A Bologna il Ring wagneriano, atto secondo
Non è semplice programmare la Tetralogia di Wagner: 15 ore di musica divise in un prologo e tre giornate, con oltre 30 personaggi, la maggior parte dei quali di primo piano. Per farlo, il Teatro Comunale di Bologna ha scelto la strada dell’esecuzione in forma di concerto che, seppur non renda pieno onore al capolavoro wagneriano, permette di conciliare esigenze di budget e qualità artistica, dando inoltre risalto al ruolo dell’orchestra di casa.
A giugno il prologo (Das Rheingold/L’oro del Reno) ebbe un buon successo; ora il “Ring” (ovvero L’Anello del Nibelungo o Tetralogia che dir si voglia) entra nella sua prima giornata con Die Walkure/La Valchiria, che si potrà ascoltare il 17 e 19 ottobre all’Auditorium Manzoni. Sul palco torneranno molti degli interpreti già presenti nel cast dell’Oro del Reno. Sul podio Oksana Lyniv, direttrice musicale del comunale e bacchetta wagneriana doc (è stata la prima donna a dirigere a Bayreuth), nonché “anima” dell’intero progetto, che si concluderà nel 2025.
“Quello rappresentato nel Ring – spiega – è un mondo pieno di persone invidiose, insoddisfatte e frustrate, che spesso agiscono contro coloro che sono liberi, coraggiosi, onesti e creativi. Il fatto che Wagner, nel suo secolo, abbia messo la figura femminile al centro di questo conflitto è sorprendente e molto lungimirante”.
Nella Valchiria, infatti, entra in gioco Brünnhilde, la figlia più amata di Wotan. “Il ruolo di Brünnhilde, che vuole difendere il vero amore – sottolinea Lyniv – è tra i più affascinanti della storia dell’opera: lei e Sieglinde, unite dal Liebeserlösungsmotiv (motivo dell’amore redentore), diventano simbolo di sacrificio e speranza nel ciclo della vita. La partitura della Valchiria è un vero capolavoro, pieno di momenti toccanti e drammatici che commuovono profondamente sia gli interpreti che gli spettatori”.
La Tetralogia manca da Bologna da oltre trent’anni: l’ultima programmazione risale infatti al quinquennio 1987-1992, con la regia di Pier’Alli, che firmava anche scene e costumi; mentre sul podio si alternarono Peter Schneider (L’oro del Reno e Sigfrido) e Riccardo Chailly (La Valchiria e Il crepuscolo degli Dei).
La prima esecuzione bolognese della Tetralogia era avvenuta invece nell’aprile del 1883 (in quattro giorni consecutivi!), pochi anni dopo la prima rappresentazione completa del Ring, che nel 1876 aveva inaugurato il nuovo Festpielhaus di Bayreuth (teatro appositamente eretto).
Wagner impiegò 25 anni per portare a termine questo ciclo monumentale, ispirato al poema epico tedesco Nibelungenlied e alle antiche saghe dell’Edda. Iniziò scrivendo il testo poetico per la morte di Sigfrido (praticamente dalla fine del Ring quindi); una volta concluso Il crepuscolo degli Dei, procedette poi a ritroso: Sigfrido, La Valchiria e L’oro del Reno. La composizione musicale seguì invece l’evoluzione della vicenda.
E se L’oro del Reno rappresenta l’antefatto, nella Valchiria la trama entra nel vivo, ponendo le basi della nascita di Sigfrido, “colui che non conosce la paura”, l’eroe che sarà al centro delle ultime due puntate di questa grande saga. Le potremo ascoltare nella prossima stagione lirica: Siegfried/Sigfrido il 13 e 15 giugno; Gotterdammerung/Il crepuscolo degli Dei il 24 e 26 ottobre.
Liliana Fabbri