e l’alcol.

Proprio nel 1873 compaiono i primi sintomi dell’etilismo, ma gli fu di gran peso anche il disagio di dover subire le invidie e le gelosie di colleghi meno dotati di lui che, per rivalità, gli resero la vita un inferno per il successo raccolto dal Boris. Se dovessimo confrontare la vita di Mussorgsky con quella di Rachmaninoff, ci accorgeremmo che si sono sviluppate al contrario. Il primo educato e nobile, morì in solitudine ed ubriaco, alla mercé di una miseria talmente nera da essere costretto a chiedere l’elemosina; il secondo, invece, ebbe tanta fortuna e si recò a vivere in America a Beverly Hills.

Il Boris Godunov è la massima opera lirica russa, dalla quale Mussorgsky, non ricavò denaro. Nella sua breve vita, non vi fu neppure una donna ad amarlo; fu solamente solo. Il suo cognome fu spesso ripetuto alla maniera germanica (con due SS) o polacca, ma il compositore stesso lo pronunciava alla russa (Musorgskij).

Il suo Boris fu elaborato in due versioni; la prima, che prese il nome di UR BORIS, non aveva una protagonista femminile, come fosse lo specchio della vita del compositore; tale figura invece si ritroverà nella seconda ed imperitura stesura concepita sulle indicazioni della Commissione dei Teatri Imperiali a San Pietroburgo. Lui, aristocratico, nato nel 1839 (il 9 o il 21 marzo) morì nell’ospedale militare a Nikolaevskij, solo come un cane, in un giorno non ben precisato tra il 16 ed il 28 marzo 1881, assistito da due infermieri. Nell’arco di un mese, durante il quale fu ricoverato prima di morire, Mussorgsky si interessò alla concezione francese dell’orchestrazione, pubblicata da Berlioz.

Ad indirizzare alla musica George Bizet furono i genitori. D’origine parigina (1838-1875), Bizet sarebbe passato alla storia con la sola grande Carmen. https://youtu.be/u_VkfIthWHo

Dopo l’altalenante accoglienza del pubblico, l’opera non venne più rappresentata in Francia, ma continuò a raccogliere consensi esteri, anche da Brahmse Wagner. La città di Vienna ne decretò il trionfo assoluto, che si diffuse nei maggiori teatri del mondo, dopo circa quattro mesi dalla morte di Bizet.

A partire dal 23 ottobre 1875 fino al 24 dicembre 1904 furono allestite 1000 recite di Carmen ma, il compositore non godette di questo incommensurabile trionfo che ha fatto divenire l’opera della sigaraia uno dei maggiori capolavori assoluti della musica lirica ed operistica di tutti i tempi.

Come per Mussorgsky ed il suo drammatico Boris, così pure per Bizet, il 1873 è l’inizio di quel “qualcosa” che è rimasto eterno: la stesura della musica che avrebbe evidenziato anche il carattere della gitana molto corteggiata e libera, la quale preferì l’amore di un acclamato torero (Escamillo) a quello di Don Josè, ricambiandolo danzando su melodie esotiche e misteriose in maniera seducente, ma non facendo mutare il carattere intensamente drammatico di tutta la composizione.

Bizet era convinto che il clima mediterraneo della nostra penisola influisse beneficamente sia sul suo corpo che sulla sua mente. Fu così che il compositore francese soggiornò in Italia, ad Orvieto, Perugia, Assisi, Rimini e Ravenna ma pure a Bologna, Ferrara e Padova. Lasciò il suo cuore a Venezia, Roma, Firenze e Napoli.

Con la sua Carmen, fu considerato il vero iniziatore di quella corrente che, in Italia, fu chiamata “verista” ed ebbe come maggior esponente Pietro Mascagni, il quale, con tinte forti e selvagge passioni produsse Cavalleria Rusticana. Il 3 marzo 1873, all’Opera Comique andò in scena Carmen che ottenne un tiepido consenso. Il 3 giugno 1873, Bizet venne colpito da una crisi acuta, la cui causa esatta non fu mai definita. Si pensò alla rottura con Genevieve Halevy (anche se alcune fonti non ne fanno cenno) ma anche all’angina pectoris, ad un edema alla glottide, ad una setticemia dovuta ad un ascesso mai curato, come pure ad un attacco di cuore. Fatto sta che a trovarlo morto fu proprio Madame Bizet, la quale era scesa dalle scale per accogliere il dottore che avrebbe dovuto curarlo.

Bizet avrebbe compiuto 37 anni, dopo soli cinque mesi. Nei mesi precedenti di gennaio e febbraio, aveva composto velocissimamente 1200 pagine di partitura della sua Carmen, considerata ancora oggi d’insuperata perfezione.

Una grande gloria pervase tutto l’Ottocento; secolo nel quale il Romanticismo la fece da padrone. Carmen e Boris, rappresentano 2 mondi diversi, nei quali la vita viene descritta e musicata in tutto il suo significato più profondo ed universale; quello stesso ricercato da Chopin. Nell’epistolario di Bizet (8 settembre 1858) troviamo alcune definizioni dei suoi colleghi: “Ammiro Beethoven con tutto l’animo… Riconosco in Verdi un uomo di genio che segue una strada deplorevole… mentre Chopin è l’unico Maestro che conobbe il modo di comporre musica dando l’impressione d’improvvisarla.

Mirella Golinelli

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